domenica 28 febbraio 2016

Mommy di Xavier Dolan. 2014

Sovraeccitazione narrativa quasi isterica e schermo a un quadrato: una dimensione 1:1 invece di un 4:3 o di un 16:9, due barre di nero al lato, dunque, placcando i protagonisti e non dandogli possibilità di repsiro, mai. Grandangolari, volti come fossero fototessere, campi e controcampi e la fotografia di André Turpin, saturatissima: verde, giallo ocra, rosso, dorato, blu elettrico. E poi questo amore edipico, possessivo di una madre e di un figlio "difficile": emblematica la scena in cui Steve accompagna la madre a un appuntamento con un uomo in un locale dove fanno il karaoke e Steve decide di cantare Bocelli, Vivo per lei, mentre una gelosia bruta, terminale, distruttiva se lo divora nota dopo nota. Ho avuto i brividi, Dolan (il regista) stava facendo una richiesta precisa, in quel momento voleva che lo amassimo con rabbia e passione.L'irruenza di Steve dipende da un deficit comportamentale, l'iperattività, che gli impedisce qualsiasi tipo di autocontrollo. Diane è una mamma sola e senza lavoro, tenta in tutti i modi di accudirlo con le proprie limitate risorse. In suo aiuto, interviene una timida e balbuziente vicina di casa, professoressa in aspettativa, che con fare missionario impartisce qualche lezione a Steve, mentre Diane si barcamena alla ricerca di un'occupazione. E poi la dura realtà, in un Canada dove una legge fittizia permette ai genitori di scaricare i figli ingestibili in istituti di recupero. Un film sociale,in cui la crisi economica delle famiglie dal reddito basso, in cui i disagi sociali vengono oggi farmacologizzati possa in un futuro prossimo evolvere. Tutte le famiglie infelici finiscono per assomigliarsi, con le stesse prescrizioni terapeutiche.

venerdì 19 febbraio 2016

Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. 2016

Un’inquadratura ad uccello isola l’appartamento di Rocco ed Eva, quartiere borghese della Roma agiata, a due passi dal Tevere, l’intero film è girato entro il ristretto spazio della sala da pranzo dei coniugi.Da circa 4 anni, ovvero da quando Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte portarono in sala Cena tra amici, si è diffusa la tendenza ad alimentare commedie 'casalinghe', tutte giocate su un crescendo di risate e isteria. Giocando con la tutt'altro che velata metafora dell'eclissi lunare, Genovese ha illuminato quel 'Dark Side of the Moon' che chiunque di noi, nel suo privato, protegge con inevitabile attenzione. Perfetti Sconosciuti è un film di scrittura, tutto concentrato sui dialoghi, sui rapporti tra i suoi protagonisti e sui colpi di scena che 'trillo' dopo 'trillo' andranno a smontar loro ogni tipo di certezza.

sabato 13 febbraio 2016

Moebius di Kim Ki-duk. 2013

In scena il sanguinoso e muto triangolo Madre-Padre-Figlio. Camera a mano e stacchi netti e l'ombra dell'operatore che entra talvolta nell'inquadratura traballante.
Sgradevole sensazione (voluta) di un film improvvisato, tecnicamente trascurato, un po' buttato lì, come viene, viene. Tutto si chiude con un riferimento al buddismo, che sembra sposare una soluzione ascetica allo scatenarsi della follia indotta dalle perversioni sessuali.E’ la traccia fantasma del disco/filmografia, quella che spaventa, piena di distorsioni e sferragliamenti, senza sovrincisioni in studio, la versione raw and uncut che pochi vogliono ascoltare (vedere).

venerdì 12 febbraio 2016

The Hateful Eight di Tarantino.2016

La storia di una taglia che deve essere riscossa a Red Rock, in Wyoming, nel mezzo dell’inverno, qualche anno dopo la fine della guerra civile. Chi è l’assassino tra gli abominevoli protagonisti maschili? La dura lex della lotta per la sopravvivenza. Tarantino e chi- come me- lo adora non si compiace dell’umano orrore e dell’umana stupidità, non c'è del masochismo, non godiamo nel vedere sangue che si sparge. Sfatiamo questo mito?
Tarantino, insieme a Robert Richardson, ha girato il suo film in 70mm, cioè già questo dovrebbe farvi capire che opera unica sia. Tarantino inquadra una caramella, perchè quel piccolo particolate tornerà utile. La vita è inganno, è fatta di gente brutta, sporca e cattiva che trova la sua dimensione ai margini della società, quando una società esiste, o in luoghi altrettanto brutti, sporchi e cattivi quando la Storia lo permette.E visto che ho scritto "Storia", vorrei ricordare agli americani che Tarantino scrive la loro storia: l'emporio di Minnie prima dell’arrivo degli 8 è fatto di sorrisi, buone maniere, denti perfetti e integrazione (Minnie, nera, è sposata con Sweet Dave, bianco), c'è la neozelandese Zoë Bell. Ma è una realtà finta, che non esiste, nel West e non solo quello tarantiniano per sopravvivere devi diventare un pezzo di merda.Mi hanno affascinato le inquadrature: costruite in modo tale che c'è quasi sempre uno o due personaggi sullo sfondo o ai lati, fermi, a non fare praticamente niente se non stare seduti, bere del caffè, lasciare che la neve cada lenta dal soffitto sui loro cappelli. Ve l’ho detto che The Hateful Eight m’è piaciuto?

giovedì 11 febbraio 2016

Diverso da Chi? di Umberto Carteni

"Mettiamolo a qualcosa di poco importante, come l'assessorato alla cultura o alla istruzione"
Siamo nel profondo Nord e Piero è un omosessuale dichiarato, convive da 14 anni con un uomo, è un attivista del movimento gay e fa parte del consiglio comunale. Per tenerlo a freno, e bilanciare politicamente il tutto con un'ala più centrista e cattolica, gli viene affiancata, come vice sindaco, l'ultra moderata e tradizionalista Adele. Tra i due c'è una totale instabilità, politica, culturale e caratteriale, pronta però a trasformarsi in clamorosa e focosa passione.

mercoledì 10 febbraio 2016

L'amore è imperfetto di Francesca Muci. 2012

La trasgressione, il sesso, l'erotico. La vita privata di una trentacinquenne: Elena, che ha un lavoro soddisfacente ma un presente sentimentale inesistente. Ogni giorno segue una donna straniera mentre fa la spesa e torna a casa. Poi conosce Adriana, una diciottenne un po'sbandata ed Ettore, cinquantenne francese. Tutto banale e prevedibile e insensata la passività di Elena che accetta di tutto. Nel suo passato un bel fotografo bohemien che l'ha ferita, rendendola confusa e apparentemente arida. Il film è costruito sull’alternanza di due piani temporai, il 2005 e il 2012, caratterizzati da una differenza di fotografia e dall’uso della macchina da presa: più colorata e movimentata nella prima parte, soffusa e fissa nella seconda, più introspettiva. Film vuoto con noiose e continue scene di sesso. Stupisce che a firmare la sceneggiatura sia anche l’autore e produttore Gianni Romoli (sceneggiatore, tra gli altri, di alcuni film di Ferzan Özpetek e di “20 sigarette”). Nota di demerito anche per Anna Foglietta, rinchiusa in una recitazione didascalica e mai credibile, bello solo il suo corpo nudo, mascolino, ma fortemente comunicativo

giovedì 4 febbraio 2016

Joy di David O. Russell. 2016

David O. Russell fa un cinema popolare che racconta le vite difficili di statunitensi normali. A raccontare la storia è la nonna di Joy, l'unica della sua famiglia a credere in lei.
Ha una sorellastra approfittatrice che parla male di lei ai suoi figli e poi tante, troppe bollette da pagare.Ma la storia di un personaggio che sfida convenzioni sociali e ambiente ostile per realizzarsi è stata raccontata milioni di volte.La vera Joy Mangano è nota per un mocio, un trolley a scomparti, delle grucce salvaspazio, delle barrette cattura odori e un asciugabiancheria da viaggio. Sarebbe bastato un documentario, un film drammatico è troppo. Non c'è storia. Sceneggiatura schematica e banale.salverei solo l'idea di rappresentare una società vorace, incapace di aspettare, insensibile e refrattaria nei confronti del talento. ma a febbraio non c'è nulla di meglio in sala.

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