“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 3 settembre 2014
Il futuro di Alicia Scherson. 2013
«tutta la scrittura è porcheria. Le persone che escono dal vago per cercar di precisare una qualsiasi cosa di quel che succede nel loro pensiero, sono dei porci»
Roma. Bianca e Tomas restano orfani a seguito di un incidente che ha causato la tragica morte dei loro genitori. Da quel momento, come un fulmine a ciel sereno, ai due non resta che crescere di botto e farsi una vita. Vada come vada. E va che i poveri fratello e sorella s’imbattono in due scansafatiche (tra cui uno è Nicolas Vaporidis, qui anche in veste di produttore associato), che escogitano il “colpo da maestro”: intrufolarsi nella villa di un attore sepolto sotto le macerie del tempo, messosi in mostra per il suo bel fisico e per una lunga serie di film in cui ha interpretato sempre lo stesso ruolo, quello di Maciste. Bianca è asettica in tutto il film, deve trovare la chiave che apre la cassaforte di Maciste. Ma avrà la sua prima cotta, anche se descritta in una maniera veramente banale. Ma poi perchè è sempre così oliata? Lui con mani grossolane le prepara sandwich e le chiede delucidazioni in merito al colore del proprio sperma. Un film veramente vuoto.Fallimentare. Una porcheria.
Tuttavia ringrazio la giovane regista cilena e tutti i registi che, in Italia, ci parlano di angoli nostrani.
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