“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
venerdì 24 maggio 2013
La chiave di Sara di Gilles Paquet-Brenner. 2012
“A volte le storie che non riusciamo a raccontare sono proprio le nostre”
Matrimonio non proprio riuscito tra una newyorkese e un francese. Ma dura, sono vent'anni. In questo personale dolore viene innestato quello collettivo dei fatti del Velodromo D’inverno, il luogo in cui la polizia francese, per ordine dei tedeschi, rinchiuse per giorni e in condizioni disumane, migliaia di ebrei parigini rastrellati fra il 16 ed il 17 luglio 1942, in attesa di reindirizzarli verso i campi di concentramento e sterminio nazisti.
Quello che vien fuori dalle carte della giornaista (la protagonista) è la storia di Sara, una bambina ebrea di 10 anni che nascose il fratellino Michel nell’armadio quando la polizia fece irruzione in casa Starzynski ed arrestò la sua famiglia. Nonostante i sessant'anni di differenza, le storie di Julia e Sara s'intersecano perchè Julia sta ristrutturando proprio l'appartamento appartenuto alla famiglia di Sara prima della deportazione.
Da insegnante di storia posso asserire con certezza che questa è sicuramente una delle pagine meno sconosciute e menzionate, si parla di governo collaborazionista, ma non di questo sterminio.
Molto toccante nel film il momento in cui sara bussa alla porta dell'attuale suocero di Julia e trova il fratello nell'armadio morto afissiato. E quindi quella gravidanza tarda di Julia e non voluta dal marito diventa un modo per riscattare la vita dei bambini morti, o andando più sul personale, la vita di Sara poi morta suicida dopo essersi sposata e aver messo al mondo un bambino.
Un film scolastico, adatto ai più giovani.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento