Ti lascia l'amaro in bocca, non lo afferri, non lo comprendi, non lo fai tuo. L'emozione si ferma sempre un attimo prima e non arriva mai. E tu invano l'attendi.
Protagonisti: la famiglia Terranuova di Baaria (nome fenicio di Bagheria che significa "porta del vento") in tre generazioni: Mannina e Peppino, i loro padri e i loro figli.
Tanti i temi affrontati (esageratamente tanti). Il non rassegnarsi alla povertà e alla bruttezza della vita in primis. Negli anni del fascismo è Cicco Terranuova a ribellarsi, nel dopoguerra toccherà a Peppino, emblema dell'utopia comunista. Una carriera politica "per cambiare le cose", ma soprattutto per cambiare la sua vita. Poi suo figlio Pietro, che abbandona le illusioni paterne, lascia la Sicilia, cercando di affermarsi come fotografo. E anche come uomo. Ma altrove.
Ciascuno persegue una sua personale battaglia. Peppino quella di un mondo piu' giusto, migliore. Sua moglie quella del riscatto sociale, la madre della moglie chiede giustizia per il padre ammazzato dalla mafia: "Si, i comunisti mi piacciono solo perché sono contro i mafiosi".
Sogno e realtà s'innestano. Peppino svegliandosi da dietro la lavagna, dopo il castigo della mestra, ha sognato sul serio tutta la sua vita? O il sogno comincia quando si sveglia? Non esiste una vera struttura narrativa, presente e futuro si confondono. Il presente diventa futuro, il futuro passato. Il gioco dei contrasti: il dramma sposa l'ironia e la comicità, la realtà la fantasia, il futuro il passato, le credenze popolari la storia, i singoli personaggi la coralità dell'umanità intera, le paure concrete dei "grandi" e quelle infantili e adolescenziali dei "piccoli", chi "nella vita conta" e gli "ultimi del paese", gli emarginati, scene di vita quotidiana, familiare e scene cruente, di sangue, violenza. Prosa e poesia.
Divertente la caccia alla star: i ruoli secondari, sono, infatti, affidati a grandi attori e personaggi televisivi come Salvo Ficarra, Nino Frassica, Leo Gullotta, Monica Bellucci, Raoul Bova, Vincenzo Salemme, Beppe Fiorello, Valentino Picone, Giorgio Faletti, Aldo Baglio e Michele Placido.
Una Sicilia fortissima, non resa nel suo splendore: strade polverose, chiese, sculture, terra arida, bruciata dal sole e le lunghe processioni. Disordinata, caotica, quasi brutta.
Illusione e disillusione. Anche e soprattutto per lo spettatore: "Noi Terranuova vogliamo abbracciare il mondo intero, ma abbiamo le braccia corte".
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