“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
venerdì 20 novembre 2015
Departures di Yojiro Takita. 2009
Si può parlare della morte senza creare inevitabilmente un'atmosfera decadente e disperata?
La vicinanza con la morte e il rapporto rimosso con la figura paterna sono i temi portanti di questo gioiellino. La sequenza iniziale ci mostra il giovane Daigo Kobayashi, il protagonista, a un bivio esistenziale, a un crocevia dell'umano viaggio: alla guida di un'automobile riflette su quant'era vuota la sua vita a Tokyo, e su quella che sta conducendo adesso, in una sperduta provincia nipponica oppressa dall'inverno.
Dopo aver messo da parte il violoncello, perchè la sua orchestra chiude i battenti, finisce col diventare un "thanatos-estetista", ma Daigo capita solo per ragioni economiche in quell'agenzia dal nome ambiguo: N.K. (= Nekro-Kosmesis). Per un po', riesce a nascondere la natura della sua nuova attività a Mika, l'innamoratissima mogliettina, tutti odiano e si vergognano di questo mestiere, ma perchè?
Mika addirittura lo abbandona.
Un film per riscoprire l'importanza dell'ultimo viaggio. Necessario.
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Bravissimo!!!
RispondiEliminaGrazie per le post!!!
baccio molto grande! :)