“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
giovedì 18 luglio 2013
Les petits mouchoirs di Guillaume Canet. 2010
...come posso spiegarti... ecco, amo le tue mani.
Ti giuro che non so cosa mi succede ma è qualche mese che sento una cosa strana quando ti vedo.
Eppure non sono gay, non sono omosessuale, è solo con te.
Voglio dire che è solo con te che sento questa cosa e quindi cerco di capire...
E' vero che io ti ho sempre ammirato: amo la tua personalità, il modo in cui ti batti per le cose ed anche i tuoi difetti, io li amo!
E poi sei sempre stato una valvola di sfogo per me.
Sei il mio amico, il mio confidente,e d all'improvviso adoro quando ci abbracciamo per salutarci o quando guardiamo le partite, sai, quando saltiamo e ci stringiamo capisci?
Anche solo il contatto fisico è strano, mi smuove qualcosa!
Un film corale. Un piccolo capolavoro snobbato fatto di un gruppo di amici, quarantenni, ognuno con dei difetti messi in evidenza nel film, apparentemente ‘affettuosi’ ma in realtà bugiardi ed egoisti. Infatti nonostante uno di loro sia in condizioni gravissime in ospedale, in terapia intensiva in seguito ad un incidente, il gruppo decide comunque di partire per le programmate vacanze, ‘abbandonando’ di fatto per due lunghe settimane l’amico di sempre.
Ansiosi, egositi, nevrotici, omofobi, sessualmente liberi ma poi sentimentalmente problematici e mentre uno di ‘loro’, lotta tra la vita e la morte, loro gli sono vicini godendosi la barca, il sole, la spiaggia, ricchi pranzi a base di pesce fresco.
Una storia che non ha nulla di originale, ma che ti fa ridere (ho riso davvero tanto)ma non è un film comico e piangere senza essere un film drammatico.
Ludo è l'uomo che apre il film con il suo sballo e il suo incidente, l'oramai celebre Jean Dujardin, di The artist. il ricco, omofobo e prepotente Max (il padrone di casa) è François Cluzet protagonista di Quasi amici, emblema di quel benessere: soldi, lo yacht, la casa al mare che non significano "star bene".
Stupenda la scena finale del funerale ( bhe scusate lo spoiler ma l'amico muore) in cui il vecchio amico del molo compare bermuda, maglietta e un misterioso sacco in spalla durante la sepoltura (non vi dico il contenuto, emozionatevi, come mi sono emozionata io)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento