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venerdì 27 ottobre 2017

Ma mere di Christophe Honoré. 2004

Film intellettuale, snob e provocatorio. Canarie. megavillotto con piscina. Ma mère è tratto da un’opera incompiuta di Georges Bataille (dallo stesso titolo usato per il film) pubblicata nel 1966 dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1962. Piere ha diciassette anni e vive con sua nonna lontano da una madre dedita all’alcol e alla costante ricerca di un piacere (il suo) che si sovrappone all’autodistruzione. In occasione delle vacanze estive, il padre lo accompagna da lei alle Canarie ma al ritorno verso casa rimane vittima di un incidente mortale. Piere a questo punto fa diventare la madre il suo unico perno ossessivo, ma lei vorrebbe - prima che si amino completamente- che il ragazzo la conoscesse in tutta la sua dissolutezza, per sentirsi così davvero da lui posseduta. Decisa a introdurlo nel suo mondo, lo presenta a Rea, sua giovane amante che ne condivide lo sfrenato stile di vita. Quando si rende conto del possibile rischio che entrambi stanno correndo, scappa e lo affida ad una giovane donna. Il danno però è ormai fatto e madre e figlio scivolano inesorabilmente nell’incesto in un crescente stato di delirio che lui pare interpretare come un possibile stato di trascendenza mistica.
Orge transgenerazionali, sadismo,voyeurismo e incesto, attraverso un montaggio che si sofferma spesso su espressioni del viso, frammenti epidermici, mugugni e urla, facendo ricorso anche alla camera a mano e a un uso della luce sottoesposta e sovraesposta a tratti, mentre lascia aleggiare sui personaggi un senso di morte. Un film assolutamente da evitare. Dove il tentativo spinto di essere "oggetto maledetto" lo trasforma inevitabilmente in kitscheria ridicola da autogrill.

lunedì 10 marzo 2014

Treno di notte per Lisbona di Bille August. 2013

"When dictator is a fact, revolution is a duty".
Fuori concorso al festival Berlino 63. Passare da una piovosa Berna, solitaria,grigia ma di cultura a una solare e passionale Lisbona. Impermeabile rosso, una donna fradicia che si vuole suicidare, un libro che cattura e un treno notturno trans-europeo. Gli elementi ci sarebbero tutti, ma la storia è fragile e poco convincente. Giocare a scacchi contro se stessi l'ho trovata una scelta vincente per descrivere la solitudine del protagonista, mi aveva convinto la penombra del suo appartamento, i suoi gesti rituali, meccanici, di chi vive trascinandosi nella sua routine. Poi nella sua vita entra un medico.autore: Amedeu de Prado, per lui prenderà il treno di notte per Lisbona del titolo. Il dittatore Salazar, Amedeu è nella resistenza. Ma il film è freddo e noioso e perde l'occasione di poter battere un selciato cinematograficamente alquanto vergine: la dittatura portoghese. Tutto banale e scontato.

