“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
domenica 27 novembre 2011
Before rain (Prima della pioggia). Milcho Manchevski. 1994
Mentre guardavo questo film ho vestito i panni della critica d'arte e ho visto davanti a me uno sfarzoso trittico di storie, scandito tra parole volti di Londra e immagini. Sullo sfondo una pittoresca Macedonia, l'immotivato e cruento odio interetnico, il fanatismo fondamentalista che ha dilaniato la ex Iugoslavia.Protagonista un affascinantissimo fotoreporter, che esule da Londra torna nel natio villaggio macedone e ritrova l'amata albanese di un tempo.
Ma la scansione temporale è sovvertita, quindi la storia non è propriamente come ora io ve la rendo. Tutto questo vi coinvolgerà e stupirà molto di più.
La storia è quella di Aleksandar, un famoso fotografo che torna nella sua Macedonia dopo tanti anni di reportage in giro per il mondo che gli valgono riconoscimenti e premi. Non ha paura della guerra, e nonostante gli si raccomandi di non farvi ritorno, la gioia di ritrovare amici e parenti vincono sul resto, chi non è violento rifiuta di credere alla violenza forse e questo gli sarà fatale. Una ragazza albanese uccide un pastore macedone ed Aleksandar cerca di difenderla dalla violenza che le spetterebbe. La ragazza riesce a fuggire e si rifugia in un monastero, aiutata da un giovane monaco macedone.
Anche Manchevski è macedone d'origine e trapiantato negli USA, regista di videoclip di successo, potrebbe quindi narrare una storia autobiografia, ma decide di ingarbugliare le carte, forse per sottolineare il non-sense che di fondo permea questa pellicola.
Il cerchio non è rotondo si legge ad un certo punto in una scena del film e ad un certo punto ho quindi capito anche io che il viaggio Londra-Macedonia che il fotografo intraprende è dunque un viaggio indietro nel tempo, perchè se il cerchio non è rotondo il Tempo non si ferma e quindi non muore. Una nota di speranza incisa nella professione stessa del fotoreporter che appunto immortala gli attimi, ferma il Tempo con i suoi click e lo rende eterno. Le regole geometriche (e non solo) vengono sovvertite: un cerchio rotondo presuppone una sosta, quindi la morte del punto di partenza da cui iniziamo a tracciare la linea circolare. Il cerchio non è più quel circuito che noi immaginiano, in Before the rain dopo un po'i conti non vi torneranno più. Un cerchio-non-rotondo nell'assurdità della guerra. Ma il destino comunque, se anche ci spererete fino alla fine, non verrà cambiato: il Finale coincide con l'Inizio, perchè il tempo non muore, ma la vita si.
E il fotografo ossessivamente torna a ripetere: Prendere posizione, e quando tardi a mettere dei punti fermi nella tua vita, è lei stessa che li mette per te. Un taglio documentaristico misto ad immagini profondamente poetiche che rafforza ulteriormente lo spaesamento di fronte ad una realtà-realisticamente-irreale.
Lasciatevi andare e godetevi questo spettacolo. Buona visione
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