domenica 26 settembre 2010

La passione. Carlo Mazzacurati. 2010


Gianni Dubois. Regista digiuno da cinque anni, fuori dall’albero maestro del cinema italiano che conta, senza idee ma con la stella del momento (l'improbabilissima Capotondi) che però vuole fare un film con lui. Ma Dubois, per quanto si sforzi, l'idea brillante non riesce a partorirla. Fin quando la sua abitazione a Firenze danneggia un prezioso affresco del Cinquecento.Per riparare il danno sarà costretto ad organizzare la messa in scena itinerante della Passione del Venerdì Santo, in soli cinque giorni.
La passione, in realtà, è quella del regista, martoriato e tradito dalla sua creatività e dopo il calvario la tanto agognata e attesa Ispirazione arriverà?
Gli intenti del film sono lodevoli, ma dispersivi, il risultato è comunque una pellicola molto divertente, grazie soprattutto al grottesco Guzzanti, meteorologo/attore cane con look alla Renato Zero (la parte più riuscita, la prima prova de L'ultima cena, quando legge da un copione scritto a mano da alcuni scolaretti, perché tutte le fotocopiatrici in città erano "rotte")."Prima che il gatto cantiiiii" saranno le conseguenze.
Una parodia sul cinema e sul teatro italiano, di cui allo stesso tempo si analizzano le falle:"La gommapiuma ha ucciso il teatro italiano", Guzzanti si crede Shakespeariano e urla per tutto il tempo.I produttori senza cuore e senza anima, a cui del cinema interessa poco e niente e la presa in giro spetta anche agli stessi registi, che giocano per una vita a fare gli intellettuali e poi si ritrovano dimenticati e disperati. (Forse è questo il punto cardine che scatena l'arresto della cratività di Dubois). E poi la canzonatura a tutte le nuove attrici e i nuovi attori creati dalla televisione che vogliono sono la parte giusta per diventare ancora più celebri e ricchi. Tutto ormai si regge sui "favori di scambio", do ut des, la trama da cui il film prende spunto è un fatto vero, accaduto al regista che per avere il permesso di restaurare una sua casa in campagna accettò di guidare una sacra rappresentazione.
Il tutto con alle spalle una produzione importante: Rai e Fandango, canali privilegiati del cinema italiano “di qualità”. Del resto si sa,...siamo pur sempre in Italia "questo è il paese più ingrato del mondo: Garibaldi è andato in esilio, Dante pure.Roberto Baggio l'hanno fatto giocare due anni nel Brescia". Inutile pretendere di più
Kasia Smutniak, la barista polacca che interpreta Maria Maddalena, chiude questa simpatica farsa, lanciando un ultimo messaggio sottinteso, il valore profetico che una buona pellicola può portare con sè: le lacrime calde che bagnano le sue guance sotto la croce di Cristo morente come presagio del suo vero dramma. Quello personale e privato.

1 commento:

  1. Ho visto "La Passione", e devo dire che non mi è dispiaciuto, perché vi ho trovato vari registri emozionali: tanta commedia, ma anche toni drammatici (soprattutto grazie al bravo Battiston). Nella Passione vera e propria ho visto dei momenti pasoliniani: sbaglio?

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