“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
sabato 24 marzo 2012
The Lady - L'Amore per la libertà - di Luc Besson 2011
San Suu Kyi c’è. E Besson la omaggia raccontando il suo lato umano, intimo, personale, quello cioè di una donna innamorata del marito, il professore di storia di Oxford, e dei suoi due figli. Una donna che non può rimanere però muta al grido di dolore del suo popolo birmano, sopraffatto da quarant’anni di dittatura. Una donna divisa in due quindi. Come solo le donne sanno esserlo.
Siamo lontani quindi dal taglio documentaristico e noioso, l'eroina tra le quattro mura è una donna comune. Si sa, Luc Besson è per antonomasia il regista amico delle donne: da Nikita a Giovanna D’Arco, qui si prende cura del Premio Nobel fin dalla sua tenera età, ritraendola dopo l'assassinio del padre, il generale Aung San, leader della lotta indipendentista birmana.
Sarà la condizione di salute precaria della madre a farla ritornare tra i suoi, tutti gli intellettuali si riuniranno nella sua casa progettando il cambiamento. La vera politica, la vera res pubblica, quella irrealizzabile, ma l'unica per cui valga la pena battersi.
"Tu puoi anche non pensare alla politica, ma la politica pensa a te!"
Un film sicuramente non eccezionale, ma è importante far conoscere la vita e l'operato dell'orchidea d'acciaio, tornata libera solo nel 2010.
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