“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
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mercoledì 26 settembre 2018
La ragazza del mondo di Marco Danieli. 2016
Gli uomini e le donne “del mondo” sarebbero, secondo i testimoni di Geova, tutti quelli che non appartengono alla loro comunità. Voi lo sapevate?
Come tutti, ho una visione di questo credo molto stereotipata: per me i testimoni di Geova sono quelli che hanno un'ossessione per i citofoni la domenica mattina, quelli che si spostano sempre in coppia e con vestiti vintage e borsetta, quelli con un'attenzione esagerata al proselitismo, quelli a cui è vietato festeggiare i compleanni e ricevere trasfusioni di sangue. E credevo fosse davvero tutto. Prima di guardare questo film.
Tuttavia, "La ragazza del mondo" non è una pellicola di denuncia contro i testimoni di Geova, non è un film d’inchiesta e non è neanche un documentario” e non è neanche un film sentimentale sebbene ruoti intorno alla storia d'amore dei due protagonisti Giulia e Libero, perché “l’amore è usato come veicolo per uscire dalla comunità” e affrontare poi altre sfide.
I due ragazzi seguono due binari paralleli, rappresentano due vite nell’illegalità: da una parte c’è Giulia e le regole rigide di famiglia e comunità, che vive in esilio dai rapporti con gli impuri che non seguono la parola delle Sacre Scritture. Dall’altra parte c’è Libero: lui sì che vive nell’illegalità estrema e non simbolica, vista l’attività di pusher che porta avanti. Due mondi separati finché non entra in gioco l’amore che fa deviare i binari in un’unica retta. I due per colpa della sorella minore di Giulia sono scoperti e Giulia si trova di fronte ad un difficile scelta: rinunciare alla sua indipendenza rimanendo all’interno della gabbia di regole che la “proteggono” dal mondo o lasciarsi andare alla passione proibita e abbandonare la famiglia? Sarà “disassociata” e costretta all’esilio. Che cosa significa disassociata? Detto in soldoni "non esisti più" ed è vietato da parte degli altri adepti anche solo comunicare con chi viene cacciato, familiari compresi. (Sono senza parole, sono completamente estranea a queste pratiche e ho stentavo a credere durante la visione potesse essere realtà e non un'esagerazione del regista)
Duro il confronto di Giulia dinanzi agli anziani che la interrogano sulla sua relazione proibita- la scena più ripugnante- in cui la ragazza è spogliata della sua intimità in nome della “Verità”: sarà costretta a rispondere tra le lacrime a domande morbose e insistenti sui dettagli relativi ai suoi incontri sessuali con Libero.
La Corte suprema di Mosca ha vietato l’attività dei Testimoni di Geova definendoli “estremisti”, prevedendo il sequestro dei beni, multe tra 300 mila e 600 mila rubli (circa cinque, dieci mila euro) ed il carcere da sei a dieci anni di prigione. In tutto in Russia si contano 175 mila fedeli.
Ah, ora lo so, la prossima volta che mi citofonerranno risponderò convinta: "sono una dissasociata, grazie"
lunedì 3 settembre 2018
Nocturnal Animals di Tom Ford. 2016
Ho guardato Animali notturni perchè in molti me lo avete consigliato, forse come tentativo di sabotaggio alla mia già precaria serenità mentale.
Di Tom Ford avevo già visto- ben sette anni fa- Single Man. Come il suo film di esordio, anche questo è un film teso e complesso, ambientato per buona parte nell'oscura e minacciosa frontiera del sud del Texas, che si trova quasi in mezzo al nulla, una pianura selvaggia che si estende senza confini.
Susan, la protagonista, è l’animale notturno, quella che non riesce a dormire, quella che si chiede chi mai avesse comprato il manifesto con su scritto "Revenge", per sentirsi rispondere che era stata lei stessa a volerlo. Verso di lei si snocciola la vendetta che è alla base del film.
La pellicola si apre con l’inaugurazione di una mostra, dove sono esposte delle donne obese vestite da majorette, nell’ambiente magro, mondano e sterile di una galleria d’arte contemporanea californiana. Il contrasto tra la società bella e impassibile che la protagonista ha scelto di frequentare e quella brutta, ma viva, che ha rifiutato è la parte viva del film. Le immagini del mondo di milionari che frequenta Susan sembrano artificiali, come artificiale è la felicità che la sua famiglia ha apparecchiato per lei. Al contrario il mondo sporco di terra e pieno di sterpaglie dove si svolge la vicenda del romanzo è vero, ma anche spietato e profondamente ingiusto.
Di forte impatto estetico, ipnotico, ambiguo, affascinante. Come lo sguardo di Susan. Notevole la scena in cui si prepara per incontrare l'ex marito.
Perfetta la scelta del suo vestito verde e il rossetto appena steso e ripulito a lasciar intendere la voglia di intimità come preludio all'incontro.
Quanto amiamo questi piccoli dettagli di Ford.
giovedì 3 maggio 2018
Asphalte di Samuel Benchetrit. 2015
Umorismo di grande spessore culturale, originalità e vita quotidiana di una periferia francese dormiente di un quartiere popolare.
Un condominio pieno di graffit in cui Sternkowtiz non capisce perché debba pagare per sostituire l’ascensore, quando abita solo al primo piano. Dopo aver pedalato senza freno per 100 km davanti al televisore, Sternkowtiz si troverà obbligato a scendere a patti con l’ascensore, studiando un piano che gli permetterà di usufruirne a notte fonda, solo per racimolare cibo presso la macchinetta automatica di un ospedale. Si innamorerà dell'infermiera che fa il turno di notte.
E sono proprio le bizze ricorrenti dell' ascensore mal funzionante a farci entrare in contatto con gli ospiti del condominio.
L'adolescente Charly (magnetico figlio del regista, la cui vita privata ha dei rimandi con quella del suo personaggio: sua madre è Marie Trintignant, morta nel 2003 dopo le percosse del fidanzato Bertrand Cantat, cantante dei Noir Désir) e l'immigrata algerina Hammida con il figlio in carcere, che ospita un astronauta americano della Nasa- geniale la battuta "Nutre sentimenti anti-americani?", della traduttrice della Nasa, con il centralino che lascia in attesa con la musica del walzer di Strauss -sono i protagonisti delle altre due storie; a fare da suggeritore e collante di questi tre incontri-scontri è la tv, sempre accesa e sintonizzata su canali dove trasmettono I Ponti di Madison County o Beatiful.
Tanta energia libera e raffinata che diverte ed emoziona. Questo film è un piccolo capolavoro.
martedì 3 ottobre 2017
La verità sta in cielo di Roberto Faenza.2016
“La verità è raramente pura e non è mai semplice”
Era il 22 giugno 1983. Io sarei nata tre giorni dopo, il nome di Emanuela Orlandi ha accompagnato tutta la mia infanzia e giovinezza. E poi ricordo l'intervista di Chi l'ha visto a Sabrina Minardi, l'amante di Renatino in maniera chiara e distinta. Tanto basta per farvi capire quanto io sia appassionata a questa storia.
De Pedis è interpretato da Scamarcio: dandy attento a se stesso, alla bella vita senza mai perdere di vista gli affari. L’attore pugliese si cala bene nella parte. I debiti della Chiesa con la Banda della Magliana sono il motore da cui parte e sulla base del quale finisce questa triste vicenda. Sono la massima rappresentazione di quanto il potere, che sia esso politico, mafioso o, peggio ancora, religioso, debba essere coperto e debba rimanere ‘pulito’, illeso, venerato fino all’ultimo. A costo di sacrificare qualche anima. A costo di occultare la verità, la verità sta nella bocca di chi non si vuole sentire. Nelle convinzioni di chi non può avere credito perché tossico. E i tossici, si sa, mentono sempre. Che se mentono per fotterti i soldi e comprarsi la roba, è chiaro che, poi, mentano su tutto. Un po’ come quelli che accolgono le tue confessioni per assolverti. Per comprarsi la tua fiducia e fotterti.
Degno di nota: il culo di Greta Scarano.
Tag:
01 Distribution,
2016,
Italia,
thriller poliziesco
domenica 10 settembre 2017
Frantz François Ozon. 2016
Sia caldo, sia freddo. Sia poetico, sia analitico. Sia molto classico, sia sperimentale.
Adrien mente, espressione di un desiderio delicatamente omosessuale verso Franz, il protagonista, com lievi suggestioni omoerotiche. Le cicatrici di guerra nel basso ventre di Adrien sdraiato a petto nudo dopo un bagno nel lago: vita e morte quasi si equivalgono.
Adrien (uno stupendo Pierre Niney) ha tanti segreti, tra questi le sue pulsioni sessuali, infatti, preferisce tornare all’illusione ipocrita altoborghese, lasciando Anna sola ad affrontare fino in fondo la cruda realtà. Anna è capace di perdonare l’imperdonabile e di limitare l’illusione a chi non potrebbe sopravviverle (cioè gli anziani genitori di Franz): “Bisogna vivere anche per gli altri”, dice.
Ipnotiche le sequenze nel cimitero, si respira l’oltretomba, di Poe o della poesia dei Rimbaud, dei Baudelaire o dei Verlaine. L’oltretomba di Ozon ha il suo momento chiave in quella sequenza al cimitero di notte dove si recita Chanson d’automne, celebre poesia di Paul Verlaine usata anche da Radio Londra come messaggio codificato per lo sbarco in Normandia: splendido momento di cinema dove si respira in tutta la sua forza il freddo della morte di un’intera generazione, un freddo che vale ieri come oggi. Lei perdona, lui ringrazia, abbandonandola nel vuoto, perfetta rappresentazione della spietatezza del vigliacco.
