domenica 29 gennaio 2017

The Overnight di Patrick Brice. 2015

Stravaganze dell'ultimo sabato sera di gennaio. Inizialmente una commedia leggera, quasi una sit.com: c’è una coppia appena trasferitasi da Seattle a Los Angeles che ne conosce un’altra benestante e molto cool. Da qui un invito a cena nella loro bella e lussuosa villa californiana. Il film è inedito in Italia e l'ho voluto vedere perchè bollato troppo frettolosamente come commedia sexy. In realtà è una commedia indie (première al Sundance con passaggi al SXSW e al Tribeca) ma il regista gioca, si diverte e il risultato è per me unico. Tutto accade in una sola notte: rivelazioni, timori, bugie, psicanalisi spicciola e sorprese continue. Non c'è un vero plot, ma i dialoghi sono eccezionali ( uno dei protagonisti maschli ha anche altro di eccezionale,ma vi lascio la sorpresa della scoperta) Un ritratto originale e genuino - senza peli sulla lingua come piacciono a me- delle giovani coppie della middle class americana di oggi.

lunedì 9 gennaio 2017

Dio esiste e vive a Bruxelles (Le tout nouveau testament, Jaco Van Dormael, 2015)

Montato durante i brutti giorni degli attentati alla sede di Charlie Hebdo, Dio è un annoiato e dimesso signore di mezza età ( l’attore belga Benoit Poelvoorde) che vive a Bruxelles con moglie e figlia e che ha come effettivo divertimento quello di tirare le fila di tutte le nostre esistenze da un computer situato in una stanza super-blindata. Sua moglie non è la Madonna e sua figlia è una ragazzina ribelle che non ne vuol proprio sapere delle passioni un po’ crudeli del padre e si diverte anzi a dialogare e a confidarsi un po’ con la ‘figurina parlante’ del fratello J. C. (Jesus Christ), che l’ha preceduta nell’‘indipendenza’ da un padre così ‘ingombrante’. La sua indipendenza comincia, invece,da un oblò della lavatrice e dopo aver superato un lungo e angusto corridoio, la ragazzina cerca sei nuovi ‘apostoli’ per scrivere il suo ‘Nuovo Nuovo Testamento’, facendo in modo che gli apostoli diventino così 18, per la gioia della madre, che avrà infatti un ruolo-chiave alla fine del film.
Questo burbero Dio passa il suo tempo a rendere “leggi” (un po’ come quelle di Murphy) spiacevoli situazioni di vita quotidiana come “una fetta biscottata con marmellata che cadrà sul pavimento lo farà sempre sul lato sbagliato” o “la fila accanto alla tua andrà sempre più veloce”. Ha creato Bruxelles solo perché si annoiava, ma è lì che dovrà “scendere” se vorrà recuperare la figlia Ea colpevole di avergli mandato in tilt il pc e inviato a tutti i cittadini un sms con la data della loro morte.Ed allora ecco che non si può più aspettare per lasciare la propria moglie che non si ama più o per vestirsi da ragazza anche se si è maschietti o, addirittura, per diventare vittima di un colpo di fulmine con un gorilla conosciuto al circo (Catherine Deneuve in uno dei suoi ruoli più dissacranti di sempre). Bruxelles è grigia, alla Jacques Brel, città dove i musulmani sono la comunità più numerosa, dove esistono gruppi di fanatici che perseguitano chiunque (altri musulmani inclusi) non rispetti alla lettera la legge coranica. Un film imperfetto, ricco di toni trasognati che suggerisce: Il paradiso è qui e ora, non dopo la morte. Non vivremo a lungo. Godetevela e fate ciò che vi rende felici

