martedì 30 agosto 2016

Le Regole del Caos di Alan Rickman. 2015

La differenza tra il mondo di Sabine e quello delle piante sta tutto nella consapevolezza; lei è consapevole di morire dentro, una pianta no.
Al palazzo di Versailles fervono nuovi preparativi: il re Sole vuole un nuovo giardino che celebri la bellezza ed il fascino della sua corte. Viene così indetto un bando per trovare l’architetto/paesaggista che affiancherà André Le Notre il “giardiniere di corte”. E’ lo stesso André Le Notre a condurre la scelta ed inaspettatamente si vede presentare una persona che non si aspettava: un architetto e paesaggista donna. Madame Sabine De Barra è una donna forte, orgogliosa amante della natura, dei fiori e dei giardini poco amante invero delle regole e dei canoni. André Le Notre decide inizialmente di scartare il lavoro di Sabine, ma ne è rimasto talmente impressionato da rifletterci sopra e tornare sulla sua decisione.Un film indipendente dal budget ridotto, eppure 'ricco' nei costumi e nelle scenografie, riadattate in Inghilterra e non in Francia proprio per una questione di 'risparmio'.Tutti alla corte francese, per scoprire con stupore che la principessa Elizabeth Charlotte accetta che il marito, il principe Filippo (un delizioso Stanley Tucci) intrattenga una relazione con il duca Antoine, purché si occupi di lei e dei loro figli.

lunedì 29 agosto 2016

La Famiglia Belier di Eric Lartigau. 2015

"Cosa fai? Chiudi quegli occhi e fa volare la tua anima...".
Belier che in francese significa montone è il cognome di una famiglia formata da madre, padre e due figli adolescenti,tutti sordomuti tranne la primogenita sedicenne Paula. Sono allevatori di bestiame e produttori di formaggi, grazie alla ‘parola' di Paula, l'unica in grado di dialogare con loro (tramite il linguaggio dei segni) e anche con il mondo esterno (attraverso il linguaggio convenzionale).Nella cucina soleggiata e multi-accessoriata la famiglia Bélier inizia una comune giornata di scuola e lavoro. Posate e piatti tintinnano sonoramente: confortanti segni della vita amena della campagna francese. Paula salta in bici, cuffie e va. La sua vita prende una piega diversa nel momento in cui si iscrive al corso di coro della scuola, dove scopre che cantare è la sua vera passione, spronata anche dal suo professore che vorrebbe farla iscrivere ad una delle più importanti scuole di cantodi Parigi. Paula è combattuta, da un lato non vorrebbe lasciare la sua famiglia in balìa di loro stessi ma, dall’altro, il suo desiderio di cantare è molto più forte. Così, la ragazza si troverà davanti ad un bivio, restare o lottare per il suo vero futuro?

domenica 28 agosto 2016

MARIE ANTOINETTE di Sofia Coppola. 2006

Di questa pellicola ho amato fianco i titoli di testa: un contrasto tra il fondo nero e il rosa shocking dei titoli, che non sono accompagnati da una melodia austera che sarebbe peculiare in un film ambientato nella Francia del Settecento, bensì dal ritmo rock-punk che accompagna tutto il corso della pellicola.A Sofia Coppola basta un solo elemento per accostare Maria Antonietta alle teenager del ventunesimo secolo: una scarpa Converse è posta ‘casualmente’ accanto alle innumerevoli paia di scarpette della regina in una delle sequenze più memorabili del film sulle note di “I Want Candy”. La pellicola serve a far interrogare il pubblico circa la stupidita' dei francesi, incastrati in protocolli impossibili che fanno dell'inutile una prioritaria e asfissiante scelta di vita (riflessione che, in effetti, sorge durante la visione), o piu' semplicemente stregare con colori e suggestioni fashion una platea esclusivamente femminile, assetata di abiti, scarpe e art dèco? O entrambe le cose? il messaggio a me è arrivato chiaro.bellissima la storia con il conte, perchè contrariamente a quanto spesso si pensa, la loro non fu una semplice relazione clandestina fatta di attimi rubati, ma una vera e propria storia d’amore basata su un rapporto intimo e profondo, che li accompagnò per tutta la vita. Non ci sono prove certe che fossero amanti a tutti gli effetti, certo era invece che entrambi attribuissero a questo romantico rapporto un’importanza speciale, che gli permise di non dividersi mai veramente, nonostante la distanza che molto spesso li separava. Nel 1784 Maria Antonietta si ritrovò nuovamente incinta, e questa volta era teoricamente possibile supporre che il bambino potesse essere del conte Fersen, dato che per la prima volta le date coincidevano. E’ tuttavia poco probabile credere in una simile eventualità, tanto più che il Re non ebbe mai a mettere in dubbio la paternità del bambino, segno che le sue sporadiche visite notturne alla moglie continuavano.

