“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
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domenica 7 ottobre 2018
Anomalisa di Charlie Kaufman, Duke Johnson. 2015
"Synecdoche, New York" mi aveva del tutto spiazzata, confusa, stremata. Perchè, diciamolo, Kaufman esplora la mente umana come nessuno.
Le nostre paranoie, quelle che ci spaventano. Anomalasia è un tributo proprio alle nostre paure, è un'empatica sensazione di malessere.
Siamo tutti pupazzi, fatti di ricordi, rimorsi, istinti. E l'amore è solo una voce che suona diversa da tutte le altre, che dura anche solo per un giorno.
In stop-motion Michael arriva a Cincinnati, è un guru del “customer service”, ha scritto un libro e una conferenza lo attende. Ma uno straniamento lo sta facendo letteralmente a pezzi: beve troppo, contatta goffamente una sua vecchia fiamma che vive lì, parla malvolentieri al telefono con moglie e figlio, stenta a riconoscersi nel riflesso dello specchio. Per lui (e per noi che le ascoltiamo) tutte le voci sono identiche: salvo quella di Lisa,una giovane non bella, ma diversa da tutti. Lisa è l’anomalia, la luce che si accende in fondo al tunnel, per liberarlo dalla sua prigione esistenziale.
Viene descritta la sindrome di Fregoli (e "Fregoli" è proprio il nome dell'alienante hotel dove Michael alloggia), malattia psichiatrica di chi non riconosce le persone anche a lui più vicine, come se fossero mascherate - e non è un caso che i pupazzi animati abbiano il volto segnato da solchi simili a quelli di una maschera.
Anomalisa è un film sul rumore, -metaforico- che disturba il canale delle comunicazioni di noi con noi stessi e di noi con il mondo. Quel rumore siamo noi.
Noi così social, che abbiamo smesso di essere individui.
Molto bello, strano e destabilizzante, come la scena di sesso tra i due pupazzetti antropomorfici protagonisti. Di una tenerezza tagliente.
Studiare tutto nel dettaglio per mettere ogni cosa fuori posto. Solo Kaufman può
mercoledì 14 ottobre 2015
Cattivissimo me di Pierre Coffin, Chris Renaud, Sergio Pablos. 2010
“Mi piace, è simpatico!” esclama la piccola Agnes sul punto di addormentarsi. “Ma fa paura...” controbatte la diffidente Edith. Agnes allora ci pensa un po’...“Come Babbo Natale!”.
Parlano di Mr Gru, protagonista e ladro "cattivissimo" che vorrebbe commettere il più grande crimine di tutti i tempi: rubare la luna. Invece, commette delle cattiverie che tutti noi, ce ne fosse la possibilità, commetteremo: congelare le persone in fila davanti a noi per non dover aspettare o schiacciare tutte le altre auto per trovare subito posteggio.
Cattiva è la Signorina Hattie, responsabile dell’orfanotrofio, che dietro il suo placido aspetto e la sua voce chioccia, nasconde un natura sadica, umilia i suoi piccoli orfani, gli nega anche la speranze di una famiglia,gli fa pagare la retta mandadoli a vendere biscotti porta a porta e chiude nello scatola della vergogna chi ha racimolato meno denaro di tutti. Cattiva è anche la mamma di Mr Gru, una madre fredda ed ipercritica che non riserva mai un gesto affettuoso o una parola dolce a suo figlio, che frustrato ed infelice, spera di trovare la sua approvazione compiendo atti sempre più criminali.
Pessimo il doppiaggio di Max Giusti.
sabato 3 ottobre 2015
Una Tomba Per Lucciole di Isao Takahata. 1988
"la sera del 21 Settembre 1945 io morii!"
Giappone, 1945, la tragedia atomica porterà definitivamente a conclusione il secondo conflitto mondiale.
Seita e Setsuko, figli d'un ufficiale della marina, hanno trascorso questo orrendo periodo con la madre, donna piena di bontà, ma malata di cuore. La situazione per loro volge al peggio quando, in uno dei tanti bombardamenti, perisce anche lei, lasciandoli senza un parente prossimo da cui rifugiarsi, oltre che senza un tetto dove vivere ( in quella stessa occasione viene infatti distrutta anche la loro casa). I due bambini andranno temporaneamente a vivere dalla loro zia, che però, trattatili bene finché potesse strappargli qualche risparmio, li induce poco dopo ad andarsene e con cattiveria rivela alla piccola la morte della madre, fino a quel momento nascosta dal fratello maggiore. Le poche settimane che mancano alla fine del conflitto e dei patimenti saranno però fatali.
