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martedì 21 giugno 2016

Ho Ucciso Napoleone di Giorgia farina.2015

«tutte le volte che esco con un uomo penso se è lui il padre con cui voglio che i miei figli trascorrano due weekend al mese» Il primo film di Giorgia Farina è Amiche da morire, ed è un piccolo gioiello di scrittura di Fabio Bonifacci. Ho Ucciso Napoleone ,invece, è una sceneggiatura scritta dalla stessa Giorgia Farina (aiutata da Federica Pontremoli) molto più nonsense. Una commedia pulp, dall'umorismo inglese, che, porta Anita (addetta alle risorse umane in una casa farmaeutica) a ritrovarsi, seduta sull'altalena di un parco giochi, licenziata in tronco e incinta del suo capo Paride alias Adriano Giannini, sposato padre di famiglia di cui è amante clandestina, ma anche che la conduce con glaciale freddezza a pretendere che tutto torni come prima, inclusa la libertà di non impegnata sentimentalmente senza figli. Non male la prima parte, meno la seconda chesconfina troppo nel surreale, per poi arrivare ad una salomonica conclusione con Anita riassunta in azienda e (apparentemente) di nuovo legata al suo capo. Biagio, una volta scoperte le sue malefatte, fugge all’estero e riesce a farsi assumere a Parigi da un’altra azienda (ignara della sua vera personalità). Il titolo riprende un’azione compiuta da Anita nel corso del film: non sapendo cosa farsene, uccide Napoleone, il pesce rosso che le è stato temporaneamente affidato da una bambina che vive con la propria famiglia nell’appartamento accanto al suo.

domenica 23 maggio 2010

Copia conforme. Abbas Kiarostami. 2009

Girato interamente in Italia e precisamente in Toscana: tra Arezzo e San Gimignano, il film ha per protagonista James, uno scrittore inglese che va in Italia a presentare il suo nuovo ultimo libro: Copia conforme, sulla relazione tra l’originale e l’arte. Qui James incontra una donna di origini francesi, gallerista. Per gioco la donna comincia a far finta di essere sua moglie ma dopo un po'si faticherà a distinguere il vero da falso. Sotto il cocente sole toscano gli ulivi non riparano e si brucia di noia: per un po' stai al gioco dei protagonisti e ti chiedi se il loro sia una trovarsi o un ri-trovarsi, ma il gioco è bello se dura poco e qui si tira troppo la corda.
Ora capisco come mai la faccina delicata di Juliette Binoche (la cooprotagonista) è stata “riammessa” SOLO per mancanza di “meglio” tra i poster di Cannes 63. Un'ora e quarantasei minuti di dialoghi non-sense ininterrotti, lacrimucce, domande sciocche e risposte futili, scazza!
E'vero che le "copie" concettualmente hanno poco di originale, ma qui il ritmo è pedante e lo si legge anche nell'andamento di James, che si trascina annoiato tra i viali di Lucignano, spettinato, con la barba incolta e con i vestiti spiegazzati (un incrocio tra Mourinho e Mr. Bean).
Avrei rivoluto indietro i soldi del biglietto e ora la chiudo qui perchè scatta lo sbadiglio anche a scrivere.

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