lunedì 11 aprile 2016

La montagna sacra di Alejandro Jodorowsky. 1973

Movimenti di macchina freddi e precisi.Inquadratura frontale e soggetto perfettamente al centro. Luoghi minimals, ridotti al minimo, essenziali, non luoghi, perchè il dove non importa. Il ladro (gesù) che è il protagonista è steso a terra, forse ubriaco, con il volto ricoperto di insetti, a significazione dell'inutilità. Un uomo senza arti lo sveglia e Gesù scaccia uno stuolo di ragazzini che curiosi gli si sono fatti intorno. E' la fase adolescenziale che termina, comincia la sua crescrita.Libera in aria con dei palloncini il suo calco, lascia la sua parte esteriore, il suo ego, comincia la sua crescita spirituale. Il Maestro gli toglie un tumore dalla nuca, trasforma i suoi escrementi in oro. Gli presenta altri sette discepoli, ognuno rappresentante un pianeta: Venere, pianeta della bellezza e del narcisismo, come critica verso l'esteriorità.Marte mostra posizioni omosessuali come se fossero studiate al microscopio, con una critica alle guerre di religione. Giove su cui si irride l'arte moderna concentrata sull'estetica. Saturno, vengono mostrate armi giocattolo per educare i bambini alla guerra,critica verso l’educazione sbagliata e distruttiva. Urano, con un complesso edipico tra la “madre universale” e il figlio (non me li ricordo tutti...) Comincia poi la seconda parte: cambia il periodo storico, siamo nella modernità, e il cielo fa da ponte tra la prima e la seconda parte. All’interno della torre i discepoli si allontanano dalla vita materiale bruciando i soldi (ognuno in un modo diverso, a seconda delle diverse personalità) e i calchi dei loro corpi, in una stanza gialla con un grande occhio al centro. L’occhio simboleggia sia l’inizio di una nuova visione della vita da parte dei discepoli, sia il cambiamento stilistico di questa seconda parte, basato più su uno sguardo diretto verso la realtà.

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