domenica 8 gennaio 2017

Confessions di Tetsuya Nakashima. 2010

«mia figlia è stata uccisa, e i due assassini sono in questa classe».
Le parole sono dell'insegnante, che si congeda in questa sua ultima lezione, senza però non lasciar presagire il sapore della sua vendetta di madre. Il gessetto stride ferocemente sulla lavagna. L’ideogramma tracciato dall’insegnante, “vita”, si traduce in un suono sgraziato e urticante che attira finalmente l’attenzione di una classe più che distratta. I due mostri sono Studente A e Studente B. Non sappiamo da subito chi siano, ma ne avvertiamo l'ambiguità; si scambiano sms con su scritto frasi del tipo: «Io so chi è il colpevole», chiosati da emoticon a forma di cuore e capiamo, che nonostante sia morta una bambina, per loro l'intera vicenda altro non è che l'ennesimo gioco.E' un film interessante per chi voglia avere una panoramica sul disastroso stato di disgregazione sociale che il Giappone si trova a vivere dagli anni '80 a questa parte. Il film denuncia la legge secondo la quale i minorenni sotto i quattordici anni non debbano pagare per i propri omicidi, un provvedimento vecchio rispetto ai tempi che corrono, dove i giovani sono molto più svegli e più intelligenti (o disturbati?) di quanto non lo fossero stati in passato. Sicuramente molto più psichico di quanto voglia essere vendicativo. Un piccolo capolavoro. Di narrazione ed estetica.

giovedì 5 gennaio 2017

Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen. 2008

"Scarlett è una donna incredibilmente attraente. È bellissima, è sexy in un modo tutto suo e l’obiettivo la adora. Se lei fosse qui, uno penserebbe: 'Carina, dal vivo'. Ma in fotografia la bellezza diventa ancora più evidente. Penélope è diversa. Sullo schermo è incredibilmente bella - una delle donne più belle della terra. Ma quando la incontri dal vivo, è ancora più bella. Da non crederci... Quando ho incontrato Penélope per la prima volta - l’avevo vista nel film Volver pensando fosse bellissima - non potevo credere quanto fosse stupenda... era come... celestiale, come se fosse scesa da Marte o Giove.” Woody Allen, 2008 Trentanovesimo film di Allen, il primo girato in Spagna, il terzo con Scarlett Johansson, ultima delle sue muse ispiratrici.
L'amore secondo Allen. Punto. Solo lui ne sa davvero parlare, ed è per quanto che quando ho voglia di passione, follia, violenza e gelosia tutte insieme, riguardo i suoi film, l'amore è romantico solo se inappagato fa dire ad uno dei sui protagonisti. La chiave è questa. Non sono clichè. E poi bicchieri di vino lungo tutto l'arco della pellicola, la solare Barcelona e le labbra della Johansson e un'accigliata, con i capelli arruffati Cruz.Comunque una domanda rimane: possiamo trovare tutto in un solo oggetto d’amore? E questo oggetto può mancare di qualcosa che siamo condannati a inseguire, nella realtà e nella fantasia, per tutta la vita?

mercoledì 4 gennaio 2017

Burn After Reading - A prova di spia di Joel & Ethan Coen. 2008

l'analista dei servizi segreti Osborne Cox (John Malkovich) riceve il benservito nell'ufficio dei suoi superiori: beve troppo, è inaffidabile, sta diventando una grana. Allora, steso sul divano, incide le sue memorie su un registratore, che la moglie fedifraga Katie (Tilda Swinton) scarica su cd per farne un'arma in vista dell'imminente divorzio. Ma il disco viene perso dalla segretaria dello studio legale cui Katie si è rivolta e finisce in mani sbagliate: una coppia di istruttori di una palestra. Linda e Chad, che cominciano a ricattare Cox. Il maniaco delle corsette e degli amplessi fugaci Harry Pfarrer (George Clooney) salta fra la moglie dell'agente segreto e la bionda Linda, che è in cerca di soldi per restaurare un fisico che «è arrivato al capolinea». Chiusura di film bellissima: alla Cia fanno il riassunto di cosa è successo, del sangue versato, dei rischi corsi; la conclusione è che non si è capito il perché tutto sia successo.
Una dark comedy, con una spy story demenziale che fa il verso non solo ai grandi classici del passato, ma anche ai più recenti action movies, con ambientazione in Virginia. Difficile non pensare a Bush, tutti i personaggi sono ossessionati dall’idea della sicurezza e vivono con il perenne terrore di essere spiati.

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