“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
lunedì 6 luglio 2015
Lucy di Luc Besson. 2014
Mamma, sento tutto. Lo spazio. La terra. Le vibrazioni. La gente. Riesco a percepire la gravità. Riesco a percepire la rotazione della terra. Il calore del mio corpo. Il sangue nelle mie vene. Riesco a percepire il mio cervello. Il profondo della mia memoria. Il dolore nella mia bocca. Ora capisco queste cose. Riesco a ricordare la sensazione della tua mano sulla fronte quando avevo la febbre. Ricordo di accarezzare il gatto, era così morbido. Ricordo il gusto. Il gusto del tuo latte nella mia bocca. Il sapore, il liquido caldo.
Un pasticciaccio pop, ma con una premessa: non è vero che usiamo soltanto il 10% della potenza del nostro cervello. Si tratta di una credenza popolare molto diffusa e ampiamente fomentata da vari film, libri, pubblicità ecc. In realtà, usiamo tutto il nostro cervello e non soltanto una piccola parte (tranne nei casi in cui ovviamente delle malattie o dei danni cerebrali hanno colpito alcune aree rendendole inutilizzabili.
Lucy, però, a contatto con una nuova droga riesce a sviluppare la capacità di utilizzare al massimo il suo cervello (il film sostiene che un essere umano può solo usare 10% della sua capacità mentale). Scarlett Johansson non ha nulla da invidiare alla Milla Jovovich de Il quinto elemento, e ricorda molto Nikita, a cui Besson non smette per un attimo di pensare: bastano i primi venti minuti del film, senza dubbio i migliori, per capire quanto il regista si rifaccia al suo vecchio action (ad oggi il suo film più bello), anche quello alle prese con una ragazza "sballata" che si trasforma in donna letale. Le donne incinta producono una sostanza naturale chiamata CPH4, base dello sviluppo osseo del feto. Sintetizzare in laboratorio questa sostanza vorrebbe dire generare una bomba chimica capace di aprire porte della mente ancora sconosciute e di sprigionare infinite potenzialità inespresse.
In contemporanea ad una conferenza - dove l'eterno Morgan Freeman ci espone la teoria della storia dell'uomo, illustrando come il nostro cervello sia utilizzato di media al 10 % con punte massime del 20, esponendo le eventuali e fantastiche facoltà potenziali di quell'ottanta percento inesplorato -assistiamo alla storia di una 24enne che per obbligo del fidanzato diventa corriere della droga: una potentissima combinazione sintetica, sistemata nel pancino. Da qui l'accidentale rottura del “prezioso” plico provoca una serie di reazioni psico/fisiche che incrementeranno le potenzialità cerebrali di Scarlett dal suo anonimo cinque/sei per cento fino a al cento, anche se non si capisce bene l'utilizzo che poi decide di farne, come ad esempio quando dice al poliziotto:“fermami quelli la fuori”,ma fermateli da sola no?!
Bellissima la scena della conversazione telefonica con la madre, il tutto mentre un chirurgo cerca di metterle i punti di sutura senza anestesia. Cpme anche l'incontro tra le due Lucy: le dita delle due prime donne che si incontrano sono il principio e il futuro del cambiamento, "dall’evoluzione alla rivoluzione" si ascolta a un certo punto del film, perchè il messaggio attraverso Lucy di Besson è che saranno la conoscenza e l’autoconsapevolezza a migliorare le persone e a salvarci.
Peccato che le buone idee di scrittura debbano essere sempre subordinate all'intrattenimento.
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