“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
martedì 5 giugno 2012
Macbeth di Roman Polanski. 1971
Ma oggi finirà sul serio il mondo? Per entrare in tema mi sono immersa in una tragedia shakespeariana, immaginando che questo stop alla vita terrestre, giri anch'esso attorno alla capacità corruttiva e distruttiva del potere e dell'adulazione: Macbeth a ritorno da una battaglia vittoriosa all'inizio della pellicola e noi perchè vittime della mercificazione televisiva.
Nel Giulio Cesare Shakespeare afferma proprio che mentre "Gli unicorni possono essere indotti in inganno per mezzo degli alberi; gli orsi per mezzo degli specchi; gli elefanti per mezzo delle buche; i leoni per mezzo delle reti, e gli uomini, infine, per mezzo dell'adulazione". La prima parte del Macbeth polanskiano ruota, infatti, sul raggiungimento del potere a tutti i costi, dove per tutti i costi ovviamente s'intende tanto spargimento di sangue.
Il potere è una malattia ad alto contagio e trasmissione, la lady di Macbeth è infatti più accanita di Macbeth stesso, che invece sembra quasi più essere una sorta di narciso, soddisfatto dell'adulazione totale del re e irritato semmai solo dai suoi pochi riconoscimenti materiali nei suoi confronti. La seconda parte è invece la più cupa, la più polanskiana: caratterizzata dalle visioni che perseguitano i due assassini, è il loro senso di colpa a prendere il sopravvento nella loro vita. Non è la profezia iniziale delle streghe quindi a compiersi, ma il desiderio umano di brama e potere, le parole di quelle donne sembrano solo prendersi burla della sua sete che lui persegue fino alla fine.
Di tipica matrice post.sessantottina la coppia Macbeth, mediocre, quasi piccoloborghese, nessuno dei due coniugi è all'altezza del ruolo sia nel dramma che nella resa scenica. E lady Macbeth, persa del tutto la ragione, ossessionata dal sangue che crede imbrattarle le mani, e non venire mai via, si getta dalla finestra. Sarà la fine anche per Macbeth: Macduff, che era stato estratto coi ferri dal ventre di sua madre morta, gli mozza la testa e avverando "le profezie" dà un nuovo re alla Scozia.
E'il primo film di Poalnsky dopo la strage di Bel Air, in cui sua moglie Sharon Tate fu uccisa, assieme al figlio che aveva in grembo. Lady Macbeth è in effetti bellissima: si aggira, nuda, per le stanze del castello, in preda alla follia e al sonnambulismo, ma benchè siamo negli anni settanta non c'è nulla di ostentato, la donna è nuda perchè fragile e indifesa. Macbeth è un uomo ormai senza sangue in vene, cinico, freddo tanto che nemmeno il folle gesto della moglie lo scompone.
"Spegniti, spegniti, breve candela!
La vita è solo un'ombra che cammina,
un povero attorello, che si dimena,
tutto tronfio sulla scena, durante la sua ora,
e poi non se ne sa più nulla:
è un racconto narrato da un idiota,
pieno di clamore, e di furia,
che non significa nulla "
Buona fine del mondo a tutti.
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