Il fantasma del 14enne ripercorre la tragedia con un lungo flashback.
E' arrivato in Italia nel 1995 sotto etichetta Yamato e non Buena Vista, e questo perchè è un film dello Studio Ghibli che non è rientrato nell'accordo Disney/Takuma con cui la Disney si assicurava i diritti di tutti i lungometraggio Ghibli per il resto del mondo (Italia compresa) (il tema della storia ha spinto la Disney a escludere il titolo dall'accordo!).
lunedì 28 settembre 2015
Inside out di Pete Docter.2015
L’ultimo film della casa di produzione californiana Inside Out conclude la propria parabola con una sola morale: nella vita non c’è gioia senza tristezza.
Riley è una bambina del Minnesota che si trasferisce a San Francisco con la famiglia, e lo fa dal punto di vista della sua mente: cioè, protagonisti sono le emozioni del suo cervello, Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia. Da una plancia di comando in questo momento così critico gestiscono le sue reazioni, fin quando Gioia e Tristezza finiscono da un'altra parte e la seconda parte del film racconta i loro tentativi di ritornare al quartier generale,mentre Riley cerca di tornare felice com’era nel Minnesota, sentendosi sperduta a San Francisco.
La Pixar il suo mestiere lo fa bene: da un lato c’è la rilettura “post-moderna” dell’immaginario collettivo (i supereroi, la fiaba…), e dell’altro c’è la rielaborazione fantastica dei processi educativi, comportamentali ed emotivi che fanno parte del nostro vissuto quotidiano, come il rapporto con il gioco (Toy Story), le paure infantili (Monsters & Co.), il piacere sensoriale (Ratatouille) e il trauma della perdita (Up).
Attraverso l’esplorazione matura e autocosciente delle emozioni umane, il film delinea un percorso formativo delicatissimo che porta Riley (e le sue emozioni primarie) ad acquisire una nuova consapevolezza di sé, accettando l’idea che sia sempre necessario sacrificare qualcosa del proprio passato per sopravvivere alle ingerenze del futuro.
La collaborazione tra Gioia e Tristezza – in passato considerate antitetiche – è l’emblema di questo cambiamento, Riley sta crescendo.
giovedì 27 dicembre 2012
Valzer con Bashir di Ari Folman. 2008
"La memoria è dinamica, è viva. Riempie tutti i buchi del passato, anche con ricordi irreali".
Documentare animando. Una scelta decisamente vincente. Un amico del regista ha un sogno. E' questo sogno ad aprire il film. Un sogno che si ripete: 26 cani dinigrano i denti. Era lui l'addetto all'uccisione dei cani durante la guerra dei Libano del 1982, per non far scoprire la sua truppa ai nemici. Lui che gli umani non sapeva proprio farli fuori. Un ricordo altri, che fa riflettere Folman sui suoi tanti non ricordi. Il regista era lì eppure non ricorda praticamente nulla. I traumi cancellano e modificano i ricordi. Il film cerca di recuperarli. Con una seduta psicanalitica. Folman esclude dirette colpe dell'esercito israeliano, ma non assolve. Il governo israeliano conosceva le azioni dei falangisti cristiani, Ariel Sharon, ministro della Difesa, svegliato di notte è tra gli artefici di quella carneficina. Mostra di sapere e chiude la telefonata con un "Buon anno". Fu costretto poi, infatti, a dimettersi.
Ricordiamo che ai Golden Globe, ha soffiato il riconoscimento come miglior film straniero all’italiano Gomorra di Matteo Garrone. Da italiana, ne sono felice. Documentare la realtà, infarcendola di emozioni e traumi personali non è da tutti. Ricostruire quanto è accaduto è sia un'azione compiuta dal paziente in terapia, ma in fondo anche dallo stesso documentarista che deve riportare a galla la realtà tramite tutto il materiale indagato.
