domenica 2 ottobre 2011

Good bye, Lenin di Wolfgang Becker. 2003

Ottobre 1989, data storica per la riunificazione della Germania. La DDR crolla dopo la caduta del muro di Berlino e non è certo il momento migliore per entrare in coma, come accade però invece a Christiane Kerner, orgogliosamente socialista e membro attivo del partito comunista. Quando si risveglia, il figlio Alex trasforma l'appartamento di famiglia in una specie di mausoleo dell'ex DDR e convince parenti ed amici a far finta che nulla sia cambiato...

Christiane Kerner (interpretata dalla bravissima Katrin Sass)è la madre di due figli. Subisce un trauma in seguito alla fuga del marito nella Germania dell'Ovest e reagisce decidendo di diventare un'attivista politica del partito socialista filosovietico. Una donna combattiva ma fragilissima, tanto che entrerà in coma proprio mentre la Germania si riunisce sotto una stessa bandiera. Cosa troverà quando si risveglierà dopo otto mesi?
In realtà il racconto è tutto vissuto dal punto di vista del figlio Alex nel suo passaggio dall'adolescenza alla maturità.Ma ad andare in scena sono una serie di trapassi: il trapasso storico (il muro di Berlino che nell'89 cade), il trapasso individuale (la madre si risveglia dal coma) e il trapasso cosmico (il cosmonauta scopre che oltre agli spazi in cui noi ci muoviamo esiste uno spazio infinito).
Alex per il grande amore che nutre verso la mamma la proteggerà dall'illusione di un socialismo che non sarebbe mai finito, e che invece senza la sua guida, mentre lei è in coma cessa di esistere. Quello che Alex vive tramite le lotte della madre è un socialismo però umano e non politico, infatti ad un certo punto c'è una mirabile allegoria di un Lenin di bronzo che vola verso il "sole dell'avvenire", una delle scene in assoluto più belle.
Alex è un ragazzo di circa ventanni, dalla faccia pulita, che vive con la madre e la sorella Arianne e una nipote, nel socialismo reale di un classico palazzone sovietico. Trova lavoro come tecnico in una Cooperativa di riparazioni elettriche ed ammira Siegmund Jähn, il primo astronauta tedesco ad aver viaggiato nello spazio.
Quando un giorno Christiane, che si sta recando ad una festa per ritirare un premio ufficiale conferitole dallo Stato socialista, scorge da lontano il figlio arrestato per aver preso parte alle manifestazioni pacifiche dell'Ottobre, per lo shock cade a terra, colpita da infarto, ed entra in coma. Alex viene rilasciato ma il socialismo della "sua" Germania, che lei credeva potesse rendere migliore il mondo, crolla sotto l'avanzata del capitalismo. Nè è simbolo l'astronauta-eroe, ora costretto a fare il tassista, perchè è come se d'improvviso tutti dovessero fare i conti con la realtà e chiudere per sempre nel cassetto i propri sogni. La stanza in cui è rintanata la madre diventa allora quel microglobo in cui tornare a sperare. Non ci si riconosce più in quel mondo: "Ah, guarda qui cosa ci siamo ridotti a fare", esclama continuamente a mho di cantilena un vicino di casa che, da un giorno all'altro, si ritrova costretto a rovistare nei cassonetti della spazzatura. E il sogno della madre grazie ad Alex comincia a prendere vita, grazie anche all'aiuto di Lara, la fidanzata venuta dall'Unione Sovietica e di Denis, un amico che sogna di fare il regista ma che invece monta con lui antenne paraboliche.
Paga dei bambini perchè si esibiscano in canzoni e spettacoli comunisti, recupera vecchi barattoli in cui travasare i famosi cetriolini che ora arrivano dall'Olanda e monta con l'aiuto di Denis finti telegiornali della Aktuelle Kamera che parlano della DDR e dei successi del compagno Honeker.
Il messaggio del film che a me è arrivato e ha commosso è stato quello della possibilità che la storia sia fatta dalle persone, tant'è che Alex "inventa" per la madre una storia che non c'è più, costruendo una prospettiva che è quella che tutti avrebbero desiderato: un mondo dove ognuno aiuti l'altro, solo perché ognuno è uguale all'altro. (Che poi è anche il mio sogno)
Un socialismo dell'anima, del cuore. Che magari prima o poi si realizzerà.Goodbye Lenin ma noi ti aspettiamo.

2 commenti:

  1. Un film bellissimo, che mi aveva coinvolta molto all'epoca. Ormai è tanto che non lo riguardo, ma un giorno lo farò!
    Peraltro, Daniel Bruhl nei panni del nazista vanesio in Inglorious Basterds di Tarantino è magistrale!!

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  2. Voglio vederlo da quando è uscito ma non ho mai avuto l'occasione...:-D me lo hai fatto tornare in mente.

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