sabato 27 agosto 2016

Qualcuno da amare di Abbas Kiarostami. 2012

Il professor Watanabe, interpretato da Tadashi Okuno, è un non professionista che ha fatto per cinquant'anni la comparsa senza pronunciare un parola, e che si ritrova a ricoprire un ruolo di primo piano a quanto pare a sua insaputa: è lo stesso Kiarostami ovviamente, come il professore di sociologia, all'epoca al tramonto della sua carriera. Come in Copia Conforme si salvano solo i suggestivi giochi di luce, anche se qui il lavoro è meno intellettuale. Tutto ciò a conferma che l'ultimo Kiarostami è totalmente da evitare.

venerdì 26 agosto 2016

Shortbus – Dove tutto è permesso di John Cameron Mitchell. 2006

In una New York post 11 settembre uomini e donne si ritrovano allo Shortbus, locale underground nel quale inibizioni e vergogna lasciano posto a sesso, libertà, amore e piacere. inno anarchico sulla libertà fisica ed emozionale, apologo sfrenato al sesso e alle sue variazioni (e deviazioni, tutte apparentemente giustificate e giustificabili). Un approccio giocoso, spensierato ed esplicito ma mai volgare. film compulsivo intimamente. Un indie corale, spesso incoerente, ma affascinante proprio per questo.Presentato fuori concorso, con inaspettato successo, al Festival di Cannes. la storia racconta la vita di alcuni personaggi che frequentano lo Shortbus, locale underground di NY, nel quale le inibizioni non sono ammesse e il sesso e la libertà di espressione fanno da padrone. So che sembrerò eccesiva, ma se ogni 16enne, perchè no, anche a scuola, vedesse questo capolavoro di pellicola: il sessismo, l’omofobia, l’ignoranza, e il puritanesimo che stagna nella cultura (soprattutto italiana) della gente di oggi sarebbero annientati. Un amico mi ha informata del fatto che gli attori sono semisconosciuti, splendida colonna sonora ed eccezionale montaggio. Un piccolo capolavoro intimista e umanista, probabilmente il film del secolo, da vedere e diffondere. Perchè non è la bellezza che ci salverà, ma il sesso.
(Non segnalatemi, grazie)

giovedì 25 agosto 2016

Becoming Jane di Julian Jarrold. 2007

Nel tentativo di fare un omaggio a Jane e al suo ricchissimo universo il film Becoming Jane approfitta della quasi totale mancanza di dettagli sulla vita della Austen ( ringraziamo la sorella Cassandra per aver distrutto gran parte delle carte private di Jane) Per quanto forzate possano essere le supposizioni sulla natura del rapporto fra Jane Austen e Tom Lefroy, non c'è però alcun dubbio che i due si siano davvero innamorati e abbiano raggiunto un grado di confidenza notevole, discutendo di romanzi scandalosi come Tom Jones di Henry Fielding e ballando.Per il resto non la definirei una descrizione falsa, quanto sicuramente molto romanzata. Ma siamo sicuri che gli scrittori non lo facciano? che differenza ci sarebbe quindi? Ok, forse Austen non era una femminista, ma non l'ho vista bruciare il reggiseno nel film “Becoming Jane” è un film destinato a dividere.
Di fatto non si tratta di un biografia, ma di una pellicola liberamente ispirata alla scrittrice, ai suoi romanzi e a un libro che ipotizza una storia d’amore sulla base di qualche lettera della Austen alla sorella. Anche io a scuola ho studiato un'impettita zitellona inglese, qui le abbiamo solo reso un po'giustizia.