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domenica 21 novembre 2010
Porco Rosso. Hayao Miyazaki .1992

Dalla rivista che Porco Rosso usa per coprirsi il viso nelle primissime scene capeggia in bella vista una data: 1929. Siamo negli anni Trenta dunque, nel mezzo tra il primo e il secondo conflitto mondiale, con protagonista assoluto il cielo, dalla prima all’ultima sequenza, in un valzer di scie aeree. Primo ballerino, l'eroe maschile che ha le sembianze di un porco (da qui il nome) e sua compagna di danze è la diciassettenne Fio, il personaggio salvifico, perchè puro ed incontaminato. Marco Pagot (vero nome di Porco, in omaggio ai fratelli Pagot animatori italiani) è un famoso pilota di idrovolanti a caccia dei pirati volanti dell'Adriatico. Sconfiggerlo in un duello aereo sarebbe impresa da fama e gloria e per questo l'americano Curtis si unisce ai pirati ed abbatte il famigerato aereo rosso. Per ripararlo Marco si trasferisce a Milano, presso la ditta Piccolo, dove fa la conoscenza di Fio Piccolo, un genio nella progettazione degli aerei. "Meglio porco che fascista" è il motto di Marco, la polizia fascista lo cerca, quindi ritorna sull'Adriatico per sistemare i conti con Curtis e forse mettere in chiaro una volta per tutte il suo rapporto con Gina. Ma Fio non lo molla e parte con lui.
Una chiara condanna del fascismo, sia nel rifiuto della guerra che del senso di malvagità dilagante che ne consegue, nemmeno gli antagonisti sono, infatti, malvagi, i pirati del Mammaiuto (Mamma Li Turchi) si fanno sopraffare da un gruppo di bimbe in gita e hanno le gote rosse rosse di vergogna di fronte a Gina e Fio.
Come anche ne La principessa di Mononoke, è presente il tema della maledizione e della metamorfosi (Marco è stato tramutato in un maiale) ma il regista non spiega né il quando né il dove e né il perché ciò sia avvenuto, è solo Gina ad insinuare il dubbio ed un poster nel quale il volto umano di Porco Rosso è cancellato da forti tratti di colore nero, nel tentativo di far sparire le tracce di una vita forse più felice, lo sconforto per l'attuale situazione non è, però, mai palesemente esibito. Ma chi si getta a capofitto in imprese titane per dare senso alla sua vita, urla malinconia, sebbene occultata in sguardi coperti da occhiali neri, che nascondono e velano ogni barlume di sentimentalismo - che però trapela dalle scelte di Marco, dalle sue parole, dai suoi racconti, dalla sua testa che guarda spesso in basso- Un maiale senza le ali è solo un maiale.
La ricerca estetica del maestro è quasi maniacale e chi ama il "bello" qui lo ritroverà tutto, misto ad un retrò immaginario ma verisimile.E sulla colonna sonora di Hisaishi Porco Rosso si è eclissa e scompare. Ma non nei ricordi di chi davvero lo ha amato: Fio oramai adulta ricorderà quella stagione della vita come la più importante, perchè conoscerà il vero amore.
La prossima pellicola dello studio Ghibli sarà proprio il seguito di Porco Rosso "The Last Sortie", ambientato durante la guerra civile spagnola.Impaziente attendo.
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mercoledì 1 settembre 2010
Shrek e vissero felici e contenti, 2010

Davvero poco.
In quello che dovrebbe essere l'ultimo episodio della serie, Shrek ha messo su famiglia ed è è un perfetto uomo di casa. Invece di spaventare gli abitanti del villaggio come con gioia e orgoglio faceva una volta, si trova ad autografare forconi e a cambiare pannolini.
Un pò per nostalgia verso i giorni in cui si sentiva un “vero orco”, un po per superficialità, Shrek stringe un patto con il nano Tremotino, ‘maghetto’ capace di strappare con l’inganno scambi apparentemente equilibrati e privi di controindicazioni.
Tra le clausule del "contratto " stipulato però ve ne sono alcune che facenno finire Shrek in una versione alternativa di "Molto Molto Lontano", dove gli orchi vengono cacciati, Tremotino è Re e lui e Fiona non si sono mai incontrati.
Shrek ha solo 24 ore per sistemare le cose e andar via da un mondo in cui nessuno si ricorda di lui, e non ha mai liberato Fiona dalla torre in cui era segregata.
