“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
giovedì 19 novembre 2015
About Elly di Asghar Farhadi. 2009
"Meglio un finale amaro che un'amarezza senza fine"
Quattro coppie di amici e tre bambini della middle-class iraniana decidono di passare tre giorni insieme in una casa sulla spiaggia del mar Caspio. Sepideh invita la giovane maestra dei propri figli, Elly, convinta che possa piacere al separato Ahmad, un giovane che vive in Germania, può sfruttare solo quei giorni per incontrarlo e conoscerlo.
La camera a mano e le inquadrature concitate mi hanno provocato tensione e stizza, il realismo è palpabilissimo in molti punti. Tutto è giocato sul peso della verità e quello delle convenzioni della società iraniana, dei rapporti tra marito e moglie, uomo e donna, i loro equivoci nei rapporti sono tutti generati dalla loro cultura: colpe da spartirsi, detto e non detto, onore e vergogna, il decidere la cosa giusta da fare.
Suona subito chiaro che la casa fatiscente, con i vetri rotti, è l’Iran nella sua attuale condizione (“Possiamo sistemarla”, dice, infatti, uno dei giovani). Elly - che vuole lasciare il fidanzato, ma scompare - è la liberazione che fallisce; d’altronde la ragazza manovra un aquilone come simbolo di emancipazione (del singolo, del popolo), così i personaggi in apertura “urlano al vento” dalle auto in corsa.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Bravissimo!!!
RispondiEliminaGrazie per le post!!!
baccio molto grande! :)