domenica 23 febbraio 2014

12 anni schiavo di Steve McQueen. 2014

Io non voglio sopravvivere. Io voglio vivere.
Seconda metà dell'800. Solomon Northup è un violinista di colore che vive di musica assieme alla moglie e ai due figli nello Stato di New York. Viene rapito e venduto come schiavo da due truffatori. 12 gli anni di schiavitù tra soprusi, violenze e privazioni. Sarà poi un carpentiere (Brad Pitt) dalle idee liberali che conosce durante i lavori nella proprietà di Epps, (Michael Fassbender )a informare le autorità. Lui quindi il personaggio della svolta, il bel cinquantenne Pitt, ma sottotono e poco convincente. Corpi. potrebbe essere questo il sottotitolo dei film di McQueen, da quelli scheletrici di Hunger, a quelli un po'da pornoattore di Shame fino ad arrivare a quelle spalle aperte degli schiavi di quest'ultimo: Patsey è praticamente un oggetto nelle mani di Edwin, schiavista perfido, laido e cruento. Alcolizzato, "credente" e maschilista. Se Solomon riesce a distinguersi rispetto agli altri schiavi, è grazie al suo alfabetismo. Che lo porterà a scrivere, dopo la liberazione, le sue memorie da cui il film è tratto.Il 2013, l’anno in cui ricorre il 160° anniversario della riacquistata libertà di Northup, è poi sembrato al regista il momento ideale per ricordare la sua storia. Terzo film di McQueen e 9 le nomination. Logoro il tema del razzismo, ma interessante la scrittura di questo film, Patsey è un personaggio vincente, brividi in ogni suo sguardo. Di classe la fotografia e la celestiale colonna sonora. Tutto elegantissimo. Nella copertina di promozione italiana solo star bianche. Il film parla della segregazione razziale. Un po'incoerente.

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