Come detto, il film è bello, divertente, scene romantiche e scene esilaranti, personaggi nuovi e vecchie consocenze.
Shrek 4 ha gli stessi produttori, gli stessi protagonisti, le stesse ambientazioni dei precedenti ma non è neanche lontanamente paragonabile al "capolavoro" della prima uscita che ancora fa ridere gli spettatori.
In quello che dovrebbe essere l'ultimo episodio della serie, Shrek ha messo su famiglia ed è è un perfetto uomo di casa. Invece di spaventare gli abitanti del villaggio come con gioia e orgoglio faceva una volta, si trova ad autografare forconi e a cambiare pannolini.
Un pò per nostalgia verso i giorni in cui si sentiva un “vero orco”, un po per superficialità, Shrek stringe un patto con il nano Tremotino, ‘maghetto’ capace di strappare con l’inganno scambi apparentemente equilibrati e privi di controindicazioni.
Tra le clausule del "contratto " stipulato però ve ne sono alcune che facenno finire Shrek in una versione alternativa di "Molto Molto Lontano", dove gli orchi vengono cacciati, Tremotino è Re e lui e Fiona non si sono mai incontrati.
Shrek ha solo 24 ore per sistemare le cose e andar via da un mondo in cui nessuno si ricorda di lui, e non ha mai liberato Fiona dalla torre in cui era segregata.
Come detto, il film è bello, divertente, scene romantiche e scene esilaranti, personaggi nuovi e vecchie consocenze.
Shrek 4 ha gli stessi produttori, gli stessi protagonisti, le stesse ambientazioni dei precedenti ma non è neanche lontanamente paragonabile al "capolavoro" della prima uscita che ancora fa ridere gli spettatori.
venerdì 27 novembre 2009
Planet 51 - "Piovono sassi a catinelle"

Da questa parodia della classica invasione aliena in cui questa volta è un umano ad approdare in un mondo popolato di personaggi verdi con quattro dita ed orecchie a punta nasce Planet 51.
Il mondo di Planet 51 è un mondo che richiama gli USA degli anni ’50, a parte le auto volanti ovviamente , in cui gli abitanti vivono un'esistenza tranquilla e spensierata, tra un rock’roll ed un barbeque in giardino.
L'universo conosciuto non supera le 500 miglia e la Tv è in bianco e nero.
Gli abitanti credono che i militari nascondano le prove dell'esistenza aliena in una base sperduta nel deserto, ed hanno il terrore che il loro mondo possa essere invaso dagli alieni (visti solo al cinema) che possono impadronirsi del loro cervello e renderli zombie.
La vita serena di questa civiltà viene sconvolta, dall’arrivo di un’astronave , da cui fuoriesce un essere tutto bianco e con uno stemmino a stelle e strisce.
Questo Alieno è il Capitano Charles "Chuck" Baker che giunto dalla terra su un pianeta che credeva disabitato dovrà fare in modo di non essere imprigionato e sezionato per avere qualche speranza di far ritorno a casa.
Ad aiutarlo , Lem , un giovane abitante del posto , tanto imbranato in amore quanto coraggioso nel suo tentativo di salvare il suo nuovo amico alieno per il quale rischierà la sua "perfetta" vita .
Il film dunque narra le vicissitudini dei protagonisti tra piogge di sassi e cagnolini stile "Alien".
Planet 51 è un film divertente e piacevole, con delle scene davvero esilaranti.
Tra le più riuscite , quella in cui il rover danza sotto la pioggia di sassi sulla musica di "Singin' in the Rain".
Oppure quando il capitano atterra con la sua astronave nel giardino del giovane Lem mentre sta facendo un barbeque con la famiglia.
Esce trionfante dalla sua navicella e con movenze rallentate stile sbarco sulla luna e pianta la bandiera americana salvo poi accorgersi di esse fissato da tutta la cittadina che osserva sbigottita.
Alla vista degli omini verdi il capitano scappa ed urla in netto contrasto con la visione di astronauta eroe ai quali siamo abituati.
Nonostante la sceneggiatura sia di Joe Stillman, papà di Shrek, comunque, non ci si deve aspettare la stessa carica dell'Orco del "Regno di Molto Molto Lontano" quindi anche se il film non risulta mai noiso o lento, secondo me, non riesce comunque a spiccare il volo.
