“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
mercoledì 10 giugno 2015
Into the Woods di Rob Marshall
”Le streghe possono essere giuste, i giganti possono esser buoni. Decidi tu cos’è giusto, decidi tu cos’è buono”:
Raperonzolo, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e Jack e la pianta di fagioli, con l'aggiunta di una coppia ex novo: una madre e un padre in cerca di una gravidanza che non arriva.
e quindi un narratore, come da tradizione, comincia a raccontare: C’era una volta, in una terra lontana, lontana……una bambina.…un contadino.…un’orfana.…una principessa.…una coppia di sposi.…una strega (Meryl Streep).
Ho risploverato questo musical per godermi il lupo di cappuccetto Rosso: Johnny Depp, che ieri ha compiuto i suoi primi 52 anni.
Come lascia intuire il titolo: il vero protagonista è il bosco, dove spesso i personaggi delle fiabe si addentrano per essere ingannati, braccati, sorpresi o soccorsi. Il bosco, e i suoi mille pericoli, mille inganni, mille sogni, mille speranze, mille futuri, a seconda del sentiero che si decide di imboccare o si intraprende in modo casuale, magari spinti da un lupo, o da una stupida mucca.
Il bosco è la nostra zona d'ombra, quella che dobbiamo attraversare per rinascere o morire. Nessuno qui è perfetto: i fornai avrebbero rubato il mantello di una ingenua Cappuccetto Rosso, ingannato un contadinotto per sottrargli la mucca, strappato i capelli di Raperonzolo e tolto la scarpetta ad una Cenerentola nell'attimo della fuga, pur di avere un figlio. Tutto ciò aiutando la strega che, fin dall’inizio, ammette di essere la responsabile della maledizione che grava su di loro, ma lanciata solo per riparare ad un torto.
Quindi siamo lontani da personaggi fiabeschi eroi ed eroine, perfetti e virtuosi. A parte questo i musical ancora una volta non mi convincono. Quando ho capito che Jonnhy Depp non sarebbe più riapparso, mi sono addormentata.Salvo costumi, scenografie e Jonnhy Depp.
Tutto troppo lungo e noioso, il principe di cenerentola dongiovanni è un tradimento puro al genere femminile che sogna fin da 6 anni il principe azzurro, testi delle canzoni banali.
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Troppo, troppo lungo, anche per chi adora i musical come me... e con una seconda parte imbarazzante.
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