lunedì 8 settembre 2014

La donna che canta di Denis Villeneuve. 2010

"La matematica, come l'avete conosciuta fino a oggi, ha cercato di fornire risposte certe e definitive a problemi certi e definitivi. Ora state per affrontare un'avventura totalmente diversa: vi troverete di fronte problemi insolubili che vi porteranno sempre verso altri problemi altrettanto insolubili. Le persone intorno a voi vi ripeteranno che la cosa su cui vi scervellate è inutile: non avrete argomenti per difendervi, perchè quei problemi saranno di una complessità estenuante. Benvenuti nella matematica pura, nel paese della solitudine". [Dominique Briand]
You and Whose Army? dei Radiohead (dall'album Amnesiac del 2001) e lo sguardo spento e ferito di bambini che vengono rasati...Parallelismi tra matematica e vita. Poi Medio Oriente, un non-luogo mai veramente specificato. E due gemelli - che per volere della madre appena morta- vi si recano. Un regista un po'sciatto, che dedica poco spazio alle riflessioni personali - tante ne nascerebbero in questo film. La madre da giovane - "la donna che canta"- e la figlia si somigliano in modo sbalorditivo, passato e presente si alternano in maniera disorientante. Al notaio Jean Lebel la donna che canta scrive:" seppellitemi senza bara, nuda e senza preghiere, con il viso rivolto al suolo, spalle al mondo. Lapide ed epitaffio: sulla mia tomba non ci saranno lapidi e il mio nome non sarà inciso da nessuna parte. Nessun epitaffio per chi non mantiene le promesse. A Jeanne e Simon: l'infanzia è un coltello piantato in gola che non si tira via facilmente. Jeanne, il notaio Lebel ti consegnerà una busta: questa busta è destinata a vostro padre. Ritrovalo e consegnagli la busta. Simon, il notaio ti consegnerà una busta: questa busta è destinata a vostro fratello. Ritrovalo e consegnagli la busta. Quando le buste saranno state consegnate ai loro destinatari, vi sarà data una lettera: il silenzio verrà rotto, una promessa mantenuta e sulla mia tomba potrà posarsi una lapide e su di essa il mio nome, alla luce del sole". Quindi due uomini: un padre e un fratello da trovare:ma è sul serio così? IL disonore di una gravidanza nata dall'amore con Wahab, un uomo di un'altra religione, poi la guerra, fino al suo trasferimento obbligato in città dopo il parto, agli studi e all'inizio di una nuova vita. Trentacinque anni dopo, la figlia vi ritorna: apprende che la madre, ai tempi dell'università, scriveva sul giornale studentesco ed era una fervente pacifista: all'inasprirsi delle tensioni tra cristiani e musulmani, cercò tanto quel figlio avuto affidato in orfanotrofio. Kfar Ryat è il nome della prigione nel sud del Paese dove ha scoperto essere stata rinchiusa la donna che canta, ma perchè? E Wahab è suo padre? Nawal, travolta dagli orrori della guerra, in realtà, abbandonò il pacifismo per schierarsi contro i nazionalisti, sostenitori della destra cristiana: arrestata per aver assassinato il loro leader, venne imprigionata a Kfar Ryat. Sua madre era "la donna che canta, numero 72", rinchiusa lì per 15 anni, torturata e violentata dal sadico carceriere Abou Tarek, finchè non rimase incinta. Poi, dopo il parto, venne rilasciata. A Jeanne non resta che tornare a Daresh, dove vive l'infermiera che fece partorire Nawal, per avere le ultime conferme. E scoprirete che "Uno più uno fa due, non può fare uno". Vincitore del Mouse d’Argento a Venezia 2010 e del Miglior film canadese al Festival di Toronto.

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