"Il luogo dove si possono isolare allo stato puro alcune verità essenziali sulle contraddizioni del nostro tempo. In mezzo a quel caos di prodotti e consumi, di spreco e di povertà, di accettazione e di rivolta, di innocenza e violenza, scorre un tumultuoso, continuo cambiamento” (6 aprile 1969 Espresso).
Zabriskie point. Ovvero il punto di massima depressione geologica negli Stati uniti. Siamo nella Valle della Morte, ed è qui che s’incrociano i destini dei due giovani protagonisti: quello di Mark, giovane in fuga con un aereo rubato dopo una rivolta studentesca e quello di Daria, segretaria in viaggio-fuga con la sua auto. S'incontrano, fanno l'amore e poi si dicono addio, Mark da quell'incontro ne esce rinato: infatti, porta indietro l’aereo rubato, ma la polizia lo uccide, mentre Daria, apprendendo della notizia dalla radio, si allontanerà dalla casa dell’imprenditore immaginandone l’esplosione.
La società dei consumi viene qui sconfitta: il deserto in cui si gioca gran parte del film, è infatti la metafora del vuoto e la città che apre e chiude il film è rappresentata solo quasi esclusivamente tramite le inquadrature d’insegne pubblicitarie, a simboleggiare il predominio della merce.
Poche le battute, grande spazio è lasciato alla fotografia, all’immagine ed alla sua metafora, ai simboli.
Seconda pellicola straniera dopo Blow-Up, Antonioni si era intanto trasferito negli Stati Uniti per studiare la rivolta giovanile e studentesca del ’68.La pellicola è infatti fortemente anti-Americana. In contrapposizione al frastuono e alla confusione della città, Mark trova nel cielo il suo habitat naturale, nel silenzio e nella quiete del cielo e del deserto. Solo qui può nascere l'amore. Quello vero. Quello che ti riempie e cambia la vita.
La Death Valley è,infatti, l'antitesi della città, del consumo, del frastuono e con l’esplosione finale della villa del datore di Daria, così potente da sembrare nucleare, il regista esprime la sua visione del mondo: l'uomo che si autodistrugge, alienandosi da se stesso.
Antonioni poi, grande precursore della società contemporanea, ci mostra una polizia serva di un ordine fantomatico che reprime senza mezzi termini: spara Mark prima ancora che scenda dall'aereo, quando in realtà il ragazzo voleva solo restituirlo.
Che bello questo post! Se passi sul mio blog scoprirai che ho dedicato lo scorso mese a una monografia su Antonioni e tra poco ricomincerò con la seconda parte, cominciando da Blow Up!
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