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mercoledì 14 dicembre 2016

By the sea di Angelina Jolie

È un film-corpo. Tutto gira attorno al corpo della Jolie: operato, esibito, conteso, toccato, inquadrato addirittura dal’interno (dall’interno!).
E poi forse un'autobiografica crisi del divismo in cui trascina quello che ancora era il suo bel marito, una battaglia iconografica in cui lei è perennemnte in posa: non c'è una sola scena in cui lei non richiama una posa da copertina. Tutto potrebbe essere perfetto, ma i due nemmeno si toccano.Sono in vacanza a Malta, la scusa ufficiale è stare un po’ in un posto tranquillo dove lui possa scrivere il suo nuovo romanzo, non ufficialmente però cercano di capire se rimanere insieme. Nella stanza accanto alla loro una coppia in luna di miele, è invece sessualmente attiva e felice. Un buco consente agli infelici di spiare i felici e forse proiettarsi nella felicità o infelicità altrui li salverà.

domenica 16 febbraio 2014

Beginners di Mike Mills. 2010

Quando sei vero non puoi essere brutto, se non per quelli che non capiscono
Omosessuale a scoppio ritardato, solo a 78 anni e consumato da un cancro ai polmoni. Con un figlio disegnatore Oliver Fields, che a 38 anni incontra Anna, stravagante attrice francese di passaggio a Los Angeles. Film distribuito solo in dvd, penalizzato, senza ragione, perchè prodotto indie, ma di ineccepibile qualità. Salti temporali ad incorniciare quell'anno così decisivo per la vita del regista (la pellicola è autobiografica) il 2003, segnato dalla scomparsa del padre e dall’incontro con una donna che, forse è quella giusta. All’inizio di Beginners il padre di Oliver è già morto, il suo coming out è un flashback ( ricordo che aveva una maglia prugna quando me l’ha detto, ma in realtà aveva una vestaglia frase che sta ad indicare come tutto sia filtrato dalla memoria soggettiva del regista, potenzialmente fallace o manipolatrice). Balliamo su diverse linee temporali quindi, così l’infanzia di Oliver appare solo per frammenti in cui il bambino ha a che fare con la madre, che sparisce dietro una porta proprio ad indicare il trauma mai superato della perdita; così la linea che descrive il rapporto paterno riguarda solo e soltanto il momento successivo alla diagnosi della malattia terminale del genitore. Poi l'incontro con quella donna favolosa, idealizzata, parla con il suo cane, proprio come solo il protagonista sa fare, Tu indichi io guido - che Olivier dice ad Anna all’inizio del film, perchè lei muta in quanto colpita da una laringite- trova la sua origine, verso la fine, nella medesima frase che la madre dice ad Oliver; Anna potrebbe dunque essere non altro che la trasposizione della madre morta. Anche se il regista ha dichiarato di aver incontrato sul serio nel 2003 la donna della sua vita. Anna parla e si muove come lui, quindi tutto è alterato dal pensiero del regista in cui innesta la sua visione: Oliver, Anna e il cane di Oliver. Mike MIlls non fa altro che scavare nella sua memoria, questo film è il frutto della sua intima psicanalisi, lo suggerisce il fatto che alla festa in maschera si traveste da Freud. Suo padre è davvero se stesso solo dopo la morte della moglie, padre e figlio sono dunque i beginners, i debuttanti del titolo, cui si aggiunge Anna, anch’essa alle prese con una storia vera dopo tanto vagabondare inconcludente. Perchè si può essere principianti per tutta la vita, a 75 e a38 anni- sembra suggerire il film. Gondry era molto presente in questo film, chissà se il regista in qualche modo ci si è ispirato, o se io ami tanto Gondry da vederlo in ogni dove. Incantevole anche la colonna sonora dal sapore retrò. Tutto perfetto.

venerdì 20 gennaio 2012

Biutiful di Alejandro González Iñárritu. 2010

"Mi ha detto che dentro era come un mare di fango, che i suoi occhi erano come di gelatina e i suoi capelli bruciavano".

Un violento pugno nello stomaco. Vi accoglie così questo film. Violento, come i loschi traffici in cui è impegnato Uxbal, il protagonista. Un apparente brutto ceffo che cerca di guadagnare di che mangiare per i suoi due bambini di cui ha l'affidamento. Sfrutta la manodopera clandestina cinese e i venditori ambulanti senegalesi. Non ha grossi scopi nella vita, nè glorie e onori di cui andare fiero, ma un grande dono: una donna bipolare che però a modo suo egli ama lo fà diventare papà di due gioielli.
Molto conflittuale il rapporto con la donna, protegge se stesso e i due bambini dagli strani circuiti del suo sistema nervoso. Uxbal sa farlo, lui sa capire le difficoltà della vita e ha anche un dono: ascolta gli ultimi pensieri di chi sta per passare all'altra vita, non sapendo ancora che presto il loro mondo sarà anche il suo.
Solo due i mesi di vita che gli rimangono da vivere. Un cancro alla prostata. Deve sistemare ogni cosa. Deve rendere tutto Biutiful agli occhi dei suoi figli. Perchè la vita distoglie quell'incanto e storpia la bellezza non solo nel suo significato, ama anche nel suo significante. Da sfondo un irriconoscibile Barcellona, non quella da turismo a cui siamo abituati, ma quella dei borghi malfamati, quella dei poveri, quella dell'immondizia, quella che sfrutta i clandestini e che li considera meno di nulla.
Lui è un padre senza padre, è morto prima che lui nascesse, la pellicola sembra essere una discesa negli Inferi da parte del protagonista per ricongiungersi con la figura paterna, imparando, allo stesso tempo, ad essere un padre impeccabile. E alla fine anche voi sentirete il peso di questa ricerca, sia fisicamente che psicologicamente.
Un mondo malato quello che va in scena guardato con gli occhi di un uomo malato, che forse si ammala proprio per questo? Accativante la personalità di quest'uomo:è un padre devoto ma allo stesso tempo uno sfruttatore incosciente, sa ascoltare le anime dei morti e la morte diventa la maschera che s'insidia sul suo volto della vita, deturpandolo, insozzandolo con il suo squallore.
E in uno spazio onirico con cui il film si apre e si chiude, re-incontra suo padre, vi condivide l'aneddoto della civetta, perchè lui non si "aggrappa alla vita come fa la gente sciocca", ma si abbandona a quel viaggio con tutte le umane paure che questo comporta.
Un vagito di dolore in quell'ultimo abbraccio alla figlia e in quella promessa, l'ultima, strappata: "Guardami negli occhi: non dimenticarmi mai".

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