“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
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domenica 8 gennaio 2017
Confessions di Tetsuya Nakashima. 2010
«mia figlia è stata uccisa, e i due assassini sono in questa classe».
Le parole sono dell'insegnante, che si congeda in questa sua ultima lezione, senza però non lasciar presagire il sapore della sua vendetta di madre.
Il gessetto stride ferocemente sulla lavagna. L’ideogramma tracciato dall’insegnante, “vita”, si traduce in un suono sgraziato e urticante che attira finalmente l’attenzione di una classe più che distratta.
I due mostri sono Studente A e Studente B. Non sappiamo da subito chi siano, ma ne avvertiamo l'ambiguità; si scambiano sms con su scritto frasi del tipo: «Io so chi è il colpevole», chiosati da emoticon a forma di cuore e capiamo, che nonostante sia morta una bambina, per loro l'intera vicenda altro non è che l'ennesimo gioco.E' un film interessante per chi voglia avere una panoramica sul disastroso stato di disgregazione sociale che il Giappone si trova a vivere dagli anni '80 a questa parte.
Il film denuncia la legge secondo la quale i minorenni sotto i quattordici anni non debbano pagare per i propri omicidi, un provvedimento vecchio rispetto ai tempi che corrono, dove i giovani sono molto più svegli e più intelligenti (o disturbati?) di quanto non lo fossero stati in passato.
Sicuramente molto più psichico di quanto voglia essere vendicativo.
Un piccolo capolavoro. Di narrazione ed estetica.
sabato 27 agosto 2016
Qualcuno da amare di Abbas Kiarostami. 2012
Il professor Watanabe, interpretato da Tadashi Okuno, è un non professionista che ha fatto per cinquant'anni la comparsa senza pronunciare un parola, e che si ritrova a ricoprire un ruolo di primo piano a quanto pare a sua insaputa: è lo stesso Kiarostami ovviamente, come il professore di sociologia, all'epoca al tramonto della sua carriera.
Come in Copia Conforme si salvano solo i suggestivi giochi di luce, anche se qui il lavoro è meno intellettuale.
Tutto ciò a conferma che l'ultimo Kiarostami è totalmente da evitare.
venerdì 20 novembre 2015
Departures di Yojiro Takita. 2009
Si può parlare della morte senza creare inevitabilmente un'atmosfera decadente e disperata?
La vicinanza con la morte e il rapporto rimosso con la figura paterna sono i temi portanti di questo gioiellino. La sequenza iniziale ci mostra il giovane Daigo Kobayashi, il protagonista, a un bivio esistenziale, a un crocevia dell'umano viaggio: alla guida di un'automobile riflette su quant'era vuota la sua vita a Tokyo, e su quella che sta conducendo adesso, in una sperduta provincia nipponica oppressa dall'inverno.
Dopo aver messo da parte il violoncello, perchè la sua orchestra chiude i battenti, finisce col diventare un "thanatos-estetista", ma Daigo capita solo per ragioni economiche in quell'agenzia dal nome ambiguo: N.K. (= Nekro-Kosmesis). Per un po', riesce a nascondere la natura della sua nuova attività a Mika, l'innamoratissima mogliettina, tutti odiano e si vergognano di questo mestiere, ma perchè?
Mika addirittura lo abbandona.
Un film per riscoprire l'importanza dell'ultimo viaggio. Necessario.
sabato 3 ottobre 2015
Una Tomba Per Lucciole di Isao Takahata. 1988
"la sera del 21 Settembre 1945 io morii!"
Giappone, 1945, la tragedia atomica porterà definitivamente a conclusione il secondo conflitto mondiale.
Seita e Setsuko, figli d'un ufficiale della marina, hanno trascorso questo orrendo periodo con la madre, donna piena di bontà, ma malata di cuore. La situazione per loro volge al peggio quando, in uno dei tanti bombardamenti, perisce anche lei, lasciandoli senza un parente prossimo da cui rifugiarsi, oltre che senza un tetto dove vivere ( in quella stessa occasione viene infatti distrutta anche la loro casa). I due bambini andranno temporaneamente a vivere dalla loro zia, che però, trattatili bene finché potesse strappargli qualche risparmio, li induce poco dopo ad andarsene e con cattiveria rivela alla piccola la morte della madre, fino a quel momento nascosta dal fratello maggiore. Le poche settimane che mancano alla fine del conflitto e dei patimenti saranno però fatali.
Il fantasma del 14enne ripercorre la tragedia con un lungo flashback.
E' arrivato in Italia nel 1995 sotto etichetta Yamato e non Buena Vista, e questo perchè è un film dello Studio Ghibli che non è rientrato nell'accordo Disney/Takuma con cui la Disney si assicurava i diritti di tutti i lungometraggio Ghibli per il resto del mondo (Italia compresa) (il tema della storia ha spinto la Disney a escludere il titolo dall'accordo!).
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