giovedì 18 febbraio 2010

Il concerto. Radu Mihaileanu. 2010

Mosca. Diversità etniche in concerto. Ancora una volta, come già in Train de Vie, zingari, rumeni, ebrei, russi, francesi e comunisti. Tanta ironia grottesca di fondo. E poi la musica, quella classica, da Mozart, fino al concerto in re maggiore n° 35 per violino ed orchestra di Cajkovskij. In gioco personalità tra loro diversissime, accomunate dal suono di uno strumento musicale. La musica guarisce, unisce, dà pace, sazia. Una pellicola surreale e folle, giocata sul multilinguismo e sulle tante storpiature linguistiche: francese, russo, romeno, inglese e vari dialetti accozzati insieme. (- Anne Marie: Buongiorno...- Andrei: È una vera erezione conoscerla...- Anne Marie: Famoso temperamento slavo dico bene?)
Andreï Filipov è il più grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica, dirige l'Orchestra del Bolshoi quando viene licenziato, proprio all'apice della sua carriera. Si rifiuta di lasciare i suoi musicisti ebrei, tra cui il suo migliore amico Sacha (un grassone riccio, capelluto e simpatico). Il film comincia trent'anni dopo questo triste epilogo. Filipov lavora ancora al Bolshoi. Ma solo per tenerlo lindo e splendente. Fa l'uomo delle pulizie. Scopa e paletta hanno preso il posto della bacchetta. Quando una sera, mentre è nell'ufficio del direttore, legge un fax indirizzato alla direzione del Bolshoi: è del Théâtre du Châtelet che invita l'orchestra a suonare a Parigi. Da qui ha inzio la parte più folle della sceneggiatura: riunisce i suoi vecchi amici musicisti (tutti hanno smesso di suonare e si arrangiano come possono), e li porta a Parigi, spacciandoli per l'orchestra del Bolshoi. L'orologio segna l'ora della rivincita. Catartico e liberatorio il concerto finale, simbolo della dignità rubata e ritrovata e della rivalsa su Brezniev e sul suo regime liberticida.
Un film leggero, ma di grande eleganza e maestria. E ve lo garantisco, assistere alla messa in scena...sarà una vera erezione!

Nessun commento:

Posta un commento

Coming Soon