“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
domenica 19 giugno 2016
To the Wonder di Terrence Malick. 2012
Forse solo David Lynch, negli ultimi venticinque anni, è riuscito a costruire un mondo audiovisivo così denso e originale nel conformismo del cinema americano. Come lui, Malick.
“Neonata. Apro gli occhi. Fondo. Nella notte eterna. Una scintilla”: sono le prime parole pronunciate dalla voce interiore di Marina (Olga Kurylenko)
Perchè anche qui, come già in The Tree of Life, l’essere umano è caduto nel mondo, gettato nella prigione terrestre, addormentato, ignaro della propria reclusione nella vita mortale e dimentico della scintilla divina che, sopita, dimora in lui. Venire al mondo significa dunque precipitare nell’oscurità della materia, nell’inconsapevolezza della propria origine, nella perdizione. La creazione non è opera della bontà divina, ma il prodotto di una divinità malvagia (Demiurgo): è tenebra, divisione, incompletezza, corruzione. Creazione sta per catastrofe, in una parola. E quindi l’amorosa meraviglia evocata e raffigurata non è che un ininterrotto e seducente catalogo di errori.Neil, ispettore ambientale, incontra Marina, madre single che vive a Parigi con la figlia, Tatiana, dopo che il compagno l'ha lasciata. Quando incontra Neil si innamora perdutamente e decide di lasciare la Francia per gli USA. Qui però la bambina fatica ad ambientarsi e Neil non sembra in grado di amare la donna fino in fondo. Per questo, alla scandenza del permesso di soggiorno, Marina decide di tornare a Parigi, mentre Neil riallaccia il rapporto con una sua amica d'infanzia. Marina, tuttavia, dopo che la figlia torna a vivere con il padre, decide nuovamente di tornare in America per sposare Neil, che dovrà scegliere a chi rivolgere i propri sentimenti. Una storia che in qualche modo si intreccia con quella di Quintana (Javier Bardem), un prete cattolico che di fronte ai mali della società nutre dei dubbi nei confronti della sua vocazione.
Credere nell’incorruttibilità della relazione sentimentale, anche quella del sacerdozio, significa consacrarsi alla menzogna, scambiare l’ignoranza per conoscenza, l’apparenza per verità: “Questa certezza è così forte che ti appartengo”, mormora sempre Marina che presto tradirà il marito Neil, scoprendo dentro di sé l’esistenza di nature conflittuali (“Dio mio, che guerra crudele. Ci sono due donne dentro di me. Una piena di amore per te, l’altra mi tira verso la terra”).
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grazie per tutti!!!
RispondiEliminabacci
mi piace molto la publicazione!!!
:)
Sarebbe bello se si mettessero in chiaro le fonti da cui ai prelevano quelle che sono citazioni a tutti gli effetti http://www.ondacinema.it/film/recensione/to_the_wonder.html
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