sabato 25 febbraio 2017

L'attesa di Piero Messina.2015

Con troppe lacrime piangi, Maria, solo l’immagine d’un’agonia: sai che alla vita, nel terzo giorno, il figlio tuo farà ritorno: lascia noi piangere, un po’ più forte, chi non risorgerà più dalla morte. (Fabrizio De André, Tre Madri, La Buona Novella)
Piero Messina, regista de L'attesa è il collaboratore di Paolo Sorrentino. Dall’alto, la macchina da presa scende su un Cristo morente. No, Magritte ci direbbe che quello non è un Cristo morente ma solo la sua rappresentazione, quindi dall’alto, la macchina da presa scende sulla rappresentazione di un Cristo morente.Lì ferma Juliette Binoche, che non riesce a trattenersi e lascia bagnare da rivoli di urina scappata per il troppo dolore le gambe. Sulle pendici dell’Etna si celebra un funerale, non è difficile intuirlo. Ma di chi? Quando la fidanzata di Giuseppe torna dalla Francia e chiede del ragazzo «È fuori, ma tornerà», si sentirà dire dalla madre. materassini sgonfiati lentamente, abbracciandoli, solo per sentire l’aria che ne esce (aria che, si intuisce è stata soffiata dentro dal figlio defunto) Tanta Sicilia nella processione della Madonna con stile semidocumentaristico e l’apparizione fantasmatica del morto! Un film acerbo, salottiero, aristocratico, drappi di velluto sugli specchi. Brava la Binoche, ma che sorpresa Lou de Laâge! notevole la fotografia firmata da Francesco Di Giacomo, ma questo rapimento estetico di fronte alle belle immagini che L’attesa contiene non è sufficiente però a farne un buon film, e anche l’ottima Juliette Binoche avrebbe meritato di essere meglio diretta, anziché lasciarle fare quegli intensi primi piani di cui tutti già la sappiamo capace. Manierismo e accaddemismo, vogliamo più pancia.

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