“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
martedì 6 settembre 2016
Non essere cattivo di Claudio Caligari. 2015
È l’ultimo film del regista Claudio Caligari, morto a 67 anni nel 2015. “La vita è dura e se non sei duro come la vita non vai avanti”, dice Cesare, il più mosso, nevrotico, aggressivo dei due amici protagonisti. “I sòrdi ce vonno”, e di conseguenza lo spaccio, perché “tanta gente ce campa”. I cattivi non sono solo cattivi, e non sempre è colpa loro se lo sono.
Ostia di metà anni 90, sul lungomare autunnale, un non luogo per eccellenza: il lido della Capitale ripreso allo spegnersi delle luci estive. Lì, tra il nulla e il vuoto, c'è la storia di Cesare e Vittorio, amici per la pelle da quando erano ragazzini, che tentano strenuamente di dare un senso alle loro giornate sballandosi in continuazione e inframmezzando il rito del "farsi" con piccole attività illecite, utili giusto per comprare la prossima dose da "spararsi". Qualche spaccio al molo, qualche truffa facile facile, magari qualche scippo o rapina non troppo rischiosi. Questa è la loro vita, costellata di presenze simili a loro: giovani e meno giovani emarginati da un progresso che li ha relegati ai margini della società, scarti umani che provano a sopravvivere all'ombra della Roma ripulita dei primi anni 90.
"Non essere cattivo", il titolo, è stampato a caratteri cubitali su una maglietta che la piccola Debora infila al suo orsacchiotto. Un invito, una raccomandazione, una speranza. Ma il fatto è che nessuno è davvero cattivo.Soprattutto Linda che trascina Vittorio fuori dalla merda, ma poi chiede secca «te basta quello che avemo?»; Viviana, che crede contro ogni evidenza al futuro costruitole da Cesare dentro una catapecchia pericolante. Forse, a essere cattiva, è Ostia: quella spiaggia infinita battuta dal vento che coltiva siringhe tra gli ombrelloni, quei quartieri popolari che sulla fine del millennio vanno imborghesendosi, tranciando fuori chi non s’adegua o non sa adeguarsi, quel mare da non guardare «che sinnò te vengono i pensieri». Di un altrove che non c’è. Ma se vi è capitato di essere più o meno giovani in una qualsiasi periferia degli anni 90, Non essere cattivo vi sembrerà familiare: stesso paesaggio urbano squallido, stesse facce tese, stessi occhi sul punto di schizzare dalle orbite, stesso drammatico deserto di alternative, di prospettive, di senso.
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Splendido film, imperfetto ma vitale come pochi!
RispondiEliminagrazie per tutti!!!
RispondiEliminabacci
mi piace molto la publicazione!!!
:)