Curiosità:
Anzitutto una cosa simpatica di cui ci si accorge leggendo i titoli di coda (pratica che ad alcuni può risultare noiosa ndr :-p) è che tra i doppiatori italiani ci sono Linus, Albertino, Nicola Savino, La Pina e Platinette direttamente da Radio Deejay.. (vi lascio scoprire quali sono i personaggi cui danno voce) .
Un pò più semplice da riconoscere per i più attenti è invece la voce del Capitano 'Chuck' Baker che coincide con l' "Ispanico" protagonista de "Il Gladiatore".
Il mondo di Planet 51 è un mondo che richiama gli USA degli anni ’50, a parte le auto volanti ovviamente , in cui gli abitanti vivono un'esistenza tranquilla e spensierata, tra un rock’roll ed un barbeque in giardino.
L'universo conosciuto non supera le 500 miglia e la Tv è in bianco e nero.
Gli abitanti credono che i militari nascondano le prove dell'esistenza aliena in una base sperduta nel deserto, ed hanno il terrore che il loro mondo possa essere invaso dagli alieni (visti solo al cinema) che possono impadronirsi del loro cervello e renderli zombie.
La vita serena di questa civiltà viene sconvolta, dall’arrivo di un’astronave , da cui fuoriesce un essere tutto bianco e con uno stemmino a stelle e strisce.
Questo Alieno è il Capitano Charles "Chuck" Baker che giunto dalla terra su un pianeta che credeva disabitato dovrà fare in modo di non essere imprigionato e sezionato per avere qualche speranza di far ritorno a casa.
Ad aiutarlo , Lem , un giovane abitante del posto , tanto imbranato in amore quanto coraggioso nel suo tentativo di salvare il suo nuovo amico alieno per il quale rischierà la sua "perfetta" vita .
Il film dunque narra le vicissitudini dei protagonisti tra piogge di sassi e cagnolini stile "Alien".
Planet 51 è un film divertente e piacevole, con delle scene davvero esilaranti.
Tra le più riuscite , quella in cui il rover danza sotto la pioggia di sassi sulla musica di "Singin' in the Rain".
Oppure quando il capitano atterra con la sua astronave nel giardino del giovane Lem mentre sta facendo un barbeque con la famiglia.
Esce trionfante dalla sua navicella e con movenze rallentate stile sbarco sulla luna e pianta la bandiera americana salvo poi accorgersi di esse fissato da tutta la cittadina che osserva sbigottita.
Alla vista degli omini verdi il capitano scappa ed urla in netto contrasto con la visione di astronauta eroe ai quali siamo abituati.
Nonostante la sceneggiatura sia di Joe Stillman, papà di Shrek, comunque, non ci si deve aspettare la stessa carica dell'Orco del "Regno di Molto Molto Lontano" quindi anche se il film non risulta mai noiso o lento, secondo me, non riesce comunque a spiccare il volo.
Curiosità:
Anzitutto una cosa simpatica di cui ci si accorge leggendo i titoli di coda (pratica che ad alcuni può risultare noiosa ndr :-p) è che tra i doppiatori italiani ci sono Linus, Albertino, Nicola Savino, La Pina e Platinette direttamente da Radio Deejay.. (vi lascio scoprire quali sono i personaggi cui danno voce) .
Un pò più semplice da riconoscere per i più attenti è invece la voce del Capitano 'Chuck' Baker che coincide con l' "Ispanico" protagonista de "Il Gladiatore".
domenica 25 ottobre 2009
Up. Amore al primo sguardo

Si sposano e vivono il loro amore in armonia e serenità. Lui, per vivere, vende palloncini. Ma un giorno l’amata Ellie muore, lasciando Carl ormai vecchio, da solo. Settantottenne, decide di onorare la memoria della moglie fuggendo da un mondo che va troppo veloce, che non comprende, scappa dalle ruspe che vogliono demolire i suoi sogni e la sua vita. Un giudice vorrebbe internarlo in un ospizio per anziani.
L'unica meta in cui troverà la pace sono le cascate del Paradiso, tanto agognate insieme ad Ellie. La sua fuga è la parte del film che più fa sognare: migliaia di palloncini colorati tirano su la casetta, oltrepassando le nuvole e staccandosi per sempre da quel mondo che Carl ormai sente a lui avverso.
