giovedì 22 marzo 2018

Maria Maddalena di Garth Davis. 2018

Maria Maddalena è uno dei personaggi ancora più discussi, di quelli su cui si pensa di saper tutto, quella su cui tantissimo si è detto. E non sempre a ragione. Poi la Pasqua si avvicina e, come ogni anno, sentiremo il suo nome durante i brani della Passione. Come voi, di lei so poco, ma da questa sera ho una certezza, tutte le volte che penserò a lei, penserò a Rooney Mara Daily perchè la incarna in maniera esemplare, con il suo corpo esile, i suoi occhi intensi che dicono "No" ad una convenzionale vita terrena per dirigersi verso il profondo, l’essenziale, la verità cristiana. Maria Maddalena rifiuta il matrimonio combinato dalla sua famiglia, contrae mani e polsi durante la festa di fidanzamento, senza capire ancora perfettamente quello che desidera. Fu proprio questo suo spirito indipendente e la confusione evangelica con altre Maria fecero pensare a San Leone Magno che si trattasse di una prostituta. Oggi l'immagine di questa donna così importante nella vita del Cristo è stata ampliamente rivalutata, non solo dalla chiesa ma anche dalla storia che ne vede una femminista ante litteram, capace di ribellarsi ai ruoli precostituiti, ed intraprendere un cammino di conoscenza religiosa, intimistica e psicologica.
Joaquin Phoenix è bellissimo anche in sovrappeso, ma sembra in realtà più un barbone ubriaco, abituati come siamo alla bellezza perfetta del Gesù di Zeffirelli. Qui Gesù ha la pancetta, è cupo, poco rassicurante e solitario, ha un'insicurezza disarmante e affascinante, vera. Che la religione ad oggi non possa essere raccontata al cinema aderendo alle dottrine istituzionali è quasi un dato di fatto, animismo spiritualista, moderno. Questo ci troveremo. Con Maria Maddalena che irride quasi i discepoli, boccaloni illusi che credono al regno dei cieli come un grande effetto speciale che deve materializzarsi da un momento all’altro pronunciando le parole magiche. Ci piace anche Pietro che ha la pelle scurissima. Se c'è qualcosa da ribaltare, insomma, questo film lo fa. E se a Pasqua dobbiamo davvero rinascere, va bene così.

mercoledì 14 marzo 2018

Vengo anch’io ­­­­di Corrado Nuzzi e Maria Di Biase.

Ma si può decidere di intraprendere un viaggio per suicidarsi? Poca comicità. Molta noia e voglia di fuggire via, lontano dal film. Corrado Nuzzo e Maria Di Biase hanno annunciato che, raggiunti i tre milioni di incasso, giungeranno all’altare dopo ventidue anni di convivenza. La cerimonia, che si celebrerà a Tricase, sarà aperta a tutti coloro che si presenteranno con il biglietto del cinema.
Giusto per dare un'idea di che cosa possa significare un film con due comici eccentrici e senza talento che non sanno uscire fuori dal loro personaggio-macchietta televisiva.

giovedì 8 marzo 2018

La signora dello zoo di Varsavia di Niki Caro. 2017

Il film che ho scelto per l'8 marzo è scritto e diretto da donne, interpretato dalla seducente Jessica Chastain prima tra tutte, racconta la storia di un’eroina poco nota alla grande storia durante la brutale invasione nazista della Polonia nel 1939 a Varsavia. La signora dello zoo di Varsavia nasce però, in realtà, da un’affiatata collaborazione tutta al femminile: nel 2007 la produttrice Diane Miller Levin legge il libro di Diane Ackerman, The Zookeeper's Wife, che riporta i diari di Antonina Żabińska e rimane così affascinata dalla vera e poco nota storia di questa eroina da coinvolgere la collega Robbie Rowe Tollin per farne un adattamento cinematografico.
La produzione ha coinvolto anche la figlia di Antonina e Jan, Teresa Żabińska, (che vedremo nel film piccolissima di appena un anno)ed è grazie a lei che si è potuta delineare così approfonditamente la figura di Antonina, l'importanza per la cultura e la musica, con cui poteva curare e alleviare i traumi psicologici do quel periodo. Ogni mattina Antonina attraversa il suo zoo in stile liberty in bicicletta, salutando affettuosamente gli animali presenti.Siamo nel 1939 e a breve nella stessa città, migliaia di persone innocenti verranno rinchiuse in un ghetto, intrappolate come animali in uno zoo, ma in condizioni di vita pietose, con poche speranze di sopravvivenza. Un arca di Noè su cui saliranno e verranno portati in salvo ben 300 ebrei.Antonina Zabinski. Una donna complessa e in anticipo sui tempi: moglie, madre, lavoratrice, studiosa, musicista appassionata d’arte, dotata di una straordinaria sensibilità per gli animali, come per le persone Antonina suona il piano e se ne serve per suonare il segnale d’allarme in caso di pericolo, l'ho trovato un importante richiamo al valore salvifico dell'arte:il brano è quello di un’operetta di Offenbach, avviso in codice nel momento in cui tutti gli ospiti dovevano tornare nei loro nascondigli. Nella pellicola emerge inoltre la volontà dello zoologo di riportare in vita bestie ormai estinte, in un sempre ambiguo oscillare tra l’amore per gli animali e il disprezzo per la vita umana. Possibile che uno scienziato amante degli animali possa essere anche un attivo esecutore dello sterminio nazista? Il dubbio e (la rabbia) rimangono. Buon 8 Marzo

mercoledì 7 marzo 2018

Lady Bird di Greta Gerwig. 2017

Come François Truffaut nei suoi “I 400 colpi”, o come Bergman che ha realizzato film che erano diari della sua esistenza, anche Greta Gerwig esordice in questo suo primissimo lavoro con una storia autobiografica, tornando nella natia Sacramento, dove racconta la storia di una ragazza (se stessa) di 18 anni, ambientandola nel 2002 (quando appunto la regista aveva 18 anni). "Chiunque parli dell’edonismo della California non ha mai passato un Natale a Sacramento”. L’incipit del film già ci dice tutto, preannunciando quella voglia di fuga che tutti conosciamo nei nostri paesi natii, il tutto accompagnato dalle note avvolgenti di Jon Brion. Lady Bird è Christine,sedicenne che ha bisogno di spiccare il volo, di uscire dai confini della periferia di Sacramento; la sua priorità è quella di sprovincializzarsi e frequentare un college della East Coast. Vi innamorerete follemente di lei: è ormonale, scostante e sognatrice. In equilibrio precario. Come quando, in una delle scene più riuscite, quella iniziale in macchina con la madre, apre lo sportello e si lancia dall'auto in corsa, esibendo poi quindi nella prima parte del film un gesso rosa shock.
In bilico tra ciò che è e ciò che, invece, la società impone, cercherà quella vena un po'cool che però non le appartiene, sia in amiciia, sia in amore. Timothy Chalamet è il personaggio più riuscito in questa sua ricerca: sofferto adolescente borghese, con idee complottiste e anti-governative, naif anche lui, ma nel senso più profondo, senza via di scampo, già annoiato dalla vita. Lady Bird è cinema indie a 360° gradi, dove si parla della scoperta della sessualità, di omosessualità e depressione con un linguaggio esplicito e diretto. Se questo è il film d’esordio di questa reista che mi è coetanea, non vedo l'ora di vedere i prossimi.

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