venerdì 5 agosto 2016

Seta di F. Girard, 2007

"Tornate o io ne morirò."
Bastano queste poche parole scritte in giapponese per far perdere i lumi della ragione al giovane francese Hervè – novello sposo di Helene – e per non dimenticarsi più della giovane giapponesina incontrata in un suo viaggio in Oriente. Girard affermò di essersi attenuto il più fedelmente possibile alle pagine del romanzo, e che lo stesso Baricco aveva controllato il risultato delle riprese e seguì la lavorazione, dando anche qualche consiglio qua e là. Il risultato è un film sottotono, bello esteticamente ma senza spessore, vuoto: in pratica bello senz'anima.Dalla Francia alla Turchia, le uova dei bachi da seta manifestano una strana malattia, così Baldabiou incarica Hervé di andare in Egitto a comprare bachi non ancora infetti. Quando Hervé torna dal suo viaggio, Baldabiou scopre che anche questi bachi sono stati contagiati. Baldabiou allora implora Hervé di andare più lontano... alla fine del mondo, nell’unico luogo dove le uova di baco da seta sono perfette.
Michael Pitt, nel ruolo del protagonista, è meno espressivo dei bachi da seta che devono ancora schiudersi, attraverso i suoi occhi ci annoiamo mentre offre allo spettatore una scarsa interpretazione, molto piatta e monocorde.Il film si apre con la ragazza giapponese che si immerge nelle acque di un lago orientale e si chiude – in maniera circolare- con la figura della moglie che si immerge nelle stesse acque a dimostrazione del fatto che, capendo i suoi errori, ha cancellato dalla memoria dei ricordi legati alla donna giapponese.

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