“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
giovedì 10 ottobre 2013
L’Écume des jours di Michel Gondry. 2013
"Sento che tutta la mia vita dipende da questo istante".
Quando tutti gli altri linguaggi artistici confluiscono in una pellicola state pur certi che avete a che fare con quel genio di Michel Gondry, qui impegnato a portare sullo schermo il romanzo di Boris Vian, il trombettista, amante del jazz, L’Écume des jours. Colin, il protagonista è un ricco parigino, che s’innamora dello sguardo magnetico di Chloe, che sembra “essere stata arrangiata da Duke Ellington”. La ragazza contrae una malattia al palmone, male che sembra essere una poesia sia per il modo in cui viene curato, sia per come viene contratto. E' una ninfea quella che inizia a crescerle nei polmoni e l’unica terapia possibile sarà quella di circondare costantemente la paziente con fiori freschi che dopo pochi minuti nel tentativo di uccidere la ninfea appassiranno.
Per il resto scorderete anche la trama, presi come sarete nello scoprire le invenzioni da piccolo chimico che la fanno da padrona in ogni sequenza: come il piano cocktail che tutti sognerete di avere. Il cibo si muove da solo e danza nel piatto, gli ogetti si rompono e si ricompongono. E poi la musica, tutto è un grosso tributo a questa dea: le gambe di chi la balla si allungano e diventano snodabili ballando lo "sbircia, sbircia", le camere diventano rotonde. Il cuoco vive nel frigo e nel forno e aiuta il suo "domestico": Chi è il cuoco? - No è il mio avvocato. E la mia guida intellettuale. Cucina perchè lo aiuta a stare calmo.. Eppure, sembra suggerire la morale del film, per quanto si viva una vita da favola, la perdizione, il nulla è sempre dietro l'angolo.
Di sicuro non è la sua opera più riuscita, ma credo sia quella che meglio potrebbe essere apprezzata da un pubblico di giovanissimi, di bambini. Pennac disse qualcosa di molto giusto sulle opere di Vian: sosteneva che le sue novelle necessitavano di essere lette più volte nel corso degli anni, per gustarne ogni sfaccettatura: la passione amorosa, la critica sociale,il pessimismo cosmico. Nel film troverete traccia di tutto. Pilotare una nuvola sui cieli di Parigi poi. Bhe questa è un'impresa difficile da catalogare, spiegare. Quindi prendetela così. Senza spiegarla. Il film è pieno di romanticismo per quanto il protagonista dichiari più volte di odiare la mielosità.
Ma come la catena di montaggio umana con macchine da scrivere che scorrono in fila sui tavoli suggerisce: il destino dei personaggi è già scritto. Questo film balla lo sbircia- sbircia anche lui, barcolla e non si regge sulle proprie gambe se lo separiamo dal geniale romanzo da cui è tratto, non si può capire l'enorme sforzo del regista prescindendo da esso.
Gondry ad un certo punto, interviene a dare soccorso alla sua opera, è il dottore di Chloe. Concordo con Pennac, anche il film andrebbe rivisto. Alla prima visione non vi farà di sicuro impazzire. Comincia in quarta, diventa piacevole a metà e verso la fine rallenta troppo. Vi lancio però la sfida, così come Gondry la lancia a chi intende sposarsi. (Ma questo ovviamente lo capirete solo guardando il film.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento