“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
venerdì 22 gennaio 2016
Revenant – Redivivo di Alejandro González Iñárritu. 2015
"Non ho più paura di morire: sono già morto una volta"
Lande selvagge dell’America settentrionale del 1820. Prima della corsa al petrolio, all’oro o al carbone, qui si spingevano brigate di avventurieri senza scrupoli alla ricerca di preziose pellicce, veri pionieri del capitalismo di mercato. Poi un grave ferimento: Hugh viene brutalmente ferito da un orso Grizzly, a cui segue un amaro tradimento.Stremato e con un gruppo di indiani alle costole, il capitano Henry è costretto a lasciare indietro la guida apparentemente agonizzante insieme ad un gruppo di volontari. Il morente Di Caprio, infatti, spinto da una conseguente esplosiva voglia di vivere supportata da un certo darwinismo e notevoli botte di fortuna, tra un grugnito e l'altro porterà poi avanti due ora e mezzo di pellicola, con lunghi primi piani, quasi totale assenza di dialoghi e movimenti di camera al limite della cinetica.
Da dieci e lode la fotografia di Emmanuel Lubetzki e una colonna sonora di Sakamoto che più elegante di così non avrebbe potuto essere.
Se tuttavia non amate i sussurri fuori campo, i ritmi e la tensione, il mistero e il misticismo che Iñárritu condivide con Malick, lasciate stare. Siete avvertiti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Bravissimo!!!
RispondiEliminaGrazie per le post!!!
baccio molto grande! :)