sabato 30 giugno 2012

La casa degli spiriti di Bille August. 1993

Così come quando si viene al mondo, morendo abbiamo paura dell'ignoto. Ma la paura è qualcosa d'interiore che non ha nulla a che vedere con la realtà. Morire è come nascere: solo un cambiamento.
Esteban è un uomo insicuro. Spera di trovare l'oro nella miniera per poter sposare così Rosa, la bella aristocratica che però accidentalmente viene avvelenata (beve un bicchiere di vino destinato al padre) e muore. Sposa la sorella minore, Rosa che possiede straordinari poteri occulti: bellissima la scena in cui da bambina muove la zuccheriera sul tavolo solo guardandola, smette di parlare per anni solo perché “non aveva nulla di importante da dire”, vede gli eventi futuri e parla con gli spiriti. Anche voi diventerete degli spiriti che da un angolo della casa osservano ciò che vi accade, il film è un continuo rapimento. Tre le generazioni della famiglia che si succedono, tanti le grandi donne dagli occhi infuocati di passione e a sovrastarle tutte Clara, Marily Streep. Infatti, anche quando l’attenzione si sposta sulla figlia Blanca e poi sulla nipote Alba, Clara rimane sempre presente nella storia. Blanca, che si innamora però dell'uomo sbagliato: Pedro, il capo dei contadini in rivolta. Esteban appoggia il golpe dei militari non rendendosi conto che sua figlia finirà in carcere, nessun occhio di riguardo per lui che è ormai vecchio e deriso. Ma prima di morire la redenzione come uomo, padre e nonno. Il personaggio più interessante è proprio il suo: non un cattivo, nè un buono, semplicemente un uomo fuori dagli schemi e ogni qualvolta gli affibbierete un qualsiasi aggettivo avrete infatti da ricredervi. Responsabile: si spacca la schiena in miniera solo per poter sposare Rosa, ma quando si trasferisce nella vecchia tenuta della sua famiglia che era andata in rovina, in pochi anni riesce a diventare uno dei più grandi proprietari del territorio. Diventa violento: approfitta di tutte le contadine della zona, facendo nascere figli illegittimi ovunque. Tratta le donne semplicemente come oggetti utili a soddisfare le sue pulsazioni, le violenta e poi se ne dimentica. Siamo disorientati, non era forse lui l'eroe della storia? Ma poi, anche s eper breve, torna ad esserlo: decide di sposare Clara, la sorella minore di Rosa, quella un po'matta che da anni ormai non parla. Siamo nel Cile degli anni 40 e lui si presenta alla porta degli ex suoceri per chiedere se avessero altre figlie in età da marito: richiesta un po'triste ancora una volta per un eroe romantico. Ma avviene il miracolo: Clara riprende a parlare proprio dopo questo annuncio e come aveva già previsto in passato, sposa Esteban. La storia è, infatti, un ricordo a ritroso di Clara, che afferma di aver amato subito quell'uomo, quando già era promesso sposo della sorella maggiore e di aver sentito dentro di se che lo avrebbe sposato. (Ma nessuna dote di veggenza in questo, ognuno di noi sa riconoscere l'Amore vero quando lo incontra, credo) Nonostante l’ami profondamente Esteban non riesce ad entrare completamente nel mondo di Clara né tantomeno in quella della loro primogenita Blanca. La storia di Blanca invece è ben diversa da quella della madre. Si innamora infatti di Pedro Terzo Garcia, uno dei contadini che lavorano alla tenuta del padre, ma anche quello che Esteban odia di più per le idee rivoluzionarie che porta tra i suoi lavoratori. Esteban sta per entrare in politica e vorrebbe che Blanca sposasse un blasonato francese. La stora filmica si ferma a Blanca, ma in realtà nel bellissimo romanzo di Isabel Allende anche Alba si innamora di uno dei rivoluzionari pagando anche lei molto caro questo amore. E alla fine della storia si torna a fare il tifo per Esteban: un uomo solo orgoglioso e testardo che cercherà di farsi perdonare e di far ricredere lo spetattore che aveva ormai cominciato ad odiarlo. La storia non è fatta di eroi, ma solo di esseri umani. Questo il messaggio che veicola il film e il romanzo.

mercoledì 28 marzo 2012

Sostiene Pereira di Roberto Faenza. 1995

(Per Annamaria)
Agosto 1938. Il vincitore del primo premio Donatello come miglior attore protagonista Marcello Mastroianni è qui un giornalista anziano, con qualche chilo in più e con problemi di cuore. Siamo a Lisbona, nel pieno della dittatura salazarista. La sua portinaia è la moglie di un poiliziotto quindi spia del regime. La sua vita scorre lenta, noiosa, sempre uguale: ascolta musica nazionale e parla col ritratto della moglie, morta di tisi qualche anno prima.
Dirige la pagina culturale del nazionale Lisboa, vive di letteratura, passa le giornate a tradurre racconti di Balzac e ha come unico amico e padre confessore Padre Antonio. Pererira è un buon cattolico ma s'interroga spesso sulla resurrezione della carne. Nonostante sia un giornalista è solo il suo barista Manuel che lo tiene informato circa quelle "cose turche" che accadono per mano della polizia o di qualcun altro ai manifestanti repubblicani o agli ebrei, ha cancellato dalla sua vita la cronaca e la politica. Questo è il mio omaggio al libro che più ho amato di Antonio Tabucchi, il mio saluto. Un anno dopo, nel 1996 in un dicembre parigino Mastoianni sarebbe poi morto.
Anche nel libro tanto avevo apprezzato la figura del dottor Cardoso, che dà voce alla teoria freudiana dell'io-egemone e della confederazione delle anime e tramite lui capiamo che Monteiro Rossi, l'apprendista giornalista è per Pereira il figlio mancato. Queste spiegazioni psicoanalitiche lo spingono ad assecondare il cambiamento, e a scontrarsi con il direttore del Lisboa, convinto nazionalista, che critica un racconto giudicato compromettente. [...] Lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato. Verso la fine di agosto Pereira si espone al rischio di ospitare e nascondere a casa propria Monteiro Rossi, che proprio lì verrà ucciso da tre poliziotti. Spinto dalla rabbia, Pereira scrive immediatamente un articolo che riuscirà a pubblicare grazie ad uno stratagemma di sua invenzione con l'aiuto del dottor Cardoso, nel quale denuncia gli abusi del regime dittatoriale e che, diversamente da come aveva sempre fatto, firma. E si consacra come personaggio, mentre prima era sempre in cerca di autore, avvalendosi dei consigli del padre confessore e dello psicanalista, del barista, non sapendo scegliere e interpretare la sua vita.
Ciao Antonio, ci mancherai tanto.

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