lunedì 26 dicembre 2016

Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali.

tanti piccoli outsider, diversi e speciali in un mondo che ama l’omologazione? ok, ci sono. tono gotico e pallore stile bambola di porcellana nelle donne? non poteva mancare. fascino vintage dell’ambientazione anni ‘40 e i protagonosti che sembrano gli spettri di The Others o le presenze inquietanti dei film horror d’ambientazione novecentesca. E poi la vera firma Burton in Eva Green, scelta nonostante la sua Miss Peregrine dovrebbe avere tutta un’altra età. È lei e quella carica sessuale,occhi ingranditi dal trucco e dentatura irreale. Ok, Tim Burton tirato a lucido c'è tutto.
il protagonista vede quel che gli altri non vedono, i ragazzi speciali sono nascosti alla comunità, tutti hanno occhi esageratamente grandi e i bulbi oculari sono sia ciò che distingue i cattivi, sia ciò di cui si nutrono i vacui, cioè i mostri della situazione. Tim Burton, quello che ci faceva venire gli occhi a cuoricino è tornato: Jake porta la ragazza di cui è innamorato attaccata ad una corda come un felliniano palloncino umano, perchè lei ha il potere di fluttuare in aria. costumi, colori, sorrisi e volti sono i veri mostri del film. Non c'è niente di credibile, ma quando scegliete un film di Tim Burton non vi aspettate forse questo?

venerdì 23 dicembre 2016

Brotherhood – Fratellanza di Nicolo Donato. 2009

Squallido ambiente ultradestra. Lars deluso da un mancato avanzamento di carriera, decide di lasciare l'esercito per poi scoprirsi attratto dal movimento neo-nazista e da Jimmy, membro del gruppo. riprese ravvicinate di particolari fisici: mani, schiene, nuche rasate, tatuaggi, fino alla straordinaria sequenza del concerto nazirock, un magmatico groviglio di corpi maschili sudati, in cui l’aggressività diviene abbraccio, tenerezza, violenza e desiderio.
Poca introspezione, perchè un omosessuale diventa una testa rasata? La flebile spiegazione al "cuor non si comanda" non ci basta. Quanta tenerezza però nel contrasto tra Lars e Jimmy quando sono soli e la violenza del linguaggio del gruppo che nega assolutamente che un nazista possa essere gay.

Storie pazzesche di Damiàn Szifron. 2014

Una serie di corti girati magistralmente. Ho adorato persino i titoli di testa in stile anni '70 con foto di animali selvaggi che si susseguono. Ritratto di una società capitalista occidentale che riduce la nostra sensibilità e distorce i nostri legami con gli altri. Il transfert è inevitabile: multe che piovono senza senso, un tradimento il giorno del matrimonio. E i protagonisti invece di deprimersi, ingranano la marcia. Non siamo dalle parti del capolavoro, ma di un intelligente, ben costruito e anche divertente viaggio in bilico tra realtà insopportabile e sogno non esattamente salvifico.
Cose da tenere a mente: - se in aereo incontri qualcuno con un amico in comune potrebbe non essere una coincidenza - non c'è una data di scadenza per il veleno per topi -mai fare un dito medio ad un guidatore se non sei su una strada molto trafficata - Non prendere il cellulare del tuo fidanzato il giorno del tuo matrimonio