Cooprotagonista è Russell, un petulante boy scout, che vuole a tutti i costi ottenere la medaglia per l'assistenza ad un anziano (l'unica che manca sul suo drappo), è simpatico e grassoccio, e per essere un boy scout anche alquanto goffo. Ma sarà determinanate nell'avventura di Carl. Antagonista della sua favola proprio l'amato esploratore: Charles Muntz (che ha la faccia di Kirk Douglas), l' uccello di specie rara che tanto cerca è Kevin, diventato però nel frattempo l'amico di viaggio di Carl e Russell, quindi i due lo difendono dalle grinfie del cattivissimo esploratore.
Cooprotagonista è Russell, un petulante boy scout, che vuole a tutti i costi ottenere la medaglia per l'assistenza ad un anziano (l'unica che manca sul suo drappo), è simpatico e grassoccio, e per essere un boy scout anche alquanto goffo. Ma sarà determinanate nell'avventura di Carl. Antagonista della sua favola proprio l'amato esploratore: Charles Muntz (che ha la faccia di Kirk Douglas), l' uccello di specie rara che tanto cerca è Kevin, diventato però nel frattempo l'amico di viaggio di Carl e Russell, quindi i due lo difendono dalle grinfie del cattivissimo esploratore.
A farla da padrona, infatti, i valori, quelli veri: l’amicizia, la solidarietà, la comprensione, Carl si apre ad una nuova avventura che lo renderà meno burbero...e anche meno solo, la vita può offrirci qualcosa anche quando ormai non ce lo aspettiamo più.
Mi ha commosso profondamente il personaggio di Carl, il suo aspetto rincitrullito dagli anni, la sua vecchiaia, che spende da solo, tutta dedita al passato e al ricordo, rivissuto tramite foto e album dei ricordi della sua Ellie. Forte il dolore del vivere una vita senza la compagna con cui si è condiviso tutto.
Una menzione tutta particolare al fantastico corto iniziale, Parzialmente nuvoloso, tante nuvole creano e danno la vita, consegnando i loro fagottini alle cicogne, che li portano poi sulla terra. Tenero e geniale, mi ha fatto capire da quale nuvola provengo (...quella più in basso, che crea le creature più bizzarre e strane). Un film delicato, elegante e raffinato.
Vi affezionerete a Carl e Russell sin dal primo incontro, i vostri cuori voleranno in alto insieme ai loro palloncini colorati, e alla fine converrete con la saggezza di Dug (il loro cane): "Mi chiamo Dug. Vi ho incontrati e vi amo già."
mercoledì 21 ottobre 2009
Coraline e la porta magica

In cui si possono assaggiare sempre delle prelibatezze, in cui i propri genitori sono divertentissimi e premurosi e i vicini non sono strani e ciccioni , in cui gli amici troppo chiaccheroni stanno in silenzio e si può assitere ad uno spettacolo di topini salterini???
Praticamente "un sogno che si avvera".
E' quello che succede a Coranline che trasferitasi da poco nell'Oregon scopre, nella sua nuova casa una piccola porticina che porta ad un mondo fantastico in cui tutto ...."è meglio".
Ma scoprirà presto che è solo una trappola e dovrà lottare per riavere il suo mondo reale.
Coraline è un film d'animazione ad alta definizione in 3D del 2009. E' realizzato con la tecnica della stop-motion ed è diretto da Henry Selick, già regista di Nightmare Before Christmas quindi ottime premesse.
Stop-motion vuol dire che, fotogramma per fotogramma gli animatori manipolano oggetti tangibili quali personaggi,ambienti, oggetti di scena su un piano di lavoro...e se si da uno sguardo al titolo di questo blog, si vede subito che in un film i fotogrammi sono 24 al secondo!
Quindi un lavoro immane che però ha portato alla realizzazione del film stop-motion più lungo mai realizzato.
E' una storia semplice ma anche una emozionante avventura, tratta da un romanzo di Neil Gaiman.
Le atmosfere sono a volte inquietanti a volte fantastiche e ricreano quelli che possono essere i sogni e gli incubi dei bambini che in Coraline possono facilmente identificarsi.
Molto bello e ben fatto, un film che stranamente è uscito in estate ma che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico sia in america che in Italia.
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