venerdì 23 agosto 2013

Shame di Steve Mcqueen. 2011

"Scopriamo un fascino nelle cose ripugnanti; ogni giorno d'un passo, col fetore delle tenebre, scendiamo verso l'Inferno, senza orrore" (I fiori del male)
Bisogno primario? Il sesso. Ed essere un musicista degli anni 60. Compulsivo: atti onanistici e carnali ripetutamente ricercati. Ma nessuno lo immagina dall'esterno. Brandon è un uomo d'affari apparentemente freddo e glaciale. Sissy, la biondissima e ipersensibile sorella minore, romperà quest'equilibrio già precario, Brandon oltrepasserà la soglia e sentirà il bisogno di trasgredire fino alla deprevazione. Vergogna come recita il titolo? Ma perchè vergognarsi? Ci disgustiamo sul serio se un uomo si masturba guardando un porno? Musica incantevole e commovente fa da cornice alla perdita apparente della dignità di Brandon del tutto asservito al suo organo genitale. I bisogni dell'anima non si controllano, l'istinto animale/darwiniano ci permette di continuare la nostra esistenza. Si chiama natura, non vergogna. Segreteria telefonica, bagno, doccia, risveglio, tutto è automatico nella vita di Brandon: i sentimenti sgorgano nelle telefonate della sorella origliate, nella lentissima New York New York di Sissy cantata in un locale. Bisogno emulativo, di chi si guarda allo specchio: Brandon ripropone l'amplesso spiato per strada. I suoi sguardi dilaniati dal dolore durante l'orgia mi hanno commossa. Hunger, il suo secondo lungometraggio, non è mai stato distribuito in Italia. Questa si che è una vergogna.

2 commenti:

Coming Soon