sabato 20 ottobre 2012

Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel. 1977

Ultimamente facevo il conto delle donne che ho avuto, e mi meravigliavo di non aver mai posseduto un’amante bionda. E così avrò ignorato per sempre questi pallidi oggetti del desiderio”.
Trentaduesimo e ultimo film di Bunuel, ricordato perchè la bellissima Maria Schneider fu considerata incompatibile come "oggetto del desiderio" (possibile?!)e così Conchita alla fine va in scena grazie a Carol Bouquet e Angela Molina, doppiate però con un unica voce per rappresentare la doppia ambivalenza dell'animo femminile, perchè una donna ha più facce. La storia, che nel romanzo si svolge a Siviglia, è qui spostata a Parigi dove il ricco Mathieu s'innamora della ragazza appartenente però ad una classe sociale inferiore. In realtà la pellicola ha però inizio a storia già avviata: Mathieu è sul treno Siviglia-Parigi e inonda Conchita con una secchiata d’acqua a cui assistono un magistrato, uno psicologo nano e una madre con la figlia che viaggiano nello scompartimento con lui e ai quali l'uomo finisce per narrare a ritroso la storia di quell'amore tormentato: “quella donna era la peggiore delle donne, la peggiore della terra, e la mia sola consolazione è che, quando morirà, Dio non le perdonerà mai! […] “Converrà che è meglio innaffiare le donne anziché assassinarle”. Conchita per tutta la durata del film, con la complicità della madre fingerà di donarsi all'uomo per poi scomparire e disilluderlo puntualmente: la diabolica vergine che balla il flamenco mostrandosi nuda ai turisti “La chitarra è mia e la suono per chi voglio io”. Una commedia dell'inganno dove l'uomo si riduce a un burattino nelle mani di Conchita, la classe borghese compra tutto, è incapace di amare sembra voler suggerire il regista e il prevedibile proletariato si beffa di ciò.

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