“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 7 novembre 2012
La pelle che abito di Pedro Almodóvar. 2011
"Mi taglierò la gola, così non avrai più il tuo giocattolo".
Un Thriller basato sulla scienza che vira a superare le colonne d'Ercole della morale al sapore di un remake frankestainiano.
Antonio Banderas è un chirurgo plastico, custode di Vera una donna che osserva da uno schermo muoversi con una tutina attillatissima che le fa da seconda pelle. Vera vive nella villa con lui, ma reclusa, fa yoga e crea delle stoffe distruggendo vestiti di donna che si rifiuta di indossare. Dalla domestica scopriamo che Vera somoglia molto alla moglie del chirurgo morta carbonizzata in un incidente d'auto anni prima. Il tassello mancante verrà colmato da un salto indietro nel tempo che ci spiegherà l'ossessione di Banderas per l'esperimento della pelle transgenica, resistente rispetto alla pelle umana, una seconda pelle immune a punture d'insetto e ustioni.
Tutto troppo anestetizzato, poche emozioni alla "almodovar", forse aggrovigliate sotto la seconda pelle. E sulla pelle vi scorrerà solo freddo.
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