
Bello. Bello perchè non lineare, non canonico. Salvatores ha di sicuro il pregio di non essere mai banale e di saper stupire con le sue bizzarrerie. Ricordate Amnesia? Se no, recuperatelo!
La domanda marzulliana di fondo rimane e ve la giro, sia mai che qualcuno sul serio poi alla fine ci capisca qualcosa: è la commedia che racconta la vita come se fosse un film o è un film che racconta la vita come se fosse una commedia? Il cinema si mescola e fonde al teatro, con l' aprirsi e chiudersi simbolico del sipario, nella prima e nell’ultima scena. Meta-teatro, molto simile ai sei personaggi pirandelliani in cerca d'autore. Ed echi anche Alleniani, Ezio è uno dei suoi personaggi, interagisce con loro: Caterina, la ragazza di cui si innamora anche nella sceneggiatura, è , in realtà la sua vicina di casa. ("Caterina: Ma sei Ezio! Quello dell'incidente? Che sfiga che hai avuto!- Ezio: Che figa che sei...) Finzione nella finzione, con un falso finale: "Potrei andare avanti a raccontare questa storia, ma preferisco chiudere qui". Tutto si fa nero ed appare l'happy end, non alzatevi per andar via. Ciack! Si ricomincia! “Mi sa che ci siamo già visti in Marocco io e te”, dice allusivamente Abatantuono, padre della ragazza che vuole sposare il figlio (gay) di Fabrizio Bentivoglio. Gia'si son visti pero' in un altro film: Marrakesh Express. I due capifamiglia son molto diversi, ma uno troverà nell'altro un vero amico, tra i due c'è feeling, improvvisazione, si nota l'amicizia anche fuori dal cast, le scene tra i due sono, infatti, le più riuscite e le più divertenti. Bellissimo anche l'omaggio a “I Soliti ignoti” e le immagine in bianco e nero sulla Milano notturna. Tante le citazioni ed i dettagli. Originale e divertente. Merita, merita. Ve lo consiglio!