il "monumento" a Pasolini, le condizioni in cui era nel 1993, frame del film.
Questo il mio omaggio a P.P.P. per il suo compleanno. Si può vivere senza Vespa, senza Beautiful, senza elettricità, senza un medico che sappia ascoltarti, senza Pasolini? Si, ma si vive male. E così Nanni Moretti in questo film autobiografico finge sopralluoghi per guardare le case da dentro: " Si, la cosa che mi piace più di tutte è vedere le case, vedere i quartieri [...] però non mi piace vedere le case solo dall'esterno, ogni tanto mi piace vedere anche come sono fatte dentro, e allora suono a un citofono e faccio finta di fare un sopralluogo". Un tuffo nelle borgate romane d'inizio anni 90, tra le isole, e un viaggio più intimo nel calvario di una malattia. Un film intimo. Fin troppo. "Sa cosa stavo pensando? - dice Nanni fermo ad un semaforo ad un tipo in cabriolet che non l'ascolta nemmeno- Io stavo pensando una cosa molto triste, cioé che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c'è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un'isola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone".
Si sente addosso il vento caldo che Moretti taglia in Vespa nell'afa di agosto, quando "in città danno solo pellicole assurde", il trash del cinema americano. Il critico de Il Manifesto consiglia Henry, pioggia di sangue. Lui che ha sempre sognato di sapere ballare guardando FlashDance, si ferma a gustare merengue e salse caraibiche di festini latino.americani estivi. E questo primo episodio, che lui racconta a mho di pagina di diario, intitolato In vespa si apre con la Garbatella e si chiude simbolicamente ripercorrendo il sentiero dove fu ucciso Pasolini, a Ostia. "VOI gridavate cose orrende e violentissime e VOI siete imbruttiti. IO gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne".
Nel secondo episodio Isole cerca un posto tranquillo dove trascorrere le vacanze: le isole Eolie, prima a Lipari presso un amico che è lì per studiare,poi a Salina, dove s'imbatte in un educazione alternativa che viene impartita ai figli: eccezionale la scena delle cabine telefoniche e dell'amico che dopo trent'anni vissuti senza tv, diventa improvvisamente teledipendente.
Nel terzo e ultimo episodio Nanni racconta la sua esperienza (reale) con la malattia, e soprattutto con l'incapacità da parte dei medici di ascoltare, l'ascolto è una delle principali mansioni di un medico - sembra suggerire criticamente il malato Moretti-. Fastidiosi sintomi di prurito, insonnia e sudorazione eccessiva fin quando scopre di avere una forma curabile di tumore."Una cosa però l''ho imparata da tutta questa vicenda. No, anzi, due. La prima è che i medici sanno parlare, però non sanno ascoltare, e ora sono circondato da tutte le medicine inutili che ho preso nel corso di un anno. La seconda cosa che ho imparato è che la mattina, prima della colazione, fa bene bere un bicchiere d'acqua".
Da cornice le splendide colonne sonore di Nicola Piovani e l'interpretazione di Moni Ovadia con le sue perle di saggezza: "Io non esco mai, perché gli uomini sono spaventosi".
Buon Compleanno, a me è piaciuto renderti omaggio così. Grazie e scusaci.
Niente male davvero, questo omaggio.
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