giovedì 22 dicembre 2016

INLAND EMPIRE - L'impero della mente di David Lynch. 2006

“Supponete di trovarvi in ufficio. Avete duellato o scritto tutto il giorno e siete troppo stanco per continuare a duellare o scrivere. Ve ne rimanete seduto, guardando nel vuoto, intontito, come capita a tutti qualche volta. Una graziosa stenografa che già conoscete entra nella stanza… voi la guardate…apatico. Lei non vi vede, benché le siate molto vicino. Si sfila i guanti, apre la borsetta e vi rovescia il contenuto su un tavolino…' Stahr si alzò, gettando sulla scrivania il mazzo delle chiavi. 'Ha due monetine d'argento, un nichelino… e una scatoletta di svedesi. Lascia il nichelino sul tavolo, rimette le monetine nella borsetta, prende i guanti neri, si avvicina alla stufa, l'apre e vi mette i guanti. Nella scatoletta c'è un solo fiammifero e lei fa per accenderlo inginocchiata accanto alla stufa. Voi notate che la finestra aperta lascia passare una forte corrente d'aria… ma proprio in quel momento suona il telefono. La ragazza prende il ricevitore, dice pronto… ascolta… poi in tono reciso dice - non ho mai posseduto un paio di guanti neri in vita mia - Riattacca, si inginocchia di nuovo accanto alla stufa, e proprio mentre accende il fiammifero voi vi voltate di colpo, e vedete che nell'ufficio c'è un altro uomo…' Stahr tacque. Prese le chiavi e se le mise in tasca. 'Avanti' disse Boxley, sorridendo 'cosa succede adesso?' 'Non lo so' rispose Stahr 'stavo soltanto facendo del cinema.'” Francis Scott Fitzgerald, Gli ultimi fuochi, Milano, Mondadori, 1974 “Il mio film è chiarissimo” David Lynch, 2006
A Inland Empire, un quartiere residenziale alle porte di Los Angeles, una donna è nei guai. C'è un film maledetto, un marito geloso e un amore pericoloso. C'è un mistero che si dipana tra sogno e realtà. Laura Dern si guadagna la parte da protagonista di un film-remake maledetto e mai realizzato, un'agghiacciante famigliola di conigli ad altezza d'uomo, un quadro di Magritte, con squallida gentaglia polacca, un cacciavite trapiantato nello stomaco. Una discesa infernale nelle strade di Hollywood, con balletti e baci alla camera. Ma quanta poesia nei discorsi tra puttane, sulla griglia del barbecue, nelle lacrime amare consumate davanti alla tv e nelle sfrenate passioni amorose, nei banali e terribili dialoghi tra una barbona nera e una tossicodipendente asiatica. E poi il digitale, arma tanto cara ai filmaker indipendenti, scrutatrice di realtà quotidiane in continuo mutamento. Il pianto incessante della ragazza sta tutto nel dramma del tradimento del marito, del senso di colpa per la perdita di un figlio, concepito fuori dal matrimonio. Il tradimento produce perdita di consapevolezza, confusione, avvilimento: una vera e propria involuzione, che passa dalla realtà al sogno, dal film originale al remake. Costruisce quindi un alter ego: l’attrice Nikki Grace, plasmabile e mutevole, come solo le grandi attrici sanno essere, che comincerà un viaggio nelle pieghe del senso di colpa, rivivendo l’adulterio, la morte e l’abiezione della prostituzione, sino a ricongiungersi alla protagonista in un bacio impossibile, attraverso lo schermo. Ah, e se vi chiedete cosa diavolo siano quei conigli antropomorfi che ogni tanto compaiono, la risposta la sapete già, in fondo: quei conigli siamo noi.

mercoledì 21 dicembre 2016

Mulholland Drive di David Lynch. 2001

"Mulholland Drive" è il nome della strada che percorre le colline di Hollywood, nella quale si svolgono due scene cruciali del film Sensuale, enigmatico, delirante, visionario, oscuro, ambiguo e onirico. Le prime inquadrature del film mostrano coppie di ballerini danzare il Jitterbug. E'un sogno? Un incidente e poi un uomo, in un bar, racconta spaventato i suoi incubi; un regista di nome Adam Kesher è costretto a scegliere una sconosciuta per un suo film. Tutto apparentemente slegato.In una delle scene più suggestive, Mulholland Drive si rileva anche un esempio di metacinema. Le due protagoniste assistono ad uno spettacolo dove tutto è finzione, illusione, le voci e i suoni sono registrati su un nastro e persino la lacrima sul viso di una cantante è disegnata. Vere sono solamente le reazioni e le emozioni di Rita e Betty.Poi viene aperta una scatola blu e Betty diviene Diane e Rita diviene Camilla.

martedì 20 dicembre 2016

The Housemaid di Im Sang-soo. 2010

Il film si apre con la protagonoista che osserva una sagoma sull’asfalto e le tracce di sangue lasciate qualche ora prima dal corpo esanime di una ragazza che si era suicidata buttandosi da un palazzo. Quasi una visione rivelatrice. Come suggerisce il titolo (e come sanno bene quelli che hanno visto l'originale) al centro della storia c'è una domestica, Eun-yi, la bellissima Jeon Do-yeon (전도연), attrice superlativa. La giovane viene assunta come aiutante dalla signora Cho, governante nella casa del ricchissimo signor Hoon, che ha un debole verso la ragazza e, complice anche l'avanzata gravidanza della consorte, la seduce. Fin quando la giovane scopre di essere anche lei in dolce attesa.si trova contro l'intera famiglia che vuole farla abortire (con tutti i mezzi); soprattutto la suocera, una MILF paurosa -si stenta a credere sia la madre- vero e proprio diavolo che a costo di mantenere sua figlia in quella gabbia d'oro è pronta a tutto; odierete moltissimo la vecchia governante che solo apparentemente pare personaggio positivo, mentre in realtà è più subdola di quello che sembra.Euny è l'incarnazione della purezza, l'unico personaggio veramente libero, la sola che non si sottomette mai, che reagisce a quanto gli viene fatto. La sua vendetta è sottile, atta ad arrecare un danno non fisico ma psicologico.
Non è un capolavoro, nonostante io adori i film coreani e non riesco mai a non essere di parte, ma alcune sequenze sono straordinarie: su tutte quella con lui fermo alla soglia di quelle due stanze, da una parte la moglie incinta simbolo estremo di stabilità familiare e "conformismo", dall'altra la domestica che pulisce il bagno con quelle gambe pericolosamente mostrate, simbolo di possibile trasgressione e fuga alla routine. Che fascino!! Sublime colonna sonora, vale da sola la visione del film.

giovedì 15 dicembre 2016

Maria full of grace di Joshua Marston. 2004

Catalina Sandino Moreno è composta e precisa. (oltre che una gran figa) Il Sud America è di gran lunga cinematograficamente più interessante dei polpettoni Usa che ci sorbiamo. Un film girato con pochi soldi ma con molte cose da dire, una sorta di neorealismo girato con ritmi più attuali. la sequanza del viaggio in aereo, 20 minuti di assoluta tensione creata da poche frasi, molti sguardi e azioni ridotte all'osso con un accompagnamento sonoro mai invadente è quanto di meglio io abbia mai visto.
I numerosi elementi religiosi sono sempre accostati all'elemento del peccato in un gioco che salta dal sacro al profano: la droga che si depone a fianco del feto, le capsule di droga ingerite come un'ostia, la salvezza dalla legge dovuta alla gravidanza, nonchè il titolo e la copertina. Qualità elevata

mercoledì 14 dicembre 2016

By the sea di Angelina Jolie

È un film-corpo. Tutto gira attorno al corpo della Jolie: operato, esibito, conteso, toccato, inquadrato addirittura dal’interno (dall’interno!).
E poi forse un'autobiografica crisi del divismo in cui trascina quello che ancora era il suo bel marito, una battaglia iconografica in cui lei è perennemnte in posa: non c'è una sola scena in cui lei non richiama una posa da copertina. Tutto potrebbe essere perfetto, ma i due nemmeno si toccano.Sono in vacanza a Malta, la scusa ufficiale è stare un po’ in un posto tranquillo dove lui possa scrivere il suo nuovo romanzo, non ufficialmente però cercano di capire se rimanere insieme. Nella stanza accanto alla loro una coppia in luna di miele, è invece sessualmente attiva e felice. Un buco consente agli infelici di spiare i felici e forse proiettarsi nella felicità o infelicità altrui li salverà.

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