Il sapere è donna, Ipazia simbolo del raziocinio, che invece sembra non sfiorare neppure l'uomo, dedito alla potenza, a pseudo credo. L'amore non sboccerà mai nel cuore della protagonista, se non quello per la sete di conoscenza, il culto dello studio e della scienza. L'ateismo è un diritto e Ipazia sa rivendicarlo.
Ma non credo che Agora sia stato messo all'indice in quanto portavoce di messaggi laici e filoatei, quanto per la rappresentazione storica dei cattolici: i seguaci di Cristo non sono i perseguitati (come spesso vien fatto credere), ma al contrario sono coloro che soffocano (con ogni mezzo) l'oppositore. Cirillo vescovo, passato alla storia come un martire, è, invece, il "capobanda" di una marmaglia di sanguinari combattenti, desideroso solo di piegare Roma al suo cospetto. Una condanna nei confronti del fondamentalismo e non della religione cattolica, con un forte messaggio di tolleranza alla base e se ne fa portavoce la bella Ipazia: considera uguali, a prescindere dal credo che professano, i suoi discepoli. Una sorta di Socrate o di Gesù in gonnella, poi il suo nome è praticamente scomparso (non quello del suo uccisore, che fu fatto santo), e assieme a lei la sapienza della civiltà Alessandrina. Dei suoi scritti non è rimasto niente; invece sono rimaste le lettere di Sinesio che la consultava a proposito della costruzione di un astrolabio e un idroscopio. Il fondamentalismo non è morto. Ancora oggi si uccide e ci si fa uccidere in nome dell'oscurantismo: in America si proibisce di insegnare nelle scuole la teoria dell’evoluzione di Darwin e si impone l’insegnamento del creazionismo. E miss Gelmini, la paladina della d'Istruzione ci mette del suo. Come nel caso di Ipazia, per legittimare quello che la matrigna Chiesa cattolica dice e fa.
Grazie Ipazia!
Devo ancora vederlo, ma mi affascina molto.
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