domenica 21 agosto 2016

Viviane di Romit e Shlomi Elkabetz. 2014

Viviane vuole il divorzio: da mesi ha lasciato il tetto coniugale ed è andata a vivere da un fratello sposato; fa la parrucchiera, non vuole soldi, desidera solo divorziare da dieci anni, da cinque si è decisa a chiederlo. Ma vive in Israele, nazione democratica dove però matrimonio e divorzio sono solo religiosi (anche in Italia sino al 1970, esisteva solo l'annullamento ecclesiastico, difficilissimo da ottenere).
Solo l'uomo può ottenere o concedere un divorzio, facendole cadere nella mani il Gett, il foglio con il suo consenso, pronunciando la frase "da adesso sei permessa a qualunque uomo", come un oggetto senza valore che può passare da un padrone all'altro. Bellissima la scena in cui Viviane, con dei meravigliosi capelli neri, che la religione considera un'arma di seduzione scandalosa, raccolti sulla nuca, in un momento di stanchezza e sfiducia li scioglie e accarezza le ciocche, un gesto sfrontato davanti ai rabbini che la richiamano immediatamente. I rabbini la chiamano donna, mai per nome, vogliono sapere se è stata pura durante la separazione, accusano il suo avvocato di amarla: un testimone dice "questa donna non è retta, l'ho vista in un caffè con un uomo che non era un parente".Un viaggio nella cultura dell’ebraismo mediterraneo, quello sefardita e quello dei mizrahi, degli ebrei impiantati nei paesi arabi – dal Marocco fino all’Iraq – da quasi duemila anni, fino alla fuga ed emigrazione di massa verso lo stato di Israele, o nei paesi europei, negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Prezioso. da vedere.

sabato 13 agosto 2016

Il Club (El Club) di Pablo Larraín. 2015

Pablo Larraín. appena quarantenne e cinque film capolavoro. Il Club (El Club) e si apre con dei versetti strappati alla Genesi: “Dio vide che la luce era cosa buona, e separò la luce dalle tenebre”.
Quattro preti vivono insieme in una casa al confine del mondo, ognuno di loro deve espiare una colpa, laddove senza gli abiti talari indosso si parlerebbe di crimini, quali pedofilia e traffico di minori. Una suora si prende cura di loro, fa da supervisore: esistenza sedata e rigidamente controllata, routine e preghiera, regole esaustive e allontanamento dal mondo. Può durare? No, arriva Sandokan, la voce che grisa nel deserto e fa ritornare a galla il passato: “Penetrazione”, “eiaculazione”, “prepuzio”, il suo mantra è esplicito, fanciullesco, torturato tra significato e significante.il refrain di Sandokan forza l’empatia, tortura le coscienze, perché ha la forza dolorosa del migliore cinema, ossia l’evocazione. quelle molestie s tupri vengono solo descritti, Larraín non si accanisce, ma nemmeno allevia la sofferenza. La posizione morale è la nostra: non solo è scomoda, fa male.Alla Chiesa, a Bergoglio (diciamolo pure) non spaenta l'inferno, ma l'opinione pubblica, la stampa Non c'è un vero pentimento, questo denuncia la pellica, anche suor Monica, la vigilante, racconta di una sua adozione: una bambina picchiata e maltrattata da lei, ma nega l’accaduto e incolpa sua madre di razzismo.

venerdì 12 agosto 2016

The Counselor - Il procuratore di Ridley Scott. 2013

“Io amo le donne intelligenti, ma sono un hobby costoso”
A Juarez. desolata località al confine col Messico tra pick-up e moto in preda ad eccessi di velocità, tra le lenzuola del procuratore del titolo di cui non sapremo mai il nome, Michael Fassbender intrecciato alle sinuose curve di Penelope Cruz, le pratica un cunnilingus (invidia pura) Il suo problema principale è però la liquidità e l’impossibilità di mantenere il suo stile da viveur a cui è abituato. L’occasione giusta si presenta sotto forma di un unico, redditizio affare con il Cartello messicano. Il film sembra suggerire che questo tipi di compromessi sono innati negli uomini. Anche l’amore più puro, così come il diamante scevro da imperfezioni, è pura utopia in questo universo immorale e si declina piuttosto in una ossessione per il sesso ampiamente distorta. Memorabile la scena che mi ha eccitata tantissimo: una perfetta controfigura di Cameron Diaz, in tenuta leopardata, usa il parabrezza di una gialla Ferrari, strusciandosi smutandata e depilata di fronte all’attonito Bardem nell’abitacolo.