Come al solito Ozon non porta premi a casa, fatta eccezione per il Mastroianni per il miglior attore giovane assegnato alla sua protagonista Paula Beer
mercoledì 22 febbraio 2017
Sully di Clint Eastwood. 2016
Un impossibile atterraggio d'emergenza sul fiume Hudson, a due passi dall'Empire State Building e della Freedom Tower di New York.Chesley Sullenberger, chiamato “Sully” dagli amici, scarta entrambe queste opzioni, le uniche apparentemente possibili, quelle che dalla torre di controllo gli suggeriscono.
ne inventa una impossibile: far ammarare il pesante airbus in mezzo alla città di New York, nelle fredde acque del fiume Hudson.“ We’are gonna be in the Hudson ” dirà al controllo radio prima di perdere il segnale, cioè “ce ne andiamo nell' Hudson”.
Mentre tutti lo osannano come un eroe, però, la commissione d’inchiesta è bramosa di scaricare la colpa su qualcuno per quanto accaduto.
Clint Eastwood la sa lunga,mi sono commossa all'arrivo della cavalleria di salvataggio.
Ma bellissima anche la scena in cui sui maxischermi di Times Square scorrono le immagini dell’impresa di Sully che celebrano l’eroe del giorno tra le mille insegne luminose di brand commerciali, in cui mi è sembrato di riconoscere anche il volto di Clint Eastwood, un’ironica strizzatina d’occhio autoreferenziale del regista. Mentre tutti guardano verso l’alto, verso la figura glorificata dai media, Sully transita per strada facendo jogging, passando inosservato e attanagliato dai dilemmi.Le scelte da fare potevano essere altre, non serviva finire nel fiume inquinandolo, non c’era il bisogno di distruggere l’aereo facendolo finire in acqua. Ancora una volta sono i soldi a fare la parte del leone, schifando lo spettatore: è possibile che l’uomo abbia il potere di sminuire il salvataggio di così tante persone solamente anteponendovi il denaro?
Tutto funziona, è vero ed incredibile, a cominciare daTom Hanks. A completare un quadro già piuttosto roseo uno splendido montaggio (che fa i grosso del lavoro nel raccontare in maniera non lineare una storia estremamente lineare), un tema musicale delizioso (di Eastwood), degli effetti speciali notevoli e un impressionante sound design. Consiglio personale: vedete il film in lingua originale. La voce di Hanks è sempre meravigliosa
lunedì 3 ottobre 2016
Julieta di Pedro Almodóvar. 2016
Tutto inizia con un primo piano sulle pieghe di un tessuto rosso mentre la musica inietta attesa e inquietudine quasi da thriller sulle prime inquadrature. Gli amati rossi almodóvariani accompagnano di significati e nessi la narrazione: rossi i sedili del pendolino che ci fa scoprire una giovane e solare Julieta, rossi i suoi orecchini e le labbra fulgide, rossa la chioma dell'albero di carta che racchiude segreti inconfessati e un doloroso strappo.
Il film si apre con la protagonista, Julieta, che sta per trasferirsi dalla Spagna al Portogallo con il compagno (Lorenzo), alle prese con gli scatoloni da riempire, piene di cose e di ricordi. Qualcosa la rimette in contatto con la sua parte emotiva.Un racconto che inizia direttamente nel 1985, in una notte tempestosa su di un treno e una Julieta giovane (Adriana Ugarte), appassionata e ignara di come, quella notte, cambierà per sempre la sua vita.Julieta è il classico personaggio femminile di Almodóvar in bilico sui tormenti del passato, incapace di vivere il presente e progettare il futuro.
Dopo la morte di Xoan, Julieta entra in uno stato mentale che più che depressivo assomiglia a uno shut down dissociativo, in cui la figlia, insieme all’amica Bea, si prende cura diligentemente di lei.
Fino a quando, a 18 anni, Antía decide di andare in ritiro spirituale e lascia perdere le tracce di sé alla madre. Julieta la aspetta per tre lunghi anni, tre anni segnati dal rito della torta, ogni anno comprata nel giorno del compleanno della figlia e buttata nell’immondizia, fino a quando un giorno la donna esce apparentemente da questo stato.
E' solo tra i non borghesi, nel padre di Julieta insegnante in pensione e nella sua giovane coadiuvante, che il desiderio, saggiamente controllato, non porta al fallimento e alla cupezza. Per il resto, Almodovar punisce tutti.
venerdì 19 febbraio 2016
Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. 2016
Un’inquadratura ad uccello isola l’appartamento di Rocco ed Eva, quartiere borghese della Roma agiata, a due passi dal Tevere, l’intero film è girato entro il ristretto spazio della sala da pranzo dei coniugi.Da circa 4 anni, ovvero da quando Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte portarono in sala Cena tra amici, si è diffusa la tendenza ad alimentare commedie 'casalinghe', tutte giocate su un crescendo di risate e isteria. Giocando con la tutt'altro che velata metafora dell'eclissi lunare, Genovese ha illuminato quel 'Dark Side of the Moon' che chiunque di noi, nel suo privato, protegge con inevitabile attenzione. Perfetti Sconosciuti è un film di scrittura, tutto concentrato sui dialoghi, sui rapporti tra i suoi protagonisti e sui colpi di scena che 'trillo' dopo 'trillo' andranno a smontar loro ogni tipo di certezza.
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