“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
lunedì 7 luglio 2014
Tango libre di Frédéric Fonteyne. 2014
Ci sono due uomini che sono soprattutto due grandi amici. Condividono il carcere e una donna, madre del biondo Antonio, adolescente con il viso sempre arrabbiato. Infermiera e ballerina di tango. Un guardiacarceri sfigato è il terzo uomo, prende lezioni di tango e vive da solo con un longevo pesciolino rosso. Il tango è passionale e maliconico, pulsione latente (omosessualità) e desiderio. Sono le caratteristiche di questo film. Il tango verrà ballato in prigione dai detenuti, scena suggestivissima, perchè questi uomini hanno sì sbagliato ma vogliono sentirsi liberi almeno nel corpo. Questa pellicola ha il ritmo sincopato di una milonga e vuole essere un tributo al cinema: la guardia guarda e spia la vita dei suoi detenuti fin quando non se ne innamora e desidera farne parte, come uno spettatore che vuole diventare uno dei suoi eroi preferiti in cui s'impersonifica. Solo un film può farci sentire sulla pelle ciò che stiamo guardando, la guardiacarceraria ce lo ricorda!E in maniera convincente.
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