sabato 6 agosto 2016

Non è un paese per vecchi di Joel & Ethan Coen. 2007

Quattro Oscar: Non E' un Paese per Vecchi arraffa metà delle statuette per le quali era in corsa. Miglior regia, miglior film, sceneggiatura non originale e attore non protagonista (Javier Bardem). Texas, fine anni '70. In seguito a una sparatoria tra narcotrafficanti avvenuta nel deserto, un reduce del Vietnam, trova sul luogo della strage, in pieno deserto, una valigetta con due milioni di dollari. Questa sarà la sua condanna: infatti, dopo averla presa, la sua vita diventerà un inferno. Sulle sue tracce si metterà Javier Bardem, uno spietato serial killer, a conoscenza del contenuto della valigia. Un uomo folle, che non esita a uccidere per puro piacere, e che lascerà durante il suo inseguimento una lunga scia di morte.
Adattamento del romanzo di Cormac McCarthy, il film dei Coen è perfetto. Al vecchio e malinconico sceriffo Bell il ruolo di (impotente) interprete morale dei fatti e dei tempi che corrono. L'esito è mortifero: l'anelito etico dello sceriffo è tanto intenso quanto vago e inutile. Perchè alla fine il male vince: Anton uccide Llewelyn e riprende possesso della valigetta, lo sceriffo che non è riuscito a proteggere l’uomo come doveva proteggere, decide alla fine di appendere il cinturone al chiodo e di andare in pensione. Il cattivo vince e il buono si arrende. Non se ne vedono tante di storie così, eh?

venerdì 5 agosto 2016

Seta di F. Girard, 2007

"Tornate o io ne morirò."
Bastano queste poche parole scritte in giapponese per far perdere i lumi della ragione al giovane francese Hervè – novello sposo di Helene – e per non dimenticarsi più della giovane giapponesina incontrata in un suo viaggio in Oriente. Girard affermò di essersi attenuto il più fedelmente possibile alle pagine del romanzo, e che lo stesso Baricco aveva controllato il risultato delle riprese e seguì la lavorazione, dando anche qualche consiglio qua e là. Il risultato è un film sottotono, bello esteticamente ma senza spessore, vuoto: in pratica bello senz'anima.Dalla Francia alla Turchia, le uova dei bachi da seta manifestano una strana malattia, così Baldabiou incarica Hervé di andare in Egitto a comprare bachi non ancora infetti. Quando Hervé torna dal suo viaggio, Baldabiou scopre che anche questi bachi sono stati contagiati. Baldabiou allora implora Hervé di andare più lontano... alla fine del mondo, nell’unico luogo dove le uova di baco da seta sono perfette.
Michael Pitt, nel ruolo del protagonista, è meno espressivo dei bachi da seta che devono ancora schiudersi, attraverso i suoi occhi ci annoiamo mentre offre allo spettatore una scarsa interpretazione, molto piatta e monocorde.Il film si apre con la ragazza giapponese che si immerge nelle acque di un lago orientale e si chiude – in maniera circolare- con la figura della moglie che si immerge nelle stesse acque a dimostrazione del fatto che, capendo i suoi errori, ha cancellato dalla memoria dei ricordi legati alla donna giapponese.

giovedì 4 agosto 2016

Elephant di Gus Van Sant. 2003

Una highschool americana, in un mattino qualsiasi, pochi minuti prima che passasse alla storia ospitando la sua sanguinosa strage."Questa deve essere una giornata divertente"; così dice, più o meno, uno dei due ragazzi che di lì a poco farà una strage nel liceo Colombine. Si passa in rassegna il quotidiano degli studenti, immersi nel vuoto del proprio habitat naturale.La macchina segue i ragazzi di spalle, sono attori non professionisti e li lascia improvvisare.
Il tempo della narrazione è stagnante: come un disco inceppato, viene continuamente ripercorso, seguendo le tracce dei diversi personaggi che in comune hanno solo la propria incomunicabilità. Il racconto li abbandona momentaneamente per ritrovarli dove li ha lasciati e per farli procedere di pochi passi alla volta. Al fianco di studenti disinvolti ce ne sono altri con evidenti problemi di autostima. Nel loro abbigliamento da ginnastica accollato e dietro un paio di occhiali concentrati sulla gestione dei libri della biblioteca, alberga la goffaggine, la paura del proprio odore, l'inno prematuramente accelerato al pudore, in modo da tener celata la vergogna nel mostrare la fisicità. L'elefante del titolo è quello "della sala da pranzo"che gli americani non si accorgono di avere, impegnati come sono a espandere e celebrare la propria cultura.In quella scuola sono morte 15 persone, altre 28 sono rimaste ferite. Perché? Il documentario di Michael Moore ha vinto l'Oscar in America, questo film di Gus Van Sant la Palma d'Oro a Cannes, ma una ragione a questo massacro ancora non si è trovata.

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