Girato interamente in Italia e precisamente in Toscana: tra Arezzo e San Gimignano, il film ha per protagonista James, uno scrittore inglese che va in Italia a presentare il suo nuovo ultimo libro: Copia conforme, sulla relazione tra l’originale e l’arte. Qui James incontra una donna di origini francesi, gallerista. Per gioco la donna comincia a far finta di essere sua moglie ma dopo un po'si faticherà a distinguere il vero da falso. Sotto il cocente sole toscano gli ulivi non riparano e si brucia di noia: per un po' stai al gioco dei protagonisti e ti chiedi se il loro sia una trovarsi o un ri-trovarsi, ma il gioco è bello se dura poco e qui si tira troppo la corda.
Ora capisco come mai la faccina delicata di Juliette Binoche (la cooprotagonista) è stata “riammessa” SOLO per mancanza di “meglio” tra i poster di Cannes 63. Un'ora e quarantasei minuti di dialoghi non-sense ininterrotti, lacrimucce, domande sciocche e risposte futili, scazza!
E'vero che le "copie" concettualmente hanno poco di originale, ma qui il ritmo è pedante e lo si legge anche nell'andamento di James, che si trascina annoiato tra i viali di Lucignano, spettinato, con la barba incolta e con i vestiti spiegazzati (un incrocio tra Mourinho e Mr. Bean).
Avrei rivoluto indietro i soldi del biglietto e ora la chiudo qui perchè scatta lo sbadiglio anche a scrivere.
“Mi accorgevo di avere la pelle d’oca. Senza una ragione, dato che non avevo freddo. Era forse passato un fantasma su di noi? No, era stata la poesia. Una scintilla si era staccata dal poeta e mi aveva dato una scossa gelida. Avevo voglia di piangere; mi sentivo molto strana.Avevo scoperto un nuovo modo di essere felice.” (Sylvia Plath)
domenica 23 maggio 2010
Copia conforme. Abbas Kiarostami. 2009
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