“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
Visualizzazione post con etichetta Colorado Film. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Colorado Film. Mostra tutti i post
sabato 21 marzo 2015
Vergine Giurata di Laura Bispuri. 2015
“la capra è l’animale più bello che c’è, dopo la donna”
Gocce di innevata pioggia cadono tra i boschi, muovendo le foglie. Tutto è immobile. Anche l'umano. Soprattutto se femmineo. A loro non è permesso uscire da sole, non è permesso parlare prima degli uomini, bere prima degli uomini, sparare e cavalcare. Rinunciare all'amore e al piacere di essere toccata, perchè non sempre essere donna coincide con libertà. Sarò l'amante di me stessa, una vergine e vestirò i panni di un uomo. Fasce ben strette ad appiattire il seno, capelli corti, vestitio molto larghi, boxer maschili.Tale pratica vige ancora nelle zone più arretrate dell’Albania, soprattutto al nord. Diventando una vergine giurata, secondo tale arcaica cultura, alla donna vengono riconosciuti i diritti posseduti solo dagli uomini in una società a tutt’oggi maschilista e retrograda. Così Hana, trovatella, cresce sui monti albanesi e attraverso il Kanun, si fa uomo e prende il nome di Marc.
Una poesia a bassa voce, sussurrata, mentre Hana/Marc ha dentro un grido che rivendica vita al bordo di quella piscina scivolosa, in cui Hana guarda senza mai cadere.
Perfetta Alba Rohrwacher nella sua fisicità che rende benissimo il passaggio uomo-donna e per quell’eleganza che regala ad ogni suo personaggio. La pellicola tenta la trasmissione di un messaggio universale sulla condizione della donna, ma paradossalmente riesce a funzionare solo nelle scene dedicate alla storia.
P.S. Mai seguire l'istruttore di nuoto in bagno
Tag:
2015,
Albania,
Colorado Film,
Drammatico,
Francia,
Istituto Luce,
Italia,
Rai Cinema,
Svizzera,
Vivo Film
domenica 28 marzo 2010
Happy family. Gabriele Salvatores. 2010

Bello. Bello perchè non lineare, non canonico. Salvatores ha di sicuro il pregio di non essere mai banale e di saper stupire con le sue bizzarrerie. Ricordate Amnesia? Se no, recuperatelo!
La domanda marzulliana di fondo rimane e ve la giro, sia mai che qualcuno sul serio poi alla fine ci capisca qualcosa: è la commedia che racconta la vita come se fosse un film o è un film che racconta la vita come se fosse una commedia? Il cinema si mescola e fonde al teatro, con l' aprirsi e chiudersi simbolico del sipario, nella prima e nell’ultima scena. Meta-teatro, molto simile ai sei personaggi pirandelliani in cerca d'autore. Ed echi anche Alleniani, Ezio è uno dei suoi personaggi, interagisce con loro: Caterina, la ragazza di cui si innamora anche nella sceneggiatura, è , in realtà la sua vicina di casa. ("Caterina: Ma sei Ezio! Quello dell'incidente? Che sfiga che hai avuto!- Ezio: Che figa che sei...) Finzione nella finzione, con un falso finale: "Potrei andare avanti a raccontare questa storia, ma preferisco chiudere qui". Tutto si fa nero ed appare l'happy end, non alzatevi per andar via. Ciack! Si ricomincia! “Mi sa che ci siamo già visti in Marocco io e te”, dice allusivamente Abatantuono, padre della ragazza che vuole sposare il figlio (gay) di Fabrizio Bentivoglio. Gia'si son visti pero' in un altro film: Marrakesh Express. I due capifamiglia son molto diversi, ma uno troverà nell'altro un vero amico, tra i due c'è feeling, improvvisazione, si nota l'amicizia anche fuori dal cast, le scene tra i due sono, infatti, le più riuscite e le più divertenti. Bellissimo anche l'omaggio a “I Soliti ignoti” e le immagine in bianco e nero sulla Milano notturna. Tante le citazioni ed i dettagli. Originale e divertente. Merita, merita. Ve lo consiglio!
Tag:
01 Distribution,
2010,
Colorado Film,
colore,
commedia,
Italia
Iscriviti a:
Post (Atom)