giovedì 3 marzo 2011

Little Miss Sunshine. Valerie Faris, Jonathan Dayton. 2006


In una società ingorda, superficiale, dedita solo alle apparenze, tra miti televisivi, ideologie alienanti: essere bellissimi, magrissimi, vincenti, diventare qualcuno, una commedia on the road con protagonista la divertente famiglia Hoover che viaggia a bordo di un pulmino giallo anni '70 e rivendica il suo diritto alla "non eccezionalità". Dove sono diretti i sei protagonisti?! E dove, se non alla finale del concorso che dà poi il titolo al film (“Piccola Miss California” anche se la traduzione è pessima), al quale la dolcissima Olive, fortuita vincitrice delle selezioni regionali, è chiamata a partecipare.
Il capofamiglia è il teorico dei “nove passi” per essere un vincente quando è lui stesso, in realtà, un perdente. Il fratello di sua moglie, studioso di Proust, è reduce da un tentato suicidio per amore di un suo studente che gli ha preferito il suo antagonista; e l’immancabile nonnetto arzillo erotomane ed eroinomane (che non fa una bella fine). I più piccoli a bordo, i due fratelli: lui un quindicenne misantropo che coltiva studi nietzschiani, non parla da nove mesi perchè vuole diventare un pilota, lei, la forza motrice dell'intero narrato. Riuscitissima la gag della partenza a spinta del furgoncino, che si presta proprio per la sua efficacia anche a manifesto del film e divertente l'intero film, perchè quest'epopea dei perdenti conquista.
Un viaggio nel viaggio, durante il quale ognuno dovrà scontrarsi con la propria coscienza e il proprio io, tanti gli spunti di riflessione e tutti accompagnati dalle divine colonne sonore dei Devotchka.
Sai una cosa? Vaffanc**o ai concorsi di bellezza… In fondo, la vita è tutta un fottuto concorso di bellezza dopo l'altro… Il liceo, l'università, poi il lavoro… vaffanc**o! E vaffanc**o l'accademia aeronautica… se voglio volare, il modo di volare lo troverò… fa' la cosa che ami e vaffanc**o il resto!

3 commenti:

  1. Splendida metagora dei nostri tempi, e, soprattutto, scappaccato di un'America che troppo spesso emuliamo.
    Film indipendente davvero delizioso.

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  2. Barbara Melgiovannivenerdì, marzo 04, 2011

    Concordo in pieno. :)

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  3. Film bellissimo. In assoluto tra i miei preferiti.

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