“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
giovedì 30 gennaio 2014
Jona che visse nella balena di Roberto Faenza. 1993
Gennaio, mese della memoria
Jona Oberski ha quattro anni e vive ad Amsterdam con i genitori quando, dopo l'occupazione della città da parte dei tedeschi, la sua famiglia finisce nel campo di Bergen-Belsen. Spesso sono proprio i bambini ad aver salvato la memoria, bambini cresciuti troppo in fretta che si atteggiano a grandi ma dall'animo ancora candido di chi non dovrebbe ancora conoscere il male. Il lager diventa il ventre della balena dal quale uscire. Jona ne esce. Con sofferenza, ma da eroe. E oggi è uno scienziato assai noto ed ancor più noto per la sua autobiografia, tradotta e diffusa ovunque, dalla quale il film è tratta.
In nessun lager i bambini e i vecchi fuorno ospitati, la storia questo ci racconta, spesso nei film questo finale è disatteso, mai mariti e donne divisi potevano incontrarsi (men che meno fare l'amore!)
Tanto di cappello ad ogni film che conserva la memoria, ma proprio perchè la memoria sia ricordata ci piacerebbe fosse meno adulcorata.
Noi non vi dimentichiamo. Mai.
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"La maestra mi faceva cantare. Però io non riuscivo perché non capivo le parole".
RispondiEliminaL'avevo visto alle medie e lo ricordo poco. Solo quella tristissima Gam Gam che poi avevano trasformato in un ancora più triste successo truzzo.
Un film scolastico. anche io lo conserverò per i miei alunni.
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