venerdì 28 dicembre 2012

I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee. 2005

"Se non hai nulla, non hai nulla da perdere"
1963. Wyoming, stato americano rurale e conservatore. Ambiguità sessuale. Accettazione del proprio io. Giocata nel western, ma non quel western di Leone. Il primo rappporto sessuale dei due protagonisti arriva nel primo quarto d'ora ed è una scena intensissima, carne, mente e spirito e tanta emozione. Una sessualità sofferta, scoperta in quell'istante e catartica, liberatoria. Ho sentito l'amore nascere e ho avuto un brivido. Ho sentito tutta l'ansia della ricerca di Shakespear. Ho sentito l'immortalità. Una fotogenia che distrugge il lato emotivo umano giocata nei primissimi piani dei bravissimi Heath Ledger e Jack Gyllenhaal. Una camicia insanguinata e una cartolina sbiadita che riproduce l'immagine di una montagna, quella montagna, dove nacque quel sentimento, appesa sull'anta interna dell'armadio chiude questa catena di batticuori struggenti. E poi un liberatorio sussurro, trattenendo il pianto, "Jack, lo giuro...". E poi scendono le lacrime che trattieni durante il film per non appannare la vista di queste bellissime scene. Desideri soffocati, sentimenti repressi per vent'anni. L'America perbenista che uccide la realtà se non è bella e consona. Ennis, infatti, si sposa e ha dei figli con Alma, e pure Jack si accasa con la ricca Lureen. Ennis non vorrà mai uscire allo scoperto, Jack cerca di compensare la solitudine facendo ricorso alla prostituzione maschile oltre il confine messicano. Il suo essere è strappato e tenta di ricucirlo. Ma più gli anni passano più la vita trasversale, quella che serve da copertura vacilla e non funziona. Ma Ennis non si lascia andare, non accetta, preferisce coprire e la sua durezza lo salverà, mentre Jack perirà: muore in uno strano incidente. Ennis legge tra le righe e si sente convinto che il suo amico sia stato ucciso perché gay. In Tv sono state censurate tutte le scene di amore tra i due, mentre quelle eterosessuali sebbene più cruente ed esplicite no. Buon anno cari amici lettori.

giovedì 27 dicembre 2012

Valzer con Bashir di Ari Folman. 2008

"La memoria è dinamica, è viva. Riempie tutti i buchi del passato, anche con ricordi irreali".
Documentare animando. Una scelta decisamente vincente. Un amico del regista ha un sogno. E' questo sogno ad aprire il film. Un sogno che si ripete: 26 cani dinigrano i denti. Era lui l'addetto all'uccisione dei cani durante la guerra dei Libano del 1982, per non far scoprire la sua truppa ai nemici. Lui che gli umani non sapeva proprio farli fuori. Un ricordo altri, che fa riflettere Folman sui suoi tanti non ricordi. Il regista era lì eppure non ricorda praticamente nulla. I traumi cancellano e modificano i ricordi. Il film cerca di recuperarli. Con una seduta psicanalitica. Folman esclude dirette colpe dell'esercito israeliano, ma non assolve. Il governo israeliano conosceva le azioni dei falangisti cristiani, Ariel Sharon, ministro della Difesa, svegliato di notte è tra gli artefici di quella carneficina. Mostra di sapere e chiude la telefonata con un "Buon anno". Fu costretto poi, infatti, a dimettersi. Ricordiamo che ai Golden Globe, ha soffiato il riconoscimento come miglior film straniero all’italiano Gomorra di Matteo Garrone. Da italiana, ne sono felice. Documentare la realtà, infarcendola di emozioni e traumi personali non è da tutti. Ricostruire quanto è accaduto è sia un'azione compiuta dal paziente in terapia, ma in fondo anche dallo stesso documentarista che deve riportare a galla la realtà tramite tutto il materiale indagato.

