martedì 2 luglio 2013

Melancholia di Lars Von Trier. 2011

La Terra è corrotta non c’è alcun bisogno di affliggersi per lei nessuno ne sentirà la mancanza.
Justine si sta sposando. Claire (Charlotte Gainsbourg), sorella della sposa, ha organizzato la festa di nozze nella sua tenuta, il marito è ricchissimo. Rancori. malumori. La sposa si allontana spesso, fugge. qualcosa non va. Lo sposo capisce e toglie il disturbo. Ha inizio la seconda parte: Justine è in uno stato di profonda depressione. Un pianeta chiamato "Melancholia" si dirige velocemente verso la Terra. Film realistico al punto da ferire, far male, Justine veicola il messaggio principale, lei che ormai si distacca completamente e suggerisce: il nostro è un mondo maligno che merita il suo destino. Lo spettro della fine del mondo diventa la metafora della patologia, la depressione, che toglie gioia di vivere, ti fa pensare che il mondo meriti la fine, perchè cattivo, vuoto, senza senso. Melanacholia è smisuratamente più grande della Terra, emana una luce blu, con la quale Justine di notte fa l'amore. Justine è in connessione con la Natura, infatti, a differenza di Claire, non teme la fine, il male, lo accetta. Eppure Claire è sposata con uno scienziato, un uomo inutile vigliacco, che muore da solo. Quando Von Trier contesta così tanto la borghesia malata, qui rapresentata da Claire e il marito, forti solo dei loro possedimenti materiali e attenti alla forma: organizzano un banchetto di nozze sfarzoso e si preoccupano di fare bella figura, mi ricorda Bunuel. Film perfetto.

1 commento:

  1. Ma pensa... io invece non sono riuscito ad andare oltre il 18esimo minuto

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