giovedì 3 ottobre 2019

Joker di Todd Phillips. 2019

L’idolatria di questo ultimo mese- a seguito delle proiezioni in anteprima tra Venezia e Stati Uniti, ha generato un po'di confusione tra le performance del suo protagonista, un Joaquin Phoenix davvero davvero spaventoso e il resto del film. Quando un'opera è attesa in maniera spasmodica il rischio delusione delle aspettative è altissimo, soprattutto se il film è strutturalmente esile e con una trama fin troppo lineare. Arthur piange quando ride e lo fa in modo incontrollato, soprattutto quando un'ingiustizia lo sta opprimendo tanto da strozzargli il respiro.
Vive ai margini di Gotham City (chiaramente la New York violenta dei primissimi anni ‘80) invasa dalla spazzatura, una depressione economica ha mandato allo sbando la città, i tagli ai servizi e all’assistenza ai più deboli hanno prodotto un diffuso malessere sociale e un sentimento di odio nei confronti della politica e della borghesia, bersagli dell’odio degli emarginati. Arthur è un ex paziente psichiatrico che tenta un reinserimento in società, ma ogni tentativo risulta più duro del previsto. Vorrebbe far ridere, sogna, infatti, di fare il comico, ma alla fine è la gente che ride di lui. Diventa allora Joker. Gotham City è la quintessenza della società dello spettacolo, della falsità, prova ne è il narcisismo esibizionistico di Joker che trasforma strade e scalinate nel palcoscenico su cui ballare le note degli adorati musical. Ho trovato davvero banale la rappresentazione del "male" e della violenza annidati nel clichè dell’emarginazione, nell’assenza di empatia e nel mancato sostegno ai più bisognosi. Phoenix polarizza letteralmente tutto il film, è corrosivo e patetico e annebbia del tutto tutte le prove attoriali precedenti su Joker: da Nicholson a Ledger. Joker è sarà per sempre il caos e l'anarchia di Phoenix, della sua risata isterica, improvvisa e strozzata, delle sue unghie rosicchiate fino alle stremo, delle sue mani nervose passate nei capelli, della sua andatura trasognata, traballante e danzante. E' già un cult.

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