mercoledì 19 dicembre 2012

Il quinto elemento di Luc Besson, 1997

A che scopo preservare la vita, visto l'uso che ne fate?
Il regista francese più americanizzato lancia qui l’ex top model Milla Jovovich accompagnata al periodo "biondo" di Bruce Willis. Ma cosa sarà mai questo quinto elemento? Egitto. Siamo nel 1914 e un archeologo assistito dal bel Dylan di Beverly Hills (si, è proprio lui trentenni all'ascolto)scoprono dei reperti che testimonierebbero la venuta di una forma di vita aliena. Un grande male si risveglia ogni cinquemila anni, ma un essere perfetto ha la massione di contrastarlo. I Mondoshawan rassicurano quindi il monaco, che mancando all'evento 300 anni, sarebbero ritornati in tempo per assicurare attraverso l'essere perfetto la salvezza del genere umano. Ma gli alieni allo scadere del tempo distruggono la navicella dei Mondoshawan. Un disastro. Nessun sopravvissuto tranne un brandello di tessuto appartenente ad un misterioso essere, che viene portato in un laboratorio sulla Terra e, riportato in vita. Bruce Willis è un tassista, divorziato, tradito ed ex soldato. Nel suo taxi piomba dal cielo a scolvolgere la sua monotona vita una rossa dagli occhi di ghiaccio. Inutile girarci intorno, è l'essere supremo ricostruito in laboratorio. E sarà una favola psichedelica in un mondo futuristico. E poi una donna che salva il genere umano è un tema che mi ha convinto. Ebbene si, siamo noi il quinto elemento!! Certo non abbiamo le gambe lunghe di Milla Jovovich, ma siamo l'unico mezzo per sconfiggere il male. Unico punto di demerito: è una delle pellicole più costose della storia del cinema francese. Ah e troppe luci. Sembra di stare in un flipper più che in una Manatthan del futuro. "Il tempo non è importante, solo la vita è importante".

martedì 18 dicembre 2012

L'ultima donna - La dernière femme di Marco Ferreri, 1976

Come cominciano i capolavori? Nei non-luoghi. Giovanni (Gérard Depardieu) e Valeria (Ornella Muti) si muovono in una Parigi fredda, grigia, emblema del moderno. Un ingegnere in crisi produttiva che nota la maestra del nido della fabbrica messo a disposizione degli operai, dove c'è il figlio di Giovanni, il quale è separato e con bambino a carico. Valeria col seno in fuori se ne innamora all'istante, lascia al parcheggio l'amante attuale troppo vecchio per lei. Un salto sulla moto e nella vita di Giovanni. Accomunati dal bisogno epidermico. Un sesso sfrenato e incontrollabile anima la storia dei due, spesso nudi e in presa a raptus sessuali. Si amano senza pensare al futuro, senza un passato. Giocano a ricostruirsene uno. Ma il sesso la vince su qualsiasi proposito o altro sentimento. Ma poi routine, prevedibilità. L'epoca moderna fa sentire il suo tocco. Depressione. Il troppo sesso può portare alla paranoia? Giovanni e Valeria assistono ai cambiamenti epocali subendone le coseguenze. Un uomo fallocentrico, schiavo del suo cazzo: "Che idea stronza, quella di non chiavare. Ce l'ho duro come un bastone, ah...! Per di più non ho neanche dormito. Vanno tutti a lavorare. E io qui, in ferie per forza". E il piacere femminile, quest'immenso tabù: " Quando ti occupi del mio piacere? Quando mi accarezzi? Solo quando lui ne ha bisogno. Poi quando lui è tranquillo diventi di cattivo umore, ti annoi, non parli più, vuoi andare altrove, fuggire, al mare, in un bar, dovunque". Giovanni "senza quello" sembra valere poco o nulla e quindi detronizzato dal suo ruolo di maschio si evira con un coltello elettrico in cucina. L'uomo è morto, così come il suo ruolo all'interno della famiglia.

mercoledì 12 dicembre 2012

Così lontano, così vicino di Wim Wenders. 1993

Voi… Voi che noi amiamo, voi non ci vedete, non ci sentite, ci credete molto lontani... eppure siamo così vicini. Siamo messaggeri che portano la vicinanza a chi è lontano. Siamo messaggeri che portano la luce a chi è nell'oscurità. Siamo messaggeri che portano la parola a coloro che chiedono. Non siamo luce. Non siamo messaggio. Siamo i messaggeri. Noi non siamo niente. Voi siete il nostro tutto
Il muro è caduto da qualche anno e l'angelo Cassiel in piedi sulla Statua della Vittoria guarda la Berlino unita. Tutti corrono, sono frenetici, ma dove vanno? Sembrano così tristi e soli. Eppure il bianco e nero che li ritrae è soffice e caldo, quasi come le ali di Cassiel che guarda. Nessuno si accorge di lui. Il cielo sopra Berlino ci aveva detto arrivederci e non addio e qui ne reincontriamo, infatti, il protagonista. Damiel è diventato un umano ed ha sposato la bella trapezista incontrata nel film precedente, Cassiel si sente solo, perchè nessuno si rende conto di aver bisogno di lui? Soffia nell'orecchio di Damiel per farlo accorgere della sua presenza... fin quando anche lui deciderà di voler provare quell'emozione della pelle, dell'umanità. E diventerà lo Zio Karl. Ma la poesia in quell'attimo cesserà di esistere. Il mondo non la coglie più. L'infinito cessa di esistere, Cassiel si sconterà con il Tempo e forse perderà la battaglia.

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