“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 10 settembre 2014
I fiori della guerra di Zhang Yimou. 2011
Dedicato ai tanti sacrifici delle donne
Dicono che le prostitute non hanno cuore. Quindi domani facciamo qualcosa di onorabile per i nostri cuori.
Nel dicembre del 1937, durante il conflitto sino-giapponese, le truppe del Sol Levante conquistano la città di Nanchino al termine di un sanguinoso assedio. Pare questo sia uno dei film più costosi mai realizzati in Cina, anche se i veri fatti e numeri legati al massacro di Nanchino sono tuttora poco chiari e controversi, ma un plauso al regista perchè si tratta di una tragedia sconvolgente e poco conosciuta ancora purtroppo in Occidente e questo è già un buon motivo per vedere il film, che pure si limita e non la rende nella sua immensa dimensione.
Christian Bale è un becchino arrivato a Nanchino nel 1937, in piena guerra sino-giapponese, per seppellire il prete cristiano di una chiesa locale. Giunto sul luogo, scopre che questo non è disabitato, ma occupato da decine di ragazze fuggite dalla crudeltà della guerra, sperando che la sacralità della dimora le salvasse dal brutale conflitto. Quando l'esercito invasore irrompe nel luogo sacro, con lo scopo di violentare le giovani, Miller sceglie di fingersi uomo di chiesa e garantire così la loro incolumità. L'arrivo di un gruppo di prostitute, anch'esse in fuga, dopo i primi contrasti, creerà un forte legame tra persone così diverse, che si troveranno a lottare insieme per una comune possibilità di salvezza.
Probabilmente questo film meritava un passaggio nelle sale cinematografiche prima della distribuzione in home-video. Non è stato gradito il patteggiare spudoratamente per i cinesi? La storia questa è. Non si può mica riscrivere. C’è solo un personaggio giapponese apparentemente positivo: il colonnello che va a chiedere scusa per il tentato stupro operato dai suoi soldati. Ma non è poco, giacché l’esercito nipponico, nel massacro di Nanchino, commise stragi e atrocità ben documentate ai danni di circa mezzo milione di persone, compresi donne e bambini. Curioso aspettarsi un film più “comprensivo” da parte di un regista cinese. Pellicola rispettabilissima, onesta e di rara bellezza: le immagini all’interno della chiesa – illuminata da una grande vetrata policroma che va in frantumi per i proiettili – sono qualcosa di paradisiaco.
Fantastico Bale nei panni di un falso prete (inizialmente solo per convenienza, poi per altruismo - si scoprirà il suo dramma familiare-), che “ricorda il catechismo qualche volta quando è ubriaco”, innalza una preghiera molto vera quando diventa eroe, pregando – sfumatura non scontata – per gli altri. Nel 1937, anno in cui si svolge la vicenda, la Chiesa era ancora libera; la sua effettiva messa in clandestinità a causa del Partito comunista si avrà con la creazione dell’Associazione patriottica cattolica cinese, vent’anni più tardi.
